Critica Sociale - XXX - n. 17 - 1-15 settembre 1920
262 CRITICA SOCIALE cuccagna dcli.a guerra hanno disimp,arato ia calcolme i costi ed ... a contentarsi di utili modesti. Quindi è mestieri che, o i privali, o i Governi, o tulli iassieme, importino sempre più prodolli azo_ loli; -che le fabbriche di calciocianamide, che già ~sistono, siano stimolate a migliorare gli impianti; che le acque ammoniacali dei g,asomelri, -delle dis,Lil– lerie rii carbone, vengano sfruttate a fondo. M.a non è t.utto. L'avvenire incombe ,ass,ai fos,co, e un Go– vc1•no, che voglia avere un programma di economi.a nazionale, non può disinteressarsi del pr.oblema dei concimi. Un Governo che intenda prep.ararc all'Italia un men dr.r'o domani, una più vera libertà, siia esso borghese, socialdemocralico o bolscevico, deve libe– raq•c l'Iwlia dalla schiavitù del g-rono; alla base v'è la quislione dell'azoto a buon mercato. Come tubi.e le grandi soluzioni tec·niche, anche questa soluzione è rivoluzionaria,. Con John Bull accampato ,a Mialt.a, a Suez, a C..Ostantinopoli e ,che monta la guordia a.Jle colonne d'Ercole, la viba ci sarà ,abbastanza, difficile per il carbone. Conquistare ,almeno l'azoto significa gua,rcnlirci dal pericolo di essere un bel giorno pr.csi dolicat.amen,te per fame .... Ing. R. BALDUCCI. I BRANDI PROBLEMI DELLA NUOVA ITALIA Vlff ~ EAl[O~ll~M~ ff Ell'f[Off OMIA ffAllOff AlE II. Latte ed uva. L'utilizzazione dei mosti. Il malessere alimentare in Italia è causato non solo dalla deficienza di grano, ma anche dalla deficienza di altri alimenti di primo ordine, come ad esempio il latte. Un motto proverbiale molto comune in Italia dice: « Il vino è il latte dei vecchi », ma neppure un etto– litro di vino potrebbe sostituire, in valore alimentare, un bicchiere di latte. Siamo a questo : che noi produciamo e consu– miamo per un valore di dieci miliardi di lire in vino, mentn~ scarseggia ed è ad altissimo prezzo il latte, il vero e puro alimento per i bambini come per gli adlllti e per i vecchi. Eppure il succo d'uva non fermentato, ma con– densato (miele d'uva), è quell'alimento che, per il suo valore nutritivo, più s'avvicina al latte, come dimostra il· seguente prospetto analitico favoritom; da Eudo Monti: Valore alimenta1·e dei seguenti prodotti Carne La.tte Miele d'uva. Zucchero (sutto) varie forme (50 °lo lattosio non dolce; 4 ° / 0 samrioso) 85 glucosio Proteine 13¾ 1 4,60 °lo 9,50¼ Grassi fosforati . 12" 8 " 3,80,, Lecitine (lecitani). 0,35% 0,10 " 0,26,, Fosfati (Anidride di fosforo). 0,18 ,, 0,08,, 0,42,, Equivalente dina- mogeno: calorie 1800 4000 5800 Biblioteca Gino Bianco II miele d'uva è l'alimento ideale e veramente perfetto, perchè digeribilissimo anche se ingerito in quantità notevoli, ed anche gli stomachi deboli od ammalati lo tollerano assai bene. L'on. mio amico Prof. Arturo Marescalchi, tecnico di gran fama, Presidente della Società dei viticul– tori italiani, richiama l'attenzione dei consumatori sulle virtù terapeutiche del vino ( 1). e ricorlfa il parere di molti medici (Trussecus, Ferrier, Nothnagel, Laénnec, Chomel, Franck, Marsant, Arnozan, Sabra– zer, Marcadier) sulle virtù terapeutiche deL vino. Non è còmpito mio analizzare le ricerche di questi medici sulla utilizzazione dei vini nelle, malattie febbrili, nel– le brcncopolmonitij ,neii tisioi febbrtcitanti, nelle dispepsie, nei vomiti di gravidanza e ,iervosi, nelle diarree e nelle dissenterie, nelle febbri tifoidee. Nep– pure prenderò in esame le decantate e portentose proprietà del vino quale solvente di alcuni principii medicamentosi contenuti in diverse sostanze; lascio ai medici igienisti rispondere in proposito. Qui mi basta far conoscere che nell'Ospedale dt Venezia, da più anni, ad opera di un illustre primario, il professor Giuseppe Jona, l'uso del vino fu totalmente abolito nella dieta ordinaria e riservato solo, cflme un mezzo terapeutico ed in minima misura, p~r casi speciali. Il prof. Jona mi scriveva due mesi or sono: « Il nostro Ospedale ha adot!Ja.to il regime analcoo– lico, sopprimendo iT vino dalla dieta sino dal 1917, , dopo il mio esperimento triennale. Da l!Jllor.aconili– nua, senza alcun lagno d.a parte dei malati, senza alcun loro rimpianto, senza che, per ragioni sociali o di opportunità, sia sorta al-cuna intenzione di mo·– dificarl:>. Continuiamo a somministraré moderate dosi di miarsa-la e cognac, quale med'icazionc eccitante, in .alcuni dei casi in .cui questo occorre: sempre l'uso è rimasto moderato: per esempio, nell,a mia sal:a di tifose, ove queste sono in medi.a giornaliera da quindi,ci ,a trenta, 5i ,consum.anio circa quattro litri di marsala all'anno e da due a tre litri di cognac all'anno. La convalescenza delle tifose (per confer– marti solo uno dei f.atti esposti nelle mie lezioni del 1917) (2), pirocede ottimamente, spediita, conifortiante per loro e per noi medici, senza che noi diamo, nè che esse ,chiedano mai, il vino, senza che il loro ma– gnifico appetito ne soffra, senza che I.a loro capacità a digerire e 0 ad assimiJ,are mostri della deficienza, senza che il ricupero deU.e loro forze si presenti sterut.ato ». Non nei vini medicamentosi, ma nell'uva fresca e nei succhi d'uva condensata o sterilizzata a freddo (I 'unica tecnica che conservi al mosto il vero e totale suo valore di alimento), si devono ricercare quelle singolari virtù terapeutiche e sovra tutto nutritive, che (1) llAamsoALCHt A.: I vini medicinali; Rivista. L'alimentazione. Mila.no, ottobre 1919. (2) Per maggiori notizie vedere il la.voro del dott. JoNA. G.: Dieta ospedaltsra sensa alcool; Rivista n Policlinico (sezione pratica, &nno 1917). lmporta.ntissimo è il fatto ivi messo in luoe d&l dottor Jona (pag. 20 e seguenti} ohe una immediata, oioè totale aottra.aione dell'alcool & qu&lunque ma.lato, sia. o non sia. bevitore, è tollera.t& ottima.mente e con immedia.to beneficio per gli ,. lo oolizza.ti, È completa l'antitesi fra. lo svezza.mento dall'alcool e le demor– finizzazione, cosi ohe, per il dott. J ona, la pretesa necessità. fiaio– logica del vino nelle persone a.d eeso abituate è as,olutamenle effetto dl una suggestione o dt un. pt·egiudizio, non di -una nceeHtlti. dell'organismo.
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