Critica Sociale - XXX - n. 17 - 1-15 settembre 1920
270 CRITICA SOOIALE vi è un 'altra disciplina, che ora si tenta d'imporre: quella della bocca tappata, quella della cambiale in bianco che si voleva far sottoscrivere ai deputati, ren– dendoli virtualmente dimissionarii a libito dei capricci della I>ii'ezione, quella insomma della soppressione della dignità. Ebbene : io dico, e lo dico spec,almente agli operai, guardatevi da questi superdisciphnati, che accettano a priori ogni transazione di coscienza e ogni umiliazione, che si adattano a fare il deputato– fantoccio. Costoro, come sono i traditori di se stessi e della propria coscienza, con uguale facilità saranno i traditori di voi e della rivoluzione. (Applausi vivis– simi). Ed ecco perchè - ed ho finito - noi accettiamo l'Ordine del giorno Lazzari come un terreno di con– ciliazione. Col compagno Lazzari abbiamo leticato va– rie volte nella vita; ciò non ci impedì di continuare a stimarci e a volerci bene. Leticheremo forse ancora con lui, per una certa sua intransigenza troppo gretta, per altri lati del suo pensiero e del suo temperamento, che lo fanno refrattario a talune nuove esigenze della odierna politica, più complessa che non fosse a' suoi tempi. Leticheremo forse ancora; ·ma, insomma, nel fondo della sua mozione è il socialismo, è veramente la tradizione socialista e marxista, è tutta la nostra vita di militanti, che non possiamo rinnegarn. Le quali cose, se voi rinnegherete, avrete probabilmen– te, in forza dei mandati imperativi, la maggioranza in questo Congresso, ma sarete voi stessi, e avrete spinto il Partito fuori del socialismo. E le migfiori forze del socialismo, le sole veramente attive, saranno, o aper– tamente od occultamente, contro di voi. Lo saranno tutti i deputati socialisti, tutti i membri delle Opere Pie, delle Amministrazioni comunali, della Confede– razione del Lavoro·, la quale oscilla, perchè sente che ha dietro di sè un esercito ancora troppo caotico, in– cosciente ed infido, ma che, per gli interessi stessi che rappresenta, nòn potrebbe certo seguirvi verso l'abisso ,a cui la vorreste trascinare. Insomma voi sapete per- fettamente che non è con voi tutta quella che è stata fino ad oggi la forza, l'attività, lo spirito ed il sangue del socialismo. Voi la mettete fuori colla vostra in– transigenza, coll 'intrans'igenza dogmatica, tirannica e semplicista del vostro programma. Sarà il Partito fuori del Partito. Siete voi che vi scinderete e potrete vantare la maggioranza di un'ora. Ma rifletteteci be– ne, poiohè la vita di un partito non è soltanto· la que– stione aritmetica del voto di un Congresso. Finalmente credo che il programma massimalista, oltre ad essere la rinuncia al socialismo, oltre ad es– sere il disastro del movimento del proletariato, quando si tentasse di attuarlo sul serio, isolerebbe il proleta– riato italiano dall'evoluzione normale degli altri po– poli civili, e condurrebbe a un'altra guerra a breve scadenza. Questo concetto _esigerebbe una spiegazione un po' lunga. Vedo che il mezzogiorno è scattato. Permettetemi di darvelo unicamente come tema di meditazione : « Il massimalismo è, in Europa, u~a guerra che si preannuncia ». Viva la guerra o viva il socialismo? · Scegliete! (Il Congresso scatta con un urlo solo: Viva 11 Socialismo! Abbasso la gu_erra! ed applaude calorosamente). Ai _p1°ossimi Numeri: 11 motivo sociale del movimento nazionale ebraico, di MOSÈ BElLJNSON; 11Teatro del Popolo, di l'l'ALO ToscANI; BibliotecaGino Bianco DALLE RIVISTE Nella Rivista berlinese« Sozialislische Monalshefte » una scrittrice, W,aHy Zepler, Sii ponie que.sto quesito: Quali sono i ri·sultati del primo periodo della ,colla– bo-r,azione -polit.ioo della donna in Germania? Rispondendo, la Zepler premette che, qua:Ii che siano quei ri,sult&ti, e::;si non possono nè giovare nè nuocere alla tesi del diritlo deJ<ledonne .a pmtecipare ali.a vita pubblica, p,erchè tale diritto esisite -per se stesso, è un postulato delJ.a dignità ,della donn,a, del– I 