Critica Sociale - anno XXX - n.21 - 1-15 novembre 1920

824 éRltlCA SOC1AL! noteJilievi 101 [onveuno diReggio Emilia Troppo tardi per esser pubblicaJe nel numero pre– cedente ci son giunte queste note del compagno Zi– bordi; mà esse ribadiscono, in forma opportuna e per– suasi:va, concetti la cui tempestività non è minore· oggi di ieri : sicchè esse non perdono alcunchè della loro attualità ed efficacia dal breve ritardo della pubbli- cazione. La C. S. li Convegno di Reggiq Emilia, convocato in ori– gine per moventi e provvedimenti interni di frazione, anzi: più che di una frazione, di una ooaHzione di ele– menti concor<li nel dissentire dialle id,ee della Dire– zione \massimJaJ!ista, ricevette, dia.gli eventi a,c.c.aduti durante la proroga dal 20 settembre al- IO-ottobre, un indirizzo e u-n obieLtivo alquanto diversi. Ci enavamo convocati per discutere il da farsi, on– de diffondere entro il Partito- e fra le masse le nostre crili•che e i nostri concetti; e le minaccie d'o– stracismi venuti da Mosca ci portarono a dover ra– gionare della dif.esa nostra e <lei nostri migliori. Avev.amo preparata la. riunione per ovganizzare un lavoro - dirò così - d'ordinaria attività, e il deli– ne,arsi di situazioni nuove ci tra&cinò a dibattere se, o no, si debba sostener-e n-el Partilo la necessità di andare al potere. Ed altre, men necessarie ma non r-neno utili, di– gressioni vi furono, e intorno alla condizione degli animi d-eÌl-efolle e ali.a propagand.a massimalista, -e intorno ali.a realtà delle cose russe, e alla tremenda responsabilità di chi spingesse l 'Ita)ia nella insurre– zione. E in più d'un punto il C.on.v,egnodi frazione parve slargarsi a Congresso di tutto il Partito, e più d'una vol!,a g-li oratori dimenticarono di p,ari.are a una adunata di convinti (tutti, -eccetto uno, il com– pagno Genn.ari, che, espressamente invitato, assiste– va ai dibattiti, senza partecip-a,rvi) e dissero cose che dovranno più utilmente essere ripetute a Firenze. Or vediamo i punti sui quali si trovò più intima– mente concorde, con significazione .altissima, quella riuniol!e di vecchi socialisti, in cui erano ·i rifor– misti di ieri e erano gli intransig-enti rivoluzion~r,t di ir·ri, ma in cui pi:ev.aJ.evano forse più numerosi quei buoni, fedeli, operosi compagni della -prim'ora, ehe .amarono sempre, -e non per comodo o per ·viltà, ohia– mar.si sociali~l-i. senz'altro epiteto, perchè preferireno e pI'eposero, alle dispute sui metodi, la pr•opaganda dei 'principi, accompagnata dall:a continuità f-econda de!J.e OP;ere. Il desiderio dell ;unità o, a dir meglio, I',apriori– stico non desiderio di una scissione, il do!Òre se essa si rend,esse inevitabile, era .anzitutto naturiale in quell'accolla di socialisti che, per sp,ecifico ufficio, o– per la consueta attività n-ei loro ambienti, vivono fra le massie, e misurano la ripercussione <:liun divorzio <:lei Partito tra le file del proletariato. L'affermazion-e, risonata dall'apertura del .Conve– gno, che gli adunati mm erano degli ex nè in fatto . nè in potenza, ma eran tutti socialisti militanti in piena attività di servizio: che, quindi, non. si erano - Mnvoooti per fondare eventualmente un altro Par– tito Socialista, come i Bissolatiiani nel 1912, ma per rimanere e operare, entro il Partito, a ricondi:..rJ.o a quella ohe noi crediamo I.a diritta via del Socialismo, BibliotecaGino Bianco ebbe pure il prn vivo consenso. Le eccezion.ali, pa– radossali circostanze <li questo periodo, adducendo in