Critica Sociale - XXX - n. 17 - 1-15 settembre 1920
266 CRITICA SOCIALE cace per tutte le conquist_e. E bensì vero, nè io certo me lo dissimulo, che un giorno o l'altro, quando diventasse immediatamente pericoloso per essa, la classe borghese potrebbe tentàre violentemente di ri– toglierlo. Questo lo capiscono tutti, e si è già qualche volta verificato. Ma l'argomento, che è proprio degli anarchici, prova a mio favore. Perchè il giorno che il suffragio universale sarà tanto pericoloso per gli oppressori da indurli alle estreme difese colla vio– lenza, quel giorno la violenza borghese avrà cessato di essere essa stessa pericolosa. La forza, la forza prevalente non sar.à già più dalla loro parte. Quando il suffragio universale sarà voluto, sentito e saputo fortemente manovrare dalle nostre masse, se la classe borghese follemente tentasse di rapirglielo- colla vio– lenza per ricondurle in servitù, allora, allora sì, che l'atto di violenza difensiva del proletariato sarà non soltanto legittimo, ma necessario e vittorioso (rumori, interruzioni vivaci e prolungate). La rivoluzione russa ed il suo domani, La i111pazienza e la evidente stanchezza del Con– gresso mi consigliano ad auto-sopprimermi. Io avrei voluto qui chiarire molti altri concetti, che mi paiono fondamentali in questa discussione. Ma· converrebbe che una discussione pacata fosse possibile - e evi– dentemente non è. - Consentitemi almeno di re– spingere una accusa che Serrati mi si disse aver fatto mentre io non ero in quest'aula, quando egli rimpro– verò alla Critica Sociale di avere denigrato con qual– che pubblicazione la rivoluzione russa. VOCI. - Si, sì, è vero ... PRESIDENTE. - Vi prego di stare z1tt1. ALTRA VOCE. - Non la leggete la Critica So- ciale! TURATI. - Ciò è assolutamente contrario, non solo alle mie intenzioni, ma anche alla realtà obiet– tiva dei fatti. La verità è soltanto questa : che ho ospitato un articolo di un socialista rivoluzionario rus– so, che era stato fino a pochi giorni prima redattore e corrispondente dell'Avanti!, il nostro ottimo e t.en noto compagno Vassily Soukhomline, articolo che metteva in luce alcuni aspetti foschi del leninismo. E, malgrado l'insospettabilità dell'autore, che è uno dei nostri più valorosi compagni, io spinsi la cautela fino ad anteporvi una premessa, nella quale avvertivo che àavo quell'articolo a titolo di semplice informazione, parendomi necessario che il Partito e il proletariato, prima di prendere posizione pro o contro i-I leninismo, sentissero le varie campane. Considerare il proleta– riato come un orbetto, a cui si debba sistematicamen– te celare la verità e di cui sia lecito bourrer le crdne con ogni sorta di panzane, impedendogli di formarsi un giudizio proprio, mi è sempre parso una mancanza di rispetto ed un tradimento al proletariato medesimo (interruzioni, rumori vivaci). ZANETTA. - Fate come la stampa borghese. E' infernale il sistema! BORDlGA. - Come quell'altro rinnegato di La– briola! (MODIGLIANI ed altri scattano contro il pal– chetto ove sono raggruppati gli astensionisti. Succede un pandemonio grandissimo. Nella sala i battibecchi sono vivacissimi). NORLENGHI. - Libertà di parola a tutti, per dio!. .. (applausi). TURATI. - Io devo dolorosamente constatare an- BibliotecaGino Bianco cora una volta che lo stato d'animo del Congresso non consente la esposizi,;me pacata, serena ed intera di un pensiero, che io avrei contenuto nel limite mas– simo di un'ora. Io devo dunque rinunciare ... (VOCI : No, no, parla quanto vuoi! (Applausi prolungati) ... a sviluppare completamente il mio concetto. Io volevo parlare della Russia come la vedo, con tutto il rispetto con cui vedo la tragica situazione délla Russia. Questo non è possibile ... ZANARDI. - Quelli che non sono co11gressisti vadano via dalla platea. Sono loro quelli che distur– bano!! VOCE. - Sospendiamo la seduta. I:' m<: 'zogiorno (rumori, proteste). UN CONGRESSISTA. - Domand0 la rarola per una mozione d'ordine. Che siano messi alla porta i disturbatori. PRESIDENTE. -· La parola è al compagno Turati per la continuazione del suo discorso, ed esorto an– cora una \-Olta alla calma. (Ma i battibe-ehi nella sala riprendono ancora più violenti, e sono costretti a scen– dere in platea Zanardi e i membri del Comitato). TURATI. - Transigiamof Vi domando un solo quarto d'ora di pazienza... (lnterruzionP. da un palco, che provoca il risentimento di tutti. Si urla : << Fuori, fuori i disturbatori! »). BACCI. - Compagni! La Presidenza del Congres– so ha già detto la propria opinione su questi troppo prolungati incidenti. Aggiungo una sola parola in no– me delrancora esistente Direzione del Partito. E' un rappresentante poi della minoranza che parla! Pare impossibile che, nel campo socialista, la maggioranza voglia schiacciare la minoranza! (applausi). Compagni! (Altra interruzione e grida di: « Fuori, fuori; cacciatelo fuofi! »). Generalmente _questi inci– denti avvengono così : C'è uno che interrompe. La– sciatelo solo. Invece, per soffocare la voce dell 'inter– ruttore. sorgono cento voci e l'incidente si prolunga. Ma lasciate che l'interruttore sia lui solo ad inter– rompere! L'oratore sentirà. Quindi andiamo avanti con la regola del Congresso e continui -a parlare il compagno Turati (applausi). TURATI. - Avrei già finito se le continue inter– ruzioni non mi avessero allungato il cammin{I. Ho già detto che rinuncio a un completo sviluppo de'! mio pensiero. Vi domando un quarto d'ora di pazienza per compiere il debito mio, che è un onere che io ho as- sunto. ' Avrei potuto portarvi il pensiero della mia frazione - e avrebbe dovuto, mi pare, interessarvi - sulla rivoluzione russa; ma il Congresso è troppo inquieto per ascoltarmi. Noi consideriamo con illimitlHo rispet-. to quei tragici avvenimenti, ma constatiamo che lo _ scacco toccato alla rivoluzi~ne in Ungheria, e che pro– babilmente, crepi pure l'astrologo, non risparmierà neppure la Russia, è la conseguenza prevedibile ed inevitabile della sventura di aver voluto, o, poniamo pure, di aver dovuto, per fatalità di circostanze, forse superiore alla volontà degli uomini, passar~ improv– visamente da un regime di oppressione zaristico, ti– rannico, da un regime di miseria e da uno stadio eco– nomico semifeudale e medioevale, al cosidetto bol– scevismo. cioè ad un regime di preteso socialismo alla cui effettuazione· mancano talune delle condizion'i es– senziali. E questa è, secondo noi, la più grande :,ventura che possa toccare ad u_n -Partito Socialista e ad un i;ro-
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