Critica Sociale - XXX - n. 17 - 1-15 settembre 1920
CRITICA SOCIALE 263 invece la fermentazione toglie al benedetto puro pro– dotto della vite. Ora, il fatto veramente doloroso per noi si è che, possedendo un prodotto nazionale in enorme massa e che potrebbe rappresentare un alimento completo di primo ordine (tanto che, a parità di peso, presenta quasi duemila calorie più del latte), lo si distrugga per ricavarne una bevanda alcoolica, cioè non ali– mentare. Qualora dai 44 milioni di ettolifri, che annualmente consumiamo di vino, si sottraesse preventivamente almeno una decima parte di mosto per lavorarlo nelle varie forme insegnate dalla tecnica (gelatine, conser– ve. miele d'uva, ecc.), onde conservarlo analcoolico, noi potremmo avere tonnellate di un alimento, pre– zioso sovra tutto per la nutrizione degli infanti, dei vecchi, dei deboli, degli ammalati, L'on. Turati, nel discorso più sopra citato, e che, secondo alcuni uomini politici, può assurgere a pro– gramma di Governo, tiene pur conto di questi_ criteri. Nel 1913, nel Congresso internazionale di Milano, seguendo i criteri da me esposti al Convegno prepa– ratorio in Firenze, avevamo promosso e fondato una Associazione Cooperativa intitolata cc Unione Viticola Analcoolica >J (U. V. A.), che aveva per isco'po di estendere l'utilizzazione dell'uva e suoi. derivati anal– coolici. come alimento popolare. A tal ,ne la Coope– rativa U. V. A. si proponeva : a) org.anizzare il commercio dell 'uv.a m.ang,erec– cia, sja per commissione di produttori, d,a per conto proprio, provrndendo alla conservazione e distribu– zione del prodotto e ,aprendo spacci cli rnnòita; b) promuovere Consorzi e Cooperat1v,e di consu– matori, costituendosi intermedi,aria per avvicinare il più ·possibile i consum.atori ai p,roduttori; e) organizzare I.a prop,agand,a per popolarizz,arc e diffondere il commercio ,e il consumo dell'uva man– gereccia e dei suoi cleriv,ati analcoolic1, ,come ali– mento popolare; d) incoraggiare lia produzione di uv-e mangcrec– cie e dcrirnli anulcoolici, organiz:wndone i mezzi di conservazione e k1vor.a,zione; e) prom1,overe le eventuali applicazioni inclu– s,Lri.ali di Lutti i deriv,aU dell'uva, escluse sempre le l>crnnd,c alcooliche. ' Quando scoppiò, nell'agosto 1914, la guerra euro– pea, previdi subito che, nell'anno successivo, sareb– bero state enormi le difficoltà per l'approvvigiona– mento e che i danni maggiori sarebbero stati sentiti dai fanciulli, ai quali sarebbe venuto a diminuire il latte e lo zucchero. Nell'inverno del 1915, le mie intuiiioni si verificarono al di là del p'revisto; cercai, coadiuvato da alcuni amici e studiosi, d'interessare al programma dell'Associazione U.' V. A. alte persona– lità politiche, fra le quali I'on. Orlando, che non era ancora salito a far parte del Ministero Salandra, e si elaborò un progetto tecnico per la produzione su vastissima scala, col concorso dello Stato, di alimenti completi azotati e idrocarburati mediante la lavora– zione analcoolica dell'uva, onde avere un prodotto ricchissimo dei migliori principi nutritivi e special– mente adatto per milioni di bambini delle nostre scuo– le, dei ricoveri, asili, ecc. Le vicende politiche ed altre cause impedirono l'at– tuazione del nostro programma; intanto il capitale ibHotecaGino Bianco privato, pe:- opera degli zuccherieri liguri-lombardi, si interessava a questa industria, ma a scopo di pura speculazione capitalistica, ed in piccola parte attuava le idee esposte; in quella parte cioè che poteva tornare utile non tanto alla risoluzione del problema per l'a– limentazione nazionale, quanto ai fini del maggiore interesse ricavabile dai capitali impiegati nell 'in– dustria. È evidente che, dati gli altissimi prezzi al quale si vendono i vini in Italia, i prezzi dell'uva saranno sempre elevati nè permetteranno di produrre su larga scala ed a mitissimi prezzi le conserve d'uva. A tal fine occorre l'intervento dello Stato; la collettività, rappresentata dallo Stato, ha il diritto di prelevare dai singoli produttori, a prezzo di imperio, una parte del prodotto uva e di utilizzarla per vantaggio gene– rale come alimento. Lo Stato ha, non solo il diritto, ma il dovere di prelevare - e sta facendolo - non soltanto i sovra profitti di guerra, ma una parte del patrimonio e quella parte del reddito che occorre nazionalizzare ai fini della conservazione sociale. Per– chè non farebbe specificatamente altrettanto colla produzione dell'uva? , Suppongasi che lo Stato prelevasse, a prezzo d'im– perio minimo, una ventesima parte del prodotto del– la vendemmia. Sarebbe una forma di tassa 'non ec– cessivamente gravosa, della quale il produttore si rifarebbe in massima parte sul consumatore di vino, elevando ancora il prezzo, come fa negli anni nei quali il raccolto discende sotto la media per aumen– tata peronospora o per altre vicende culturali. Sarebbe una specie di <e decima » sociale, prele– vata sul prodotto nell'interesse nazionale. Grandi fab– briche nazionali, organizzate però, per la loro ge– ,stione. con criteri totalmente industriali, dovrebbero .sorgere nelle regioni viticole e lavorare questo pro– dotto primo, che dovrebbe esser •distribuito, nelle qualità popolari, a prezzo politico, cioè il più vicino alle spese di costo, le quali dovrebbero essere mo– destissime, visto che la materia prima sarebbe pre– levata direttam~nte al produttore dallo Stato a un prezzo minimo. . Le .qualità di prodotti analcoolici dell'uva di marca superiore potrebbero essere vendute non solo all'in– terno ai consumatori a prezzo lioero, ma accreditate specialmente all'Estero, esportandole in quegli Stati che, pur respingendo i nostri vini, non avrebbero però ragione di impedire la importazione di un ali– mento di primissimo ordine, di grande valore e uti– lissimo anche nella terapia, come i mosti d'uva lavo– rati in prodotti analcoolici. (Continua)., DAVID LEVI MoRENOS, La Lega Nazionale delle Cooperative ha già pubbli– cato, a distanza di sole due settimane dalla second~, la ' TERZA EDIZIONE del discorso alla Camera dei Deputati, 26 giugno 1920, di FILIPPO TURATI RIFARE L'ITALIA! Un volumetto di circa 100 pagine, presso la Lega Nazionale delle Cooperative (Milano, via Pace, 10) e la Libreria dell'Avanti! (via S. Damiano, 16). Pre::::to L. 1,50 (nette L. 1,10 alle Cooperative federate e ai rivenditori). ..
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