Critica Sociale - anno XXX - n. 16 - 16-31 agosto 1920

C1HT1CA SOClALB · pare una concezione alquanto ridicola. li socialismo è piuttosto un gran torso, con un solo cuore ed una testa sola. Ogni fenomeno economico, appena assuma una tal quale importanza, diventa essenzialmente po– litico, e viceversa. Le formule dei programmi sono ' sempre effetto di transazioni, che servono per un de– terminato momento della storia. Poi la storia le sep– JJellisce. Ma nella formula di, Genova, per puerile che apparisse, la linea maestra era segnata ! Ebbene, o compagni ! Dopo il 1892 c'è stata ... tutta la storia dei successivi ventott'anni del Partito. Certamente noi non siamo più quelli: nous avons grandi, come rispondeva Victor Hugo a chi gli rim– proverava di avere abbandonato la fede della sua prima giovinezza per farsi repubblicano e diventare il più grande poeta del secolo scorso. Tutta l'espe– rienza accumulata nelle lotte sindacali, politiche, elet– torali, nei Comuni, nelle Provinèie, con la propaganda indefessa, con l'azione parlamentare, con l'azione nei Comizi e nei corpi consultivi per ·1a legislazione so– ciale, nei Congressi nazionali e internazionali, a tra– verso le persecuzioni fortemente patite, tutto ciò ha dato i suoi frutti, ha ampliato la nostra visione, ha fatto di noi uno dei più forti partiti aH'interno ed al- 1 'estero. Sopratutto si è formato e si venne consoli– dando - per quanto siarpo ancora ben lontaRi dalla importanza ch'esso assunse in Belgio, in Inghilterra, in Germania - il fenomeno dell'organizzazione eco– nomica, che è la base fondamentale, il nucleo midol– lare di ogni Partito Socialista, senza cui il Partito Socialista non sarebbe che u~a maschera vuota, un'ombra senza sostanza, uno scenario dipinto. E, mentre il Partito e l'organizzazione proletaria si venivano così formando ed acquistavano forza e coscienza e metodo d'azione, essi proiettavano in– torno a sè, nelle masse non organizzate. nell'opinione di tutti i partiti, in Parlamento, nei Governi, nella propria e nelle altre classi, tqtto un vasto alone di suggestione e di influenza politica, che, modificando a mano m11no_ l'ambiente, è il più grande risultato che l'azione di un partito possa ottenere. Poi– chè le grandi rivoluzioni non sono mai il fatto di un partito e neppure esclusivamente di una classe; sono il fatto della nazione, o di più nazioni congiunte : sono una tappa della storia. li programma r-iassuntivo del maggio 1917, che può vantare una madre e due padri, caso del resto non infrequente nella vita (ila– rità), poichè vi concorsero d'accordo la Confedera– zione Generale del Lavoro,. il Partito ed 11 Gruppo socialista, significa e riassume in qualche modo il risultato di 27 anni di esperienze, di battaglie, di sconfitte, di trionfi - insomma di azione socialista. Ed ora tutto questo dovrebbe andare per aria, tutta questa esperienza sarebbe stata in pura perdita! Una nuova rivelazione s'è fatta improvvisamente, come per prodigio. Al socialismo si sostituisce il comunismo, affìnchè di tanto travaglio non rimanga neppure il nome ed il ricordo; alla elevazione della classe pro– letaria che, via via, secondo le leggi naturali, come più acquista di compattezza, di .capacità, di valore, e più impara a farsi valere, a improntare di sè l'evolu– zione storica, a instaurare nello Stato e nella nazione e nei rapporti internazionali la grande, la vera demo– crazia, quella del Lavoro, con le armi della intelli– genza, della civiltà, della libertà più sconfinata, si sostituisce un gretto ideale di violenza armata e bru– tale, la cosidetta dittatura del proletariato, che esclu- BibliotecaGino Bianco de, d'un sol colpo dalla vita sociale tutte le altre capa– cità, tutti gli altri contributi, tutte le altre classi, e la stessa grande maggioranza dei lavoratori; Qnde è chiaro che in realtà essa non sarebbe, non potrebbe essere, per lunghissimo tempo, che la dittatura di al– cuni uomini sul proletariato, ossia la dittatura contro lo stesso proletariato ! E il Partito e li\ classe sareb– bero annegati nella fazione ! Noi, uomini sepolti, troviamo che tutto questo è della preistoria, che era sepolto anche prima di noi. Quando noi eravamo vivi, negli antichi tempi, ab– biamo sentito• parlare di tutta questa rigatteria, la quale' fu appunto mandata in solaio dal sorgere lumi– noso del socialismo. Sissignori ! li socialismo non fu che la reazione dottrinale e pratica contro questi vec– chiumi : parlo, s'intende, del socialismo scientifico moderno, di quello che è il sdl\ialismo del secolo XIX e del secolo XX. Il guaio è che, in generale, noi non leggiamo più nulla, si direbbe che il Partito viva di scienza infusa, da dècennii il socialismo ita– liano non ha più prodotto un solo libro di dot– trina serio : ma soltanto se voi vi deste la briga di ricercare quegli opuscolettl da due soldi o da cin– que soldi che stampavamo e· diffondevamo a diecine di migliaia nei primi anni della nostra propaganda, se leggeste soltanto, e vi riescisse di capire e di meditare, il Manifesto del Partito Comunista di Marx, che pas– sava allora per la tavola fondamentale del Partito Socialista, o quel libriccino di Engels, intitolato « So– cialismo utopistico e· socialismo scientifico », opuscoli che si leggono con tanta facilità e con tanto dii.etto, vi accorgereste che le cose che io vi dico hanno tanto di barba e rappresentano proprio l'abbecè del socia– lismo marxista, ossia del socialismo. Prima di esso dominava ancora il concetto che il socialismo potesse improvvisarsi in virtù della bontà della causa che esso rappresenta, per un atto di yolontà, e quindi, o per decreto imperiale, o per concessione generosa delle classi dominanti, oppure per un atto di yiolenza delle masse; che una rivoluzione economica - eco– nomica, non soltanto politica, intendiamoci bene ! - una rivoluzione. socialista, che interessa i più' pro– fondi tessuti dell'organizzazione sociale, potesse in- ' staurarsi, trionfare, mantenersi prima della completa elaborazione di tutti gli elementi tecnici, morali, eco– nom,ici, politici, 'che rendono questa nuova formazio– ne possibile. Socialismo scientifico e utopistico. La marcia del proletariato. Il socialismo scientifico ci imparò che cotesta è pretta utopia; che il socialismo, si elabora lentamente e fatalmente nello sviluppo progressivo della stes~a società borghese; che la volontà dell'uomo e dei par– titi non può che agevolare e accelerare il processo, rend~ndolo cosciente; che solo quando cotesta ela– borazione è compiuta in tutte le sue fasi, di cui nes• suna può essere soppressa, solo allora può interve– nire utilmente l'atto di violenza liberatore, che risolve · il contrasto fra il contenuto sociale e l'involucro po• litico. Allora soccorre la classica imagine · di Marx, del pulcino che, quando è ben formato, rompe il gu– scio dell'uovo con un colpo violento del becco; ma, se il pulcino non è formato, voi potrete rompere l'uovo, ma farete la frittata (ilarità). In questo senso deve intendersi, l'altra fi;ase di -

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