Critica Sociale - XXX - n. 22 - 16-30 novembre 1920

344 CRITICA SOCIALE cesso di produzione e di distribuzione della ricchezza, posto· che determina i mezzi di potenza economica di cui detta classe dispone; 4° il fervore della sua pas– sione politica, il grado della sua adattabilità, della sua attività, della sua capacità di sacrificio; 5° il grado della sua educazione e della sua attitudine ad eserci– tare un influsso spirituale, tanto sui propri membri · quanto sulle altre classi, la forza d'attrazione, insom– ma, esercitata dalla sua ideoiogia. Gli strumenti di forza materiale di una classe sono: il numero dei combattenti di cui .essa può disporre, la quantità e la perfezione delle armi di cui essi sono forniti, la bontà della direzione e della organizzazione che detta classe è capace di dare a questa forza ar-· mata. Essenza della democrazia. La democrazia può esser definita quella forma di organizzazione politica in cui il potere che ciascuna classe gode nello Stato è determinato esclusivamente galla sua importanza sociale, senza che l'impiego della forza materiale intervenga in alcun modo a tur– bare, a favore di una classe, questo equilibrio. I coefficienti dell'importanza sociale di ogni singola classe contribuiscono tutti quanti a determinare il g:·ado dell'influsso che essa esercita in uno Stato de– mocratico. Anzitutto il numero : quanto più numerosa è una classe, tanto maggiore è il suo influsso nei ri– sultati delle elezioni e il suo• s~guito nella massa po– polare. Così pure l'organizzazione: quanto migliore è, ad es., la organizzazione del proletariato, tanto più forte è, in regime democratico, il suo 111flussosulla composizione e sull'azione def Parlamento. Così anche il posto nel processo produttivo: la borghesia può, perchè è ricca, influire sul risultato delle elezioni, premendo sugli elettori per mezzo della stampa e con impiego di denaro; il proletariato industria)e, riunito com'è nelle officine, può organizzare la sua azione elettorale molto meglio che non il proletariato rurale, disperso nelle fattorie e nelle case coloniche; e con l'astensione da l~vori n,ecessari alla xita sociale il pro– letariato può esercitare un influsso efficace sulla legi~ slazione. Altrettanto dicasi dell'attività politica e del grado di cultura : le classi intellettuali esercitano, in– dipendentemente dal numero, un forte influsso come fattrici della pubblica opinione; la massa rurale invece è sempre, in principio, puro e semplice gregge eletto– rale, dai cui voti traggono profitto altre classi, e solo dopo decenni di tirocinio essa impara a valersi del di– ritto elettorale per tutelare i suoi interessi di classe. La « volontà collettiva ,, dello Stato democratico non è altro che la risultante dei fattori che determi– nano l'importanza sociale delle varie classi. Quando, ad esempio, lo sviluppo capitalistico accresce il nu– mero dei proletari e determina la loro organizzazione e suscita la loro coscienza di classe ed eleva il loro livello culturale. anche la potenza del proletariato ~a, in uno Stato democratico, crescendo proporzionata– mente. Democrazia borghese e democrazia proletaria. Dove il numero degli operai è così piccolo e la loro coscienza di classe è così poco sviluppata che le classi abbienti dispongano della maggioranza dei voti, Biblioteca Gino Bianco là lo Stato democratico è uno strumento di predomi– nio per queste classi. E poichè di regola è la borghesia che ha nelle sue mani la direzione di siffatte classi abbienti, cosl la democrazia è una democrazia bor– ghese. In certi casi può darsi però che sia la massa rurale che dia l'impronta dei suoi interessi e delle sue idee alla legislazione e all'amministrazione dello Stato democratico : lo Stato democratico è allora una repub– blica agraria. Se invece è la classe lavoratrice che forma la mag– gioranza assoluta degli elettori,_ e se la coscienza di classe dei lavoratori della città e della campagna è già così forte, che essi non si lascino _più influenzare dalla stampa e dalle manovre elettorali capitalistiche, allora la classe operaia conquista il potere nello Stato democratico; e questo diviene strumento del suo do– piinio : la democrazi_a diventa una democrazia prole– taria. La dèmocrazia non è che unc5stampo; che que– sto stampo sia colmato di contenuto capitalistico, o agrario, o proletario, .çiò dipende dai fattori che de– terminano la potenza sociale delle varie classi. La democrazia è uno strumento del dominio di classe; rna questo strumento può cadere nelle mani di diverse classi : della borghesia, della massa rurale, del prole– tariato, secondo il grado di importanza che esse hanno acquistata nella vita sociale. La democrazia è ancora, solitamente, una delle forme di governo della bor– ghesia; ma a un determinato grado di sviluppo dei vari coefficienti di potenza sociale, essa diventa una forma di Governo del proletariato. La forza materiale nella democrazia e nella dittatura. Naturalmente anche il Governo democratico, come tutti gli altri Governi, si appoggia sulla forza. Ma lo Stato democratico usa la forza armata solo allo scopo di far valere le sue leggi, i suoi ordini, le sue dispo– sizioni, contro la resistenza delle minoranze. li con– tenuto di. queste leggi, di questi ordini, di queste di– sposizioni però non è determinato dalla forza mate– riale di una sola fra le classi sociali, ma esclusiva– mente dagli elementi che determinano la loro rispetti: va importanza sociale. In altre forme di Governo, invece,. la forza ha una funzione del tutto diversa. Esaminiamo, per es., I'Im– pero tedesco prima della rivoluzione di novembre. Se ht Germania del 1918 fosse stata una democrazia, !a famiglia Hohenzolle~n, i generali, i nobili, la grande industria, la burocrazia avrebbero a'vuta un'influenza assai minore; e la classe lavoratrice,· invece, un'in– fluenza assai maggiore di quella che effettivamente avevano. La costituzione, che la Germania aveva, con– feriva (per mezzo delle istituzioni monarchiche, della Dieta federale, della divisione degli elettori in tre classi, della Camera dei Signori, dell'organizzazione burocratica, dei privilegi concessi agli ufficiali e così vià) ai nobili, ai capitalisti, alla burocrazia, un potere maggiore e agli operai un potere minore di quello che avrebbero avuto in uno Stato democratico, in pro– porzione ai coefficienti della loro importanza sociale. Ma .questa costituzione in tanto era possibile e si reg– geva, in -quanto le classi dominanti disponevano della forza materiale e dell'esercito. Tutte le forme di Governo non democratico si fondano sul fatto che una classe crea e sostiene con la violenza una costi– tuzion~ che dà ad essa un potere maggiore e alle

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