Critica Sociale - anno XXX - n.21 - 1-15 novembre 1920
332 CRITICA SOCIALE presenti condizioni anormali, la distribuzione a?b!a una più larga applicazione, sia cioè_estesa _a t~tll, m modo che ciascuno abbia secondo 11 proprio bisogno e contribuisca alla spesa relativa in proporzione al proprio reddito: formula che l'intricato sistema tri– butario impedisce di attuare sin d'oggi, che potrà es– sere invece facile e opportunissima domani e attuare il principio del diritto alla vita nella es~ression~ i_nte– grale che esso può avere anche in regime soCiahsta. No·i richiamiamo pertanto sulla proposta l'attenzio– ne di tutti i compagni che s'interessano alla questio– ne, del Gruppo Parlamentare, delle Organizzazioni Sindacali. Il problema è grave e urgente. Il ~al~ potrebbe incancrenire e costringere a quelle soluz1om affrettate che allontanano le difficoltà, ma non le eliminano, e ne accumulano anzi di nuove. Non è i,\ caso di dire che non spetta a noi di aiutare il si§te– ma economico e lo Stato borghese a risolvere questa crisi. Se pyr è borghese l'edifizio ~!nac~~t? di ro– vina, son proletari, in gran parte, gh mquilm1. eh~ d~ quella· rovina sarebbero più pesantemente sch1acc1at1. E poi il problema del pane è pressoch~ uguale, nelle presenti condizioni dell'economia mondiale, per q~al~ siasi regime. Dobbiamo avviarlo a quelle soluz10~1 che facilitino il nostro compito di domani, se le vi– cende ci condurranno a prendere in mano, in ql!al– siasi modo, le redini del potere. La Critica Sociale. ' LE FERROVIE AI FERROVIERI- Il nostro amico e collaboratore Sigismondo Balducci continua e integra, con l'articolo che segue, l'opera già. iniziata col suo volumetto intitolato Elefantiasi f er– roviaria (1). Il problema che egli pone è gravissimo e si riconnette con tutto il problema d.ell'economia e della fìnanza italiana. Tutti sentono ormai che cosi non si può più andare avanti : cercar di arrestare questo processo di disfacimento è interesse e dovere di tutti. Di noi socialisti per primi. La borghesia può, per sal– varsi, fuggire all'estero, dove si è già fatta pre.cedere dai suoi capitali;. è il proletariato . quello cui. tocca restar qui a soffrire e a basire. Comunque si pensi ,che abbiano a volger gli eventi, è certo che le difficoltà s'accrescono enormemente per un partito d'avvenire, se le fonti della produzione restano inaridite. E tanto più nell'ipotesi di un fatto rivoll!ziorn~rio. Di qui la importanza e urgenza del problema. Lii soluzione che il Balduèci propone (gestione sin– dacale del servizio con partecipazione o controllo dei rappresentanti della collettività) risponde, nelle linee generali, a un concetto ormai accettato da molt-i, e che noi crediamo destinato a tradursi in realtà. Sulle mo– dalità dell'attuazione fa.cciamo qualche riserva; nè cre– diamo che gli effetti saranno cosi rapidi e lieti, come il Balducci mostra di prevedere. Ma intantoe bene che problemi e soluzioni siano proposti in forma prè– cisa. Noi speriamo che questo invogli qualcuno a di– scutere e inciti le organizzazioni dei ferrovieri a pro– spettarsi la questione che- non è solo di interesse (1) Milano, Società Editoriale' Italiana, L. t. - Ne r1<cooman– diamo la lettul!ll a 'quanti si interessano del problema. Biblioteca Gino Bianco borghese, perchè riguarda la vita