Critica Sociale - anno XXX - n. 16 - 16-31 agosto 1920

CJUTICA SOCIAL~ 243 sperà sempre utop1st1camente di fissare, di cristalliz– zare contro ·1e forze progressive, travolgenti della concentrazione finanziaria e capitalistica ! Non è que– sto l'a, b, e della nostra dottrina, cui non si• può pra– ticamente contraddire senza mettersi, sia pure con le più candide intenzioni, fuori di una verà e propria azione socialista ? Ma forse la nost-ra dottrina socia– lista, Ghe deriva direttamente dal Manifesto e dal Ca– pitale, che è materialisticll e predica la maggior co– scienza dei rapporti economici fra le classi, non è più la nuova, la massimalista, che è spiritualista, vo– lontaria, fa appello ali' istinto delle masse, ha una fede cieca nella violenza e nel miracolo ... ed è fatta apposta per cascare in pieno nelle trappole della fie– rezza sentimentale che un abile Governo sappia ten– derle sollo i,piedi ! QJ!alche massimalista, che in con– fuso avvertì l'errore e non la sua origine, credette salvare l'anima sua, che non aveva mai ·parlato in seno al Gruppo, -gittando contro il Gruppo, dopo la chiusura dei lavori parlamen.tari, la bomba di un pic– colo libello. Esercizio vano contro l'ineluttabile, il quale dimostra sol-tanto ~ la necessi~à di accrescere sempre in noi la marxistica coscienza dei rapporti tra le classi, da cui viene tutta la saviezza della praxis e l'adattamento più alto ali'ineluttabile, veramente tale, nella giostra rapida e turbinosa dei partiti e delle cose! Comunque, mentre una catastrofe che sembrav.a imminente, la cui considerazione informò di sè tutto il Congresso di Bologna che a mala pena salvò l'a– zione parlamentare, va continuamente Iontanando, e il proletariato torna ai suoi modi propri di azione diretta nei rapporti economici col ceto padronale, im– pegnando lotte colossali come quella che si apre per i metallurgici, non andava sottaciuta la forte ripresa parlamentare, sia dal pulito di vista dell'istituto in sè e delle sue trasf9rmazioni accrescitive, sia dal punto di vista dell'azione propria- socialista, che universal– mente si annunzia e si mos,tra. Il voto della Terza Internazionale ha in sè il suo significato. La Russia, cacciata dai folli di Versailles fuori dell'Europa, can– cellata anzi, come una contumace, una morta, dal no– vero delle genti, Jlell'ora che vi ritorna, con la spada alla mano, e tende ad occidente a congiungersi alla Germania e al sud a valicare i mari per penetrare in Asia e sollevare gli schiavi islamici contro i loro oppressori di Europa, la Russia riconosce storica– mente Je istituzioni democratiche europee e pro– clama la coesistenza delle proprie con quelle, · a quel modo che il comunismo, come Cicérin replìca– tamente illustrò, essa non vuole imporre per forza di armi e di conquista dall'esterno allo interno degli Statf, fidando che, fatto salvo il proprio regime, que– sto vincerà nella pacifica gara col regime capitalistico della restante Europa per la semplice virtù della propria intrinseca superiorità. La Russia non impone nè il comunismo nè il Soviet. La lotta universale di emancipazione del proletariato continua ad .assumere tutte le forme più proprie e più efficaci, secondo il suolo, il clima, la storia, la tradizione, la forma men– tis di ciascun popolo. L'ugualitarismo uniforme è un giacobinismo di piccoli imitatori, che nulla intendono alle lezioni dei maestri. Ognuno continui a ba'ttere la propria strada, che è quella del suo destino, che è quella in cui soltanto la Rivoluzione si rivela a lui. ... CLAUDIO TREVES. ' 1bliotecaGino Bianco P. S. - Questo Bucharin i' forse quel medesimo, di cui i foglietti rivoluzionari italiani riproducono, senza una riserva, senza una protesta (bella fierezza di com– pagni), un discorso in cui dice. il fatto suo al Partito Socialista Italiano per non aver anco~a cacciato via dal movimento operaio un « vecchio gruppo », « il gruppo dei tuq1tiani-riformisti, che sono in maggioranza nella frazione parlamentare del Partito Socialista Italiano n? Tutto lo fa supporre, ed il suo disèorso parlamenta– rista, e l'altro contro la « maggioranza della frazione parlamentare», non formano che un caso di incoerenza intrinseca; non raro in chi parla, da lontano, di cose che ignora, per suggestione d,i qualche prossimo, ve~ dendo giusto in a~tratto e spropositando in concreto. pe.r la simpatia o l'antipatia delle persone. Il fatto è che, se il Partito Socialista ·è noto ali 'estero per avere difeso dal principio della guerra la politica del Socia– lismo rivoluzionario - come dice Bucharin -, ciò si deve ali 'eco dei discorsi parlamentari del Gruppo dei sullodati ,, turatiani-riformisti ». E, se ora; come notiamo successivamente nel n~stro articolo, il Gruppo fa un povero ministerialismo en pure perte, ciò non è affatto perchè i turatiani-riformisti vi abbiano la maggioranza - come sogna Bucharin o come gli han dato a credere. Vi avessero i « turatiani~riformisti » la maggioranza, è da credere che una più viva e piena conoscenza del Socialismo ispirerebbe forse sempre parole e gesti del Gruppo. Ad ogni modo, quei giornali massimalisti che. ane– lano a liberarsi di noi, guadagnerebbero assai in di– gnità, se quel loro candido proposito della nostra espul– sione propugnassero per impulso· proprio spontaneo del loro beli 'animo, anzichè di traverso, alle spalle di Bucharin o di altro ·qual si voglia Minosse mosco- vita. c. t. POLEMICHETTE IN FAMIGLIA occorr'e un"minimum,, diin fesa_ e didisciplina a che fra noi. Cari amici della « Crilica », Nel campo noslro si !erano Yoci di allarme per _ I.a s.alvezz.a del Partito ,e per l'avvenire ciel Socia– lismo. Era tempo che si incominciasse a parlare chia– ramente e coraggio'>arnente, chè il silenzio signifì– \:-0.vacom,plicilà - ~ia pure involontaria -· nel disa– stro che un falso o un malinteso massim,µlismo va pre– parando .a:! Parlito Socialista, Se ,lutli coloro che dis– sentono dall'altuale Dir,ez_ione .avessero, fin dall'inizio,. levata I.a propria voce contro le .aberrazilmi .anarcoi– di, contro J.eabiure al metodo ed alla cloUrina socia– lista,, a quest'ora, forse, il no,slro movimento poli– tico sarebbe già uscito dall 'eqnivoco e dal clisorien– lamenlo. Noi, nel Bustese, non abbiamo alleso gli ultimi cla– morqsi avvenimenti per assumere un atleggiamenlo cli decisa opposizione a.I cosiclello Socialismo di gucr– r·a: modestamente, ma t,en.acemente, attraverso k1 no– stra opera cli organiz:z,atori e per meno della nostra stamp,a ebdomadaria, abbiamo denuncia,to costante– mente il pericolo, che soltanto oggi appare evidente agli occhi di tutli, richiamando quanti credevano nella bontà ·deJ, nostro metodo ad una sululare opern cl i reazione. • Ricordo ciò non per rii enclicarc a noi merili !,pc- "

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