Critica Sociale - anno XXXI - n.2 - 16-31 gennaio 1921
2(l ORI'l'IOA SOClALl ' ------------------:--.--------------------- ta) di quello che è il massimo .f)roblem~ della Russia - come sarebbe dell'Italia : - il pro– blema della terra· lo sfacelo della economia nazionale e conseg 1 uenza inseparabile, la condi- ' . z one i nsa11abilmente tristissima dei lavora ton; il trionfo della speculazione e della corrnzione nei quotidiani commerci; la scemata potenzialità degli scambii coll'Estero (1) ; infine, l'esame dell'anima nazionalista, che è dentro quella che pret1:Jnde gabellarsi come la sola o la più vera delle Internazionali dei popoli; per giungere al la conchiusione, per la quale, a dir vero, ba– stava - ed era bastato - l'intuito di qualun– que pensiero non estraneo del tutto al determi– nismo economico e storico: l'impossibilità e l'i– nesistenza del miracolo. , La Russia - così i due autori al principio e alla fine del loro studio - è ancora la nazione più lontana da qnalsiasi realizzazione, anche solo tendenziale, di una civiltà socialista.• E perciò, non che mettersi alla testa, ùòvrà stare ora - com'è storicamente logico e necessario - alla coda· di quei paesi, nei quali l'evoluzione delle condizioni ambientali consentì alle forze dina– miche del socialismo progressi e conquiste cento volte maggiori. * * * Sononchè questo libro, affacciandosi alla critica in q110st'ora di cieche e accanite passioni, incorrerà in due pericoli uguali e contrari. Per– chè gli uni, vedendovi la spietata requisitoria contro i I bolscevismo (contro il bolscevismo mo– scovita, e più anoora, di riflesso, contro quello indigeno od importato), ne trarranno allegri peana per la tesi borghese e conservatrice. Gli altri, dal campo socialista, stigmatizzeranno gli autori per aver offerto, per l'appunto, agli av– versttrì quest'arme,- svalutando la ri voluziohe russa e~ gitBta il vecehio e sempre arguto motto « te lOppesr,o » - dicendo male di G,;.ribaldi ... in camiciotto di mugik. Certo, questo duplice assalto - che è uno solo nell'intimo, e sorge da un identico spirito di fazione e di setta - non sgomenterà i due autori, i quali sicuramente l'hanno antive.duto. Essi risponderanno agli uni e agli altri - mettendoli in un fascio - che i diritti della ve– rità sono imprescrittibili, e che questa non nuoce a nt>ssuna buona causa, e tutte la giova, perchè essa - per definizione - nuoce »olo all'errore. La rivoluzione russa - forse il fenomeno più grandios.o e gravido di fati della nuova istoria del mondo - non è affatto menomata dalla cri– tica che altri muova alle sue deviazioni, agli (l) Diuo Rondani, in un'intervista coll'Avanti! mi– hnese del 6 gennaio, vuol far credere che d,~ qnesto lato come per ciò che ha tratto alla ripresa generale dell'at'. ti vi tè. economica, le cose in Russia accennerebbero in que– sti ultimi mesi a un migliorn.mento notevole e promettente. Auguriamoci che sia vero, poicbè ciò segnerebbe una via d'u~cita più o meno prossima, e senza scosse- soverchie, alla situazione infernale descrittaci da Nofri e Pozzani e confermataci pienamente dagli altri membri della Mis– sione coi quali ci accadde di abboccarci; e si connette– •·ehbe colle • ~·ettificl1e di tiro• con le quali il bolscevismo, secondo altri, tenderebbe spontaneamente via via a· di– bolsceviz:11arsi. Veggasi in proposito, in qnesta stessa Cri– tica, l'articolo di F. Pagliari: Uor,qanizzazione econo– mica in Russia. BibJiotecaGino Bianco inganni e alle colpe che possono indugiarne, ma ·n0n arrestarne, il cammmo trionfale. La sua gloria è nell'aver abbattuto - auguriamo per sem– pre; e invano esso risorge per un'ora, masche– rato, nel leninismo - il despotismo czauista; nel– l'avar dato la terra, il pane, Ja dignità a 80 mi– lioni di contadini, non importa se nella sola forma consontita dalla fase dell'evoluzione sto– rica russa, che è ancora, e sarà per un tempo, prevalenteml'Ute piccolo-borghese dapprima, e borghese di poi, anche se dei ge-rmi socialisti vi alligneranno e il periodo del capitalismo potrà es~ere in Russia notevolmente abbreviato; nel– l'aver creato, sia pure sotto specie panslavista, una formidabile energia antagonista agli impe– rialisipi franco-inglese, nord-americano e nippo– nico; nell'aver dischiusa la via, associandosi in quest'opera gran parte del mondo orientale, a una valorizzazione definitiva delle grandi razze umane sonnecchianti nell'Asia, preparando così a grado a grado il loro avvento, o ritorno, nella grande storia mondiale e da ultimo la fusione di tutte le genti della terra, per la prima volta, in una sola e vera Umanità. Questi effetti si vedranno nei secoli. E poco li danneggia o ritarda la parentesi episodica del bolscE!vismo: il quale, assai. più che della rivo· luzione, è figlio della mancata resistenza nazio– nale, del terreno frana,to sotto la rivoluzione medesima a cagione della lunga tirannide che la precedette e dello sconquasso immane pro– dotto dalla guerra. In sostanza il bolscevismo, come fatto di reazione immediata al Medioevo politico del regime czarista, il cui crollo non lascia va eredità di un capitalismo vero e pro– prio, possente ed autonomo, anzi ne seppelliva i tenui germogli nella proprie. rovina, è esso stesso 1 almeno sul terreno economico, un fenomeno di medievalismo, e pertanto un regresso momenta– neo, d'onda per altro inevitabilmente la g~mte slava, liberata irrevocabilmente dalla servitù po– litica di diritto divino, piglierà quandochessia la rincorsa per una ascensione nella storia tanto più rapida e qenza ritorni possibili, quanto più dura e decisi va sarà stata la prova a cui l' espe– rimento bolscevico l'ha sottoposta. Per la men– talità miracolistica che lo domina, per la sua fede nell'efficacia prodigiosa delle riforme pura– mente cartaeee e dell'artificio legi:slativo o vo- - lontaristico contro il fatale andare della storia, per i metodi di violenza e di terrore a cui deve far ricorso, per l'incoerenza fra la teoria e la pratica, fra i precetti e le applicazioni, per la corruzione a cui dà luogo, pel burocratismo e pel militarismo che suscita e su cui poggia, il l;,olscevismo è :parente assai più prossimo del capitalismo agli inizi, che non sia cleri vazione del socialismo marxista, delle cui tesi si impen- nacchia. , D'altro canto, fu l'imperialismo occidentale, esacerbato dalla guerra, fu il blocco dissennato dell'Intesa e la muraglia peggio che cinesa che l'Intesa ere.s~e intorno e ontro la Riissia rivo– luzionata, fu insomm1 lo spirito di guerra. e la stolida paura delle no·stre borghesie, furono queste le cause che avvalorarono i~ bolscevismo all'interno, stringendogli attorno, a lor dispetto, le forze vive che lo avrebbero ben presto sgo-
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