Critica Sociale - XXX - n. 22 - 16-30 novembre 1920
350 CRITICA SOCIALE * Tutti questi musei e tutt,e queste collezioni, quan<lo non perseguano anche il fine di preparare, per mezzo di una documenl!azione organizzala, un'oper.a d'alt.a scienz-'.1storicl, hanno Lutti soslanzialmente lo scopo precipuo di perpetuare, ad edificazione dei posteri, il ricordo delle prodezze compiute dagli uomini in goerra. Scopo, quest'ultimo, che sLa sommamente a cbore ai vincitori non meno che ai vinti: poichè i vinti, p,er una tenclenz.a naturale dell'uomo, sono sti– molati a lasciare .,ii posteri le prove del loro disgr·a- 2'iato valore, e per converso anche quelle della per'/i– dia dei nemici, e per tal mo<lo vanno colliwando i germi di nuol'e guerre di rivincila o di riscossa. Ma r essenziale il sapere che la raffigurazione degli orrori della guerra, e di tullo jl male che essa ha arrecato all'uomo ed .alla società, entra solo occasio– nalment,e in tutti questi musei, perchè vi entra per meltere in evidenza il valore e la forza di chi hn saputo superarli. Nessuno insomma ha ancora pen– salo a creare delle racco/le esclusivamente destinate a far odiare la guerra, parlendo d.al presupposto che le atrocità e l'immor?lità che ne derivano sono sem– pre enormemente sproporzionate ai lini di essa, per nobili che siano. Perchè quesla pace da cannibali che ha tenuto dietro alla tanto dccantota gueua •di giu– slizia e di liberazione dovrebbe .avere ormai dimo– slmto anche agli imbecilli che I.a guerra non ha :-i(fatto risolto i problemi inl,ernazionali, ma anzi li ha complicati .a dismisura, nè tanto meno potrà ri– solverli in .avv,enire per l'irresistibile cd universale accoglimento dfl principio <li fratellanza umana. Il quale principio condann.a, è vero, la lotto contro la nazionalità di un popolo per la semplice ragione che t~le lotta offencle la libertà; ma condanna forse anche più severamente i privilegi· e gli esclusivismi che si vogliono attuare in nome della nazionalità, peTcpè è chioro ch(;I non si può perseguire una politioa nazio– nalista, cioè tendente ad attribuire privilegi ed auto– nomie a g-enti leg.at ,e, spesso per mero caso e spesso anche inconsciamente, da vincoli secondari rispetto a quelli di um;inità, senza elevare nuove barriere fr.a i popoli, che ,,ono poi quelle che rendono inevitabili le guerre. . Qualche esortazione e qualche esempio tendenti a metl,ere in primo piano, fra tutli i ricordi della guer– ra, il dolore, non si può dire si,ano mancati. Accen– nerò ad uno scritto programmatico e ad una ini:tiativ.a pratica. Nel novembre del 1918, mentre la folla si river– savo nelle vie per acclamare alla vittoria, e gli uni traev.an pari.ilo dalla situazi'one per arruolare nelle loro file gli uomini squassati dalla guerra, ed altri ne approfittavano per accrescere l'influenza loro nel partito, chi si raccoglieva nella meditazione del pas– salo, cercandovi la spiegazione del presente, poteva gettare uno sguardo nel futuro e vedervi eon singo– lare verosimigli.Ìnza rappr.esentoti taluni aspetti della realtà d'ogg-i' (1). Prevede.va cioè il rapido oblio delle trisl,ezzc della guerra, lo rinascita dei vinti sotto nuo– ve spoglie, i militaristi ad ogni costo, malcontenti della fine della guerra e quindi sempre in cerca di nuove imprese, provocar da un lato lo scisma nell'e- (I) Vedi lo sol'Ìtto Perpertuiamo it dolore, in giorn ..le Nuova Au– rora, 1918-1919. BibliotecaGino Bianco sercilo minandone il'rimedi.abilmenLe, col lungo pro– trarsi, la compagine disciplinare, e d.all'altro k1lo compenetrare di manìa guerr.aiuola le viscere stesse del popolo, di che parmi si .abbia avuta recentemente urìa prova quando, in oc,casione di una grave -vc1·– lenza fr.a capitale e lavoro, si videro gli operai .adot– tare come esterne espressioni della loro resistenza 11'1 forme del servizio in guerra, e scavar trincee, e m.ettcre avamposti, e tributar onori militari a' capi, e vestire smaglianti uniformi, ed us,ure espressioni tolte da' bollettini di guerra per significare la presa di possesso, il manlenersi sulle posizioni conqui– state, ecc. Concludeva sugge1,endo fin d'allora J.a formazione _, di r.acco!te <li guerr.a aventi il preciso scopo di fer– marne per sempre i tristi ricordi. Fu pertanto con viva soddisfazione che si vide parzialment,e attuala quell'iniziativa nell'-cstaLc del 1919, quando un Comi– tato viennese org,anizzò un 'esposizione temporanea intilolat.a Das Joch des l(rieges, nella quale erano roccolti quadri, disegni e documenti provenienti dal museo auslriaco dell 'arm.ala e dall 'anti,ca llof biblio– lhek tuLti tendenti ad inspirare l'orrore della guerra. Ma quesl.a moslr.a non ebbe grande s·uccesso nè imi– tazioni, nè poteva .averli, .anzitutto perchè era tem– por.anen anzichè essere permanente, ed in secondo luo– go perchè era limital!a ad una nazione invece di S\'Ol– gere un'azione concorde con esposizioni simili pr{'sso gli allii paesi. * Sarà chi.aro ormai ai lettori il mio pensiero, che,, mediante opportune intese fra c~loro che in ogni Na– rione sono convinti della immoralità della guerra, e deliri insufficienza di essa a risolvere le contese fra i. popoli, s·i giunga più eresto alla creazione cli Mu– sei del e/olore i11 ogni Nazione, con lo scopo cli per– petuare il ricordo e/elle soff,erenze portale dalla g11e1·– ra, di ·opporsi alla idealizzazione di essa sollo qua– lunque forma si presenti, di presentare insomma la guerra so/l;:111to negli aspetti dolorosi e nelle tristi conseguenze. L'org,anizwzione di questi Musei del dolore in ogni Nazione sarebbe .assai semplice, perchè potrebbe farsi prevalentemente- con materiale fotografico, con stati– stiche, con grafici illustrativi, con gessi e calchi op– portunamente colorati e riuroducenti le mutilazioni e le ferile più orribili a ved~•~i. In ogni -città, in ogni centro popoloso, dovrebbero essere riprodotte·taJi col– Jezion i, e non dovrei.ibe essere difficile ottenere <lai Parlamenti una legge che rendesse obbligatoria J,a visita periodioa a questi templi del dolore da parte delle scuole. Fa,cile obbiezione il dire che si fa in tal modo !'.apologia della paura, ma altrettanto f,acifo il rispondere che quest'opera di svalutazione della guerra può essere accompagnata dalla esaltazione degli atti di valore civile, dal solenne .additare ad esempio tutti coloro che negli ospedali, negli istituti di beneficenza ecc. si sacrificano per il bene dell 'u– manità sofferenl,e, dando così prova di un eroismo spesso di gran lunga più fulgido e meritorio di dii si guadagna sul campo una medaglio. I tristi effetti della guerra dovrebbero venire illustrali sotto q 11e,li .aspetti: 1° sul fisico dell'uomo (mutilazioni, ferit,e, tuber– colosi, malattte in genere);
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