qualunque - ripetiamo - abbia assetto di domani. di· tutto il Paese, ad essere il suo IL V1cB. Corse voce, mesi addietro, che l'on. Nittii in uno dei su-oi colloq-ui coi rappresentanti del Siinda-ca-t.o, avesse afferita ,ai ferrovi,eri la gestione dell-e ferrovie, e che essi avesse-Ilo declina.La l'offerta, come prema– tura. E invero, lo. classe ferroviaria, occupata e preoocu– pala di migliorare paghe, turni di lavoro e pensioni, non si è fin qui inte-res,s,ata dell ',and:amento tecnico ,de]']'azienda: e fu ,errore. Se avesse studiato ,e im– p·osto una più -seroplic·e orgl3nizzazi0ne t&ooioo.e -bu– rocratica, essa a:vrebbe reso possibile qn'ooonomio11<li centinaia ,di milioni, come dimos,trammo in « EJ.e.fan– tiasi ferr01Vi.aria »: avr-ebbe fa.ciUwJtocosì la wluzione -delle questioni che la 11'.igr.ardain0e r-ecato un Ì!fil'– menso beneficio al Paese. E non si se.rehbe trovata imp,reparat.a alla eventualità di dover gestire le fer– IIO'Vi:e, e all'offerta di Nilli non avrebbe dovuto ~p- porre un rìfi,uto. ' Il disordine che oggi regn,a neille ferrovie non .s.a-i:à cer-to riparato ,wn atti di Governo -per quanto ,ener– gici. Chi lo generò .fu la bu-rocr.aiia, sfaoci,a,t,ae diso– nesta, curante solo di ~ e del proprio avvenire. Di fronte a bila'Ilci, uno più p,a,s-sivodell'eJ•tro, essa si ingegna a f,alsarli, rifugg1en,do .dai rimedii el"Ojci'. N,el settembre 1919, ,ad esempio, ,si riunivano in Roma i più alti funzion,ar! - tutti ing-e.g,neri -:- per indicare ,a-IMinis-bro una via d•u~ita: COilJCluserounianimi che il p,erson.ale... si d'oveva ancoro aumentare! Alla stessa data in « Elefantiasi » sug.gierimmo economie ,a biz- 1,effe. E chi non ricorda i trecento f-unzionarii ,che il Ministro De Vito « distaocarva » dal Mini-stero dei Trasporti? Se1tif.rarr-e l,a gestione ,ferrovi,ari,a a una cosi indegna •oligar-chia è dunq,ue una necessità. D'altronde non si parla p.ersino della p,robabilità . .d~ cedere le f-errovie ... agli Ameriooni? E non hanno semp-re gli ialiti fun– zionarii osteggiato e 1Sabolato - l'esercizio di Stato? Le ferrovie ai ferrovieri! E una fraise che spaventerà tanti ben pensanti col WP sapore· sinda,c,a,Jista. Noi crediam,o; vi,cevers,a, ,che · essa p•ossa rappresentare l'attuazione di un programma, mercè cui, diminuite ralla borghesia le possibilità e le occasioni di nuocere collo sfruttamento e colla S'Peeulazi0ne, essa possa r1manere quale elemento ,tecnico -di· indiscutibile v~– lore .ad aiutare le nu·ove !unzioni deHa dia-sse la:vora– trice, imp,rep,a,r,aitaai cimenti di una poHUca iecono~ mi-eiache ha, chissà per quanto lem-p,o ancora, tu.ti. & le difficoltà, tutte le pasto1e e ·luUe -le sorprese del1a politica propriamente detta. Siamo dunque ben lungi dallo studiare e dal p.ro. – porre un piano sind-a~lista e neppure corporativi– stico: vogliamo, sì, che l,a ferrovia sia data in gestione ai ferrovieri, ma salva sem,pl'e, direm-0 cosi, )'-alt.a so– vranità del Paese, della coHettività: H che è, d'altra parte, un -dovere eminentemente sociali.sta. Il valore capilale delle ferrovie lo si faceva ascendere o. 7-8 miliardi; ma ivi incluii tutti gli spropositi, tutti i favoritismi e tutte• le mangerie di mezl!:o ,<;eco)odi aHegra politica ferrovia.ria. Non è qui il caso di ripe-
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