Critica Sociale - anno XXX - n.23 - 1-15 dicembre 1920
CRITICA 5O0IALE 357 E' vero o non à vero (la cosa è risaputal che, in un sotterraneo di via Marsala se non erro, in loca– lità prossima alla sede ~ei Fasci di combattimento, di notte i fascisti fanno scuola agli studenti di lan– cio di bombe? Una voce a destra. Le bombe però le lanciano i socialisti! (Vivi 1-um01·i). · TURATI. E' vero o non è vero che i fascisti avreb– bero dichiarato al Questore _che, se si fosse lasciata inalberare la bandiera rossa dei socialisti, essi avreb– bero « fatto un macello»? Ah! per carità, non fac– ciamo ora la miserabile questione della bandiera ros– sa e della bandiera tricolore, quale abbia da avere il sopravvento ... Voci. Ma la fate voi... (Rumori). TURATI. E' egli vero - ecco ciò che importa - che, per questa misera gara, e non dai socialisti, si ardiva, di fronte al Questore, minacciare un macel– lo cittadino? E il macello, effettivamente, vi fu! L'avete dichiarato voi, on. Giolitti, in una recente discussione: sarebbe ingiusto accusarvi di tutte le bestialità che possono commettere i vostri funzionari. Ma sembra certo che il Questore di Bologna, mentre in apparenza faceva credere di avere allestito un servizio che in1pedisse assolutamente la presenza de– gli « arditi» e dei fascisti· nella piazza, consentiva invece che, ivi, nel Bar d'Italia, precisamente pro– spiciente i balconi del Municipio contro cui furono fulminati tanti proiettili, essi si accampassero, men– ·tre faceva chiudere l'altro caffè, cosidetto del Re Enzo, dove i socialisti solevano raccogliersi. Ed è vero o, non è vero che una squadra composta di ben 250 fascisti armati, da via Marsala sbucati in piazza delle Due Torri, poterono scardinare le porte e salire sugli Asinelli ,per sostituire alla ban– diera rossa quella nazionale, senza che i funzionari presenti tentassero neppure di intervenire ad impe– dirlo? E' vero o- non è vero che l'assalto e la rottura dei cordoni vennero consumati sparando sui mili– tari, che dovettero darsi alla- fuga? e che, dopo l'ec– cidio, mentre i cadaveri e i feriti gremivano la piaz– za, i fascisti si sono incolonnati e, come dopo una - gloriosa vittoria, percorsero le vie della città can– tando i loro inni? che, infine, quella stessa sera, nei caffè della città veniva ,affisso un « bollettino di guerra», in cui si vantava l'eroica gesta come una gloria, mentre, dopo un sanguinoso conflitto oivile, tutti, anche quelli che hanno vinto, dovrebbero pian– gere, ed è forse men triste essere stato ucciso cn,e avere ucciso i fratelli? (Interruzioni ---= Clamori). I giornali di starnane riferiscono che, dopo il tra– sporto del tanto e così giustamente compianto avvo– cato Giordani, i fascisti ricomposero le loro squadre, si impadronirono di vetture tramviarie, e andarono nei quartieri operai .a perquisire, essi, le case dei socialisti per vedere se vi trovavano armi, minac– ciando chiunque si fosse opposto a tale operazione. Eseguita la quale, rilornarono nellà Piazza centrale, sotto i focali della Questura ~ della Prefettura, pro– c4',mando che avrebbero impedito per sempre il ri– torno dei socialisti al Comune. E tutto ciò sempre con armi alla mano, da per– sone fra cui erano ufficiali in divisa, senza che nessun arresto di fascisti sia stato fatto, mentre si continuano ad arrestare i nostri compagni, ed in arresto si trattengono tutti quelli che si erano tro– vati nell'aula consigliare. Ma sapete che persino il « Resto del Carlino», un giornale temperato, conservatore, liberalmente eclet– tico, che ospita talvolta articoli anche nostri come degli avversari, sapete che è guardato continuamente per pericolo di assalti, e che il mio ottimo amico personale, non politico, Mario Missiroli, in occasione di uno sciopero generale, dovette chiedere al Pre– fetto che volesse custodire il giornale con i carabi– nieri? E che è opinione comune che la guardia re– gia, o almeno una parte di essa, sia assoldata o al servizio dei fascisti? Signori, ·questi rii ievi non sono fatti per rimesco– lare rancori. Senza dubbio, dietro e al disotto ùi