massa alla nostra bandiera grandi turbe pervase da una psicologia di guerra, e diffondendo questa atmosfera anche in molta parte delle milizie anzian.e, diede forte prevalenza aUe tesi ,estreme, e mise noi, custodi del .Socialismo tradizionale, in minoranza; ma in una posizione di minoranza tutta particolar.e e affatto diversa da quella che si verifica nelle col– lettività in tempi normali. La vecchia glorfosa ban– diera del Secialismo è idealmente ·con noi e col nostro manipolo, anche se tanti sono corsi di qua e di- là, convinti di andar più avanti. In questa ferma di,chiarazione del nostro convin– cimento, che il vero Socialismo è i) nostro, e che sono gli altri -"' anche se numericamente più forti - che sono « i dissidenti», prevalse (e ciò pure ebbe un nobile signific:ato) ai criteri politici e ai contr.as– segni tattici e progrommatici, un superiore con– cetto sul contenuto etico del )Socialismo. La sectuta er.a appena aperta, .Je discussioni politiche non ·s•,e– rano inizi.ate, non sapevamo se e quale fosse un· pensiero comune su importantissimi problemi poli– tici, prev-edevamo che su yari punii ci saremmo divisi; ma, quando un compagno accennò -che, più delle de– viazioni tattiche e delle aberrazioni <li metodo e di principio, v'è una deg-enerazione morale ohe noi dob– bimno affrontare; che il (< Socialismo di guerra» torcé l'anima delle mas·se ali.a bestiaÌità che par forza rivoluzionaria ma è profondamente individualista. e borghese, mentF>e il nostro Socialismo è umi(lnità, è civiltà sup-erior-e; un iapplaus0, un grido unanime, uno di quei respiri collettivi che significano ah, final– mente!, eruppe nell;:i sai.a e esp·resse un sentimento fondamentale e concorde. E però quella non -era un 'accolta di ·filosofi o di professori, che ·utopisticamente 'immaginassero u'n Socialismo bene educato ed e;igessero uri •p11oleta– riato sempre compreso delle buone norme di civiltà, e tanLo meno che ignorassero .Je inevitabili ripercus– $Ì0ni didascaliche della guerra sulla psiche delle folle. Erano gli uomini pratici, per eccellenza, delle masse, della organizz.azione, della vita ree.le . E s-entivano che questo « Soci-alismo di guerra"' inzuppato di sangue, di odio, di vendetta, di s-entimenti inferiori, non è solo or!'endo in sè, ma è. il contrario preeiso della attuabilità• <l-el Socialismo, o del Comunismo che si voglia dire. Comprendevano che lanciare que– sto allarme contro l'invas.ione psichica della guerra, contro l'infezione d-el fatto ,pià squisitamente tipico della barbarie individu,a.Jistica e capitalistica, non è un lusso -etico, non è un sentimentalismo pi.atonico, ma è un aUo neeess.ario p,er I.a realizzazione sociia– list.a. Gran part.e di questi fermenti e reliquati tossici di guerra possono esser.e lieviito rivoluzionario, per la demolizione, ma sono incompatwili ·con la ricostru– zione di una convivenza collettivista. Sono un insor– gere di istinti individuali, di jra e <li vendetta contro la borghesia oggi, ma di sopraffazione e di partico– .Jarismo e di egoismo, di ciascun grappo, di ciascun individuo, contro l'altro gruppo, contro l'altro indi– viduo, entro il proletariiàto, domani. Fare opera di disintossicazione degli animi non è ·rare dell'evangelismo astratto, e tanto meno è fare un servizio alla borgh-esia - com-e credono alcuni, deducend.olo dal fatto che es-sa sool lodare ehi, tra . noi, lo va facendo, mentre, dal canto Sl¼-0,. essa prose-

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