Critica Sociale - XXX - n. 22 - 16-30 novembre 1920

Critica ·sociale ft/VIST .Il QUINDICIN.IILE DEL SOCI.IJLISMO Nel Regno: Anno L. 20 - Semestre, L. 10 7 All' ~stero: Anno L. 22)50 DIREZIONE: Milano - Portici Galleria,23 ._ AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni,4· - Milano Anno XXX - N. 22 Numero separato Lire UNA Il Milano 16-30 novembre1920 • SOMMARIO Politica ed Attualità. Nel cont,·asto delle cose (CLAU010 TaEvEs). Oattse e rimedi della prasente crisi sociale nella mozione di Reggio (U. G. MONDOLFO), Stud_i economie, e sociologici. I problemi della scuola: deficient, e anormali (Prof'. P1EIDR0CAi>Aeso). Dittalu1·a e democrazia (OTTO BAUER). La ,:i/orma agraria in Polonia- (LA 0RtTICA SoctALE). - Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Per i mu,ei del dolore (UN REDUCE). Sgua,·di in giro: Il socialismo • gildista • ((. p.), . . NEL CON-TRISTO DELLE C.05E La vita- corre veloce : le elezioni ammm1strative, l'accordo adriatico, la riapertura· della Camera, tutto ciò è già nel passato e non resta che la scìa dei com– menti. La febbre cessa, la calma riprende. Una poli– tica socialista, fondata esclusivamente sul parossismo, diventa anacronistica. Una politica socialista; diretta esclusivamente da una frazione, diventa un non senso. E questo l'insegnamento più vivo e convincente della lotta amministrativa dà cui siamo usciti, che ci ha dato grandi vittorie e che poteva riuscire trionfale, se fosse stata pensata e voluta in spirito di unità so– cialista e proletaria. Come perdonare al massimalismo intransigente, e scissionista confesso; di avere lascia– .la ancora la regal Torino nelle mani del blocco bor- , ghese e di avere ridotta la vittoria a Milano ad una mera conservazione· della posizione precedente? Noi dobbiamo sbloccare ancora il blocco borghese, che imprigiona troppi elementi che in potenza ci appar– tengono. È. assurdo che noi lasciamo in quel blocco tanti lavoratori intellettuali e tecnici,· che hanno un sicuro domàni nella vita socialista, confusi con le espressioni più laide del saprofitismo esercentesco, del vibrionismo bellico, dell'arditismo professionate, forme inesorabilmente condannate alla. sparizione ed alla morte. Il blocco, che la borghesia ha deciso di mantenere dopo le batoste subìte, non minaccia tanto il proletariato socialista, quanto il proletari~to intellet– tuale tuttavia satellite della borghesia, per difetto di coscienza di classe. Il blocco, ibrido ed impotenfe, non ha per iscopo che di consegnare ai grandi ordini dello sfruttamento politico-borghese vaste zone di po– vera gente media, che fungano da cariatidi per soste– nere il regime. Ma il blocco si sventrerà, mandando ali 'aria i ben costrutti disegni dell'industrialismo, del grasso commercio, del militarismo politicante, ecc., non appena nel suo interno batterà i suoj colpi, sotto la spinta dèl bisogno, la diana dei consumatori, invo- ~oteoaGino Bianco cando contro i monopolizzatori di · tutte le. cose, e perfino del patriottismo, il libero scambio, la coope– razione, l'arresto delle spese statali, la riduzione degli interessi dei prestiti pubblici. .. - Tra Santa Margherita e Rapallo, in quella deliziosa Villa Spinola, tulta irta di pini sulla collina verde di– gradante nell'azzurro del mare, si è pure fatto, invo– lontariamente, qualche cosa per sbloccare il blocco borghese. L'accordo adriatico, ·che vogliamo augurar– ci sia la pace in Adriatico, mette sul lastrico il na– zionalismo dannunziano, il patriottismo. militaresco, I'industrialism·o bellico, forse ançhe il protezionismo succhione. Certo tutte queste multiformi sanguisughe non si lascieranno morire, senza reagire, senza ten– tare di appiccare le loro ventose su altre parti del corpo sociale. La « difesa sociale", magnifica ban– diera di tutte le paure e di tutte le cupidigie imper– niate nel blocco, offrirà ancora una piattaforma di , agitazione a quei disoccupati; ma, venuto meno il rincalzo della ·questione nazionale, costoro saranno ri– dotti a mostrarqi nella più vera e più intima loro nà– tura, con non poco spàvento degli umili innocenti, ancora intruppati nel blocco per cagione dei vecchi pregiudizi alimentati dalla scuola e dal giornàlismo, imbottitore di crani. Ad ogni modo. e in un primo momento l'accordo di Villa Spinola è un colpo sul loro capo, che li stordisce. Che cosa ormai si potrà rispondere a quelli che, risoluta la questione dei con– fini orientali, chieggono smobilitazione intera ed im– mediata, disarmo radicale, economie sostanziali sui bilanci della guerra e della· marina? Che cosa si potrà obbiettare a coloro che, come l'Anando dell'Avanti!, assiduamente dimostrano la necessità e la facilità di una trasformazione negli ordini militari, tale da rimuo– vere ogni sospetto che la forza armata sia un istro– mento della classe borghese, un'altra e più vasta guardia regia organizzata contro ,il proletariato? Qui, ci pare, si profila l'impegno di onore di tutto il Partito, e, oseremmo dire, più ancora della parte massimalista, per imporre subito al Parlamento la questione del rinnovaryento ab imis dell'organizza– zione della difesa militare, fatta vera ... difesa del pro– letariato, delle sue libertà, delle sue conquiste, del suo avvenire; contro ogni tentativo della casta mili– tare. Chi non lo intendé è morto alla percezione del- 1 'attualità dei problemi, quale emerge dalla viva ne– cessità delle cose, dall'improvviso spiegarsi e con– certarsi delle circostanze nel vorticoso aggiramento della storia. Ciò non sfuggirà, vogliamo crederlo, so– pratutto ai comunisti unitari,_ che professano il dover~ di approntare tutti i presidi perchè la rivoluzione che essi agognano non sia un... sogno effimero, ed a quegli amici nostri che ritengono inevitabilmente prossima l'andata al potere dei socialisti, non per attuare in un

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