cosi fieri e· dolorosi contrasti, vi è una profonda con– troversia economica, I socialisti hanno vinto a Bo– logna, lo sapete; hanno vinto con ventimila voti co_n- 1blioteca Gino Bianco tro novemila- dei e&,idetti :i,,a:rtiti dell'ordine, e cin– quemila, a un dipresso, dei popolari. La vittoria di Bologna è un po' la' vittoria di tutta l'Emilia e délla vicina Romagna. Il fatto significante non è tanto il possesso del Municipio, ma il possesso di tutte le attività economiche di· esso, delle Aziende dei consumi, delle Opere Pie;- è la tipercussione della città nella campagna, dove i lavoratori della terra, formicl.abilmente organizzati, si affacciano alla vita civile. Disfatti sul terreno del ·patto colonico, gli agrari meditano e preparano le loro vendette. In tutto ciò, io non lo nego, vi è il sintomo di una crisi profonda, la crisi dell'economia, la crisi della proprietà, ed è naturale, fino a un certo segno, che una classe, la quale si sente sfuggire il terreno sotto i piedi, abbia, gli scatti convulsi di difesa di chi sente non lontana la propria fatale agonia. (Ap– plausi sui banchi di Sinistra. - Commenti e clamori). Di fronte a questo stato tragico di cose, noi do– mandiamo al Governo, non. che esso aiuti i socialisti. Neanche per sogno! Sarebbe dell'ingenuità, un pec– cato che per uomini politici è peggiore di un de– litto. Invochiamo che il Governo sia fedele alla propria dottrina liberale, che difenda la maggioranza, 'la legali· à, che imponga il rispetto del potere legi tti– mo, che la volontà del maggior numero dei cittadini ha instaurato. Nel mio partito vi sono differenze profonde di ten– denze e di tattica, che potrebbero anche sboccare in scissioni. Io non me le auguro, ·perchè penso che una onesta divisione di lavoro · possa comporre i contra– sti, e so far sacrificio bene spesso anche delle mie personali vedute (e questa, che altri ascrive ad oppor– tunismo, è forse la maggiore immolazione che si possa fare al proprio ideale, alla causa dell'unità · pr0letaria e alla causa, al tempo stesso, della pace sociale), P~· chè la frazione a cui appartengo penso che eserciti una provvida funzione frenatrice e va– lorizzatrice al tempo stesso di tutto il movhnento. Ma il Governo deve sentire - e il fatto che proprio a me ed a me solo sia stato affidato da tutti i miei colleghi il mandato di esprimere qui il sentimento comune del Partito ha un valore simbolico che non può sfuggire -; il Governo deve sentire che, su que– sto terreno, sul terreno della difesa dell'evoluzione pacifica, noi saremo tutti uniti e concordi, noi sa– remo una testa sola e un'anima sola. Se anche vi siano colpe ed eccessi che tutti dob– biamo impegnarci a frenare e a stigmatizzare, non / dev'essere permesso di fare sopra di loro una spe– culazione politica. Cosl, se si avverasse mai l'ipotesi, che il Presidente del Consiglio ha scartata, di uno scioglimento del Consiglio comunale di Bologna, concesso al ricatto dei fascisti, sia ricordato che noi abbiamo duemila– cento Comuni che cesseFebbero immediatamente di funzionare. (Applausi all'Estrema Sinistra - Vivi commenti). Noi non ipotechiamo l'avvenire, non intendiamo tracciare una _falsariga alla storia: cozzi violenti vi potranno essere un giorno, che apparterranno ap– punto alla storia. Ma le piccole violenze selvagge del– la cronaca quotidiana, queste non sono il socialismo, come non stmo il patriottismo; sono l'antisocialismo e l'antipatriottismo. Contro di esse, invochiamo dal Governo che sodisfì coraggiosamente al suo dovere civile. ( Applaiesi all'Estrema Sinistra - Vivi e pt·o– lungati commenti). È uscito in opuscolo, col titolo SOCIALISMOE MASSIMALISMO il discorso detto da FILIPPO TURATI al Congresso so– cialista di Bologna dell'ottobre 1919. È in deposito presso la Frazione di concentm;rione socialista (via S. Giovanni in Conca, 4, Milano) a cui le rìohieste devono essere inviate. Il prezzo per ogni copia ·è di cent 60. Per richieste superiori alle 20 copie il prezzo è ridotto del 10 °lo; oltre le.,50 copie del 20 °lo•
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