'indipendenza economica che questa ,&iè a-cqu.istata nei tempi moderni J,avor.ando e vivendo dei frutU del p,roprio lavoro. N_on è tuttavia senza interesse l'esaminare se Ie donne tèdesche, che in tu1tti i campi della p_olitroa mostraTono un,a grande attività e aocor– sero in numero straordinariamente gronde .alle ele– z.ioni per l'Assemblea -costituente, .abbi.ano realizz.a.te le speranz-e rip,oste nella -loro co.Jlaborazioné, e .ab– biano seguìto le vie più .conformi .a.I loro interesse. In che consistevano quelle speranze? Nel ,confid,arc che le donne otLenès•se'l'O 1 'assoluita eguaglianza di diritti e di leggi per i due sessi, una maggior prote– zione delle gestanti e dell 'inf.anzia, ,e, sopratut.to, che recass~·.ro t,na intensiv,a e general,e trasf.o,rmazionc nello spirito de!Ja vita pubblic,a. Un primo problema agitato da.Ile rap,presentanti del popolo nell'Assemblea na.zion,a,le e nei Parlamenti !oc.ali della G.ermani.a fu quello dell 'equipar>azionc degli :;Li pendi, a pa•rità ,d'impiego, fr,a uomini e don– ne. La concorrenza fra quelli e q'u,es·te fu particol.a.r– mente grave .all'epooo d~lla smobilitazione .e dell,a di– soccupazione che le tenne dietro. Potenti organizva– zioni in cui prevaleva l'in!luenza maschile si .ad,ope– r,ar,ono allor.a perc.hè le donne fossero ,espulse dai posti fino a quel tempo occup<llti, e gli impieghi v,e– ntssero riserv.ati. agli uomini, in prima linea ai paç!ri di f,amiglia. Le « deput;atesse » dei vari Sta.ti del lleich, senza distinzione di partito, si coll,egarono in gruppi per la difesa delle ragioni del lo.r.o sesso. Il « fronite unico femminile» si tornò a formare qu,ando venne •in cìi:scussiune la legg,e sui Consigli di f.abbri,c,a. Il risultato fu che la l.egge ordinò 11011 dov,e·r,el'aippar– tenenza a un sesso piuttosto ,che ad un ialtro ,e,osti– tuir,e un motivo legittimo di sospensione o di Ji.cen– zi,amento; e che furono pre.s•e in consi,de"razione pro- . poste p,er-chè J,e donne potes-sero concorrer.e anche a. quegli uffki e a quelle funziorn da cui finora si tro– vano escluse, Le « deputatessc Jl si adop,er.arono ,con molta so,Jle– ci,tµdine per la defi,nizfone della p,osizione soci,al,e ,e famJgliare della .cJonn.a, della madre, e della pTole illegittimia. Su questi punti p,erò si contrapposero, nei P,arl,am,enti, non uomini ,a donne, ma p,artiti D. par– titi. I soc~ali.sti « i:ndio.endenti Jl vo.Jev,a,no,cane,ell,atc tutte le disposizioni li!I)itanti lo stato dell,a do,nn.a in qual,siasi campo della vi1l,a pubblica e priv,ata, li « C;mtro ;; si o-ppose ,a tale concezione, e d,elegò, ,come l,c altre frazioni parlamentari, un,a donna a soste– nere il suo punto di vista. I democratici propose•ro di .aggiunge<re ,a,Jp.ar.agrafo r-egoLante il matrimonio queste parole: « li matriq:tonio è fondato sull'e!lì,J,a– gli,anza di diritti dei due sessi ll. Quanto e.i figli ille– gittimi, gli « indipendenti » volevano pareggiarti in tu.tto ai legj.ttim1; i « socialdemocr.aUci » cMedevano per essi ìl ,diritto al nome del p,ad,re, e la p,artecipa– . zione .all'eredità paterna; i « democratici Jl, sempre per bocca di una donna, si contentavano di ,a,cc,ordar loro il di•ritto di essere mantenuti e<l educati a ,cur,e ·del padre; mentre le rappresentanti del « Centro ll e della « Destra Jl si opponevano a qualsiasi pa:rificazio.– ne d,i.diribti: cosa questa di cui non è da stupir.si, ·poichè fu ,ruppunto una « deputatesro » del « Centro l! a OP'porsi al\ ',abolizione. del divieto di maritarsi fatto d,alle leggi hedeschc <1.lle impiegate e alle insegnanti, Questa scissione del,lf donn,e non depone però con– tro l'inlluenza dcli-Odonne nella ,politioa, perchè e&se eser-cita•rono tale influenza :appunto p,er mezzo del par– tito a cui app,a1,tencvano. Rimane a vedersi se, du– rante un esperimento di qua,si due anni, le donne abbi,ano complessivamente rivelata un.a p_.arUcolare mentalità p6liti•ca, e,aratteristica, diversa da quella de-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy