Critica Sociale - anno XXX - n. 15 - 1-15 agosto 1920
CRITICA· SOCIALE 233 supporre sopp_resso in ogni padre l'interesse a lavo-. rare e risJX3.rmJ.are,se non abbia .la certezw. di tra– smettere al figlio un capitale uguale a_ quello da lui ereditato: or.a basterebbe il fatto che oggi chi ha più di un figlio può trasmettere a ciascuno soltanto nna frazione dei propri beni, per vedere cl:n l'inte– resse ~terno è alla trasmissione del miaggior capi– tale possibile, non di u-no e.Imeno uguale al proprio. Quindi anche una grav,e imposta. o parziale. confisca non varrebbe ad<annullarlo; nè l'obiezione di Einau– di (sulla prima fase çlilapid;atriee, · cui non segui– rebbe la. fase ricostruttive., se re&a.vana da una legge come quella voluta da1 Rignano) mi pare· .conclusiva oggi, che resistenza di un'iQ'.lposta sul patrimonio permette di· seguire con revisioni periodiche le va– riazioni patrimoniali d'ognuno, senza ·possibilit~ di frodi, se si esiga che Je eventuali perdite siano do– cumentate. C'è qufndi ONI. il modo di distinguere il capitale ereditario da quello dt nuovo acquisto e chi per disgrazia, o per colpa abbia perduto la fortuna ereditata può in tal guisa aver sempre Io stimolo a ricostruire per i figli una parte o tutto .o più ancora del pe rduto, a seconda dei casi. Ma d'. alt.ra parbe il Rignano non· coglie nel segno con le sue risposte. Non basba dire che chi è-causa del sup mal pie.ng.a se stesso, e ,èhe non è grave di– sgrazia se Tizio non riesc e ad accumulare qu.anto occorre: bisogna guarda.re se a- Tizio resta lo sti– molo .a lavorare e risp armi.are quan<;lo prevegga di non riusci-re al· fine, ,e se a chi ha prodotto il male proprio• (e insieme quello sociale) resti Io sttmolo a riparare non solo per sè, ma anche per I.a società interessata ad ,ave re irttivi l .avoratori a sno v.anta-ggio e non penitenti in pim1.to a suo carico (I). R. M. 11 Mondolfo, nell'inviare a noi l'articolo, ne colnu– nicaya copia anche al Rignano, il quale ci invia la seguente replica : Pochi sono i punti dell 'interess.ante articolo del prof. Rodolfo M-ondolfo che richiedono una mi,a con– futazione, essendo l'autore, in sostanza, se -non in– terpreto màle il suo scritto, più favorev-ole -che sfa– vorevole alla mia proposta. Mi limito quindi ai se– guenti: 1° « Può, si domande. il Mondolfo, uh simile re– gime misto di confische soci.ali e di capitalismo rap– presentare un sistema s_ocialista, cioè una s·oppressio– ne del <l1.talismodi capitalisti- e sal,ari.ati, di $fruttatol:i e sfruttati? » - Ora, senza fare discussioni di iparole, ·cioè se il sistema cui condurrebbe la mia riforma sarebbe, o no vere.mente o totalmente soctalista, os- 5ervo soltanto che esso, pur conservando ai nuovi capitali privati, formantisi di continuo, la possibilità d'un profitto (e, anzi, appunto per-chè ,conserverebbe loro questa possibilità), rappresenterebbe un regime · di equità. Perchè, quando già la ,funzione cli accumu– lazione di sempre nuovi capitali sia Lasciala, nell 'in– tei,esse supremo stesso della società, ai privati (esclu– sivamente o in aggiunta a quella che •potrebbe ve~ nire esercitata anche dallo Stato, sulla quale però, d'accordo cogli economisti 1libere.li, sono molto scet– tico), :allora una ce1·t.a ricompensa per questa cosi utile funzione ~ giusto che spetti, sotto f-orma ap– pu'nto d'iut~resse o <li profi~to, a colui che l'ha com– piuta. Il famoso premio alla astinenza del Senior è u1'la turlupinatura, qu,ando è dato .agli eredi che dal gio-rnb dell~ loro nascita in poi non ,si sono aste– nuti mai d-a niente; rn.a risponderebbe ad equità, se dato veramente a chi a,ccumula .nuovi capitali con pro– prio J.avoro e con IJropria ,effettiva astinenza. E sic- - come, nel tempo ste'sso,- la proporzione fra' l\amm-01'1- lare totale dei· capi-tali privati e l'.ammont.are totale di quelli vi.a via· nazionalizzati andrebbe sempre di– minuendo, ,così andrebbe sempre.diminuendo anche la porzione del reddito soci.aie annuo spettante aL capi– talisti privati sotto f.orma d'interesse o di profitto; il oui ,ammontare, oggi· elevatissimo, è ciò che le dà l'aspetto di uno sftuHament,o iniquo del lavoro. Nè vi sarebbe più un dualismo vero e •proprio fra capi– talisti, accumulatori essi stessi di nuovi capitali, e lavoratori che usufruissero di questi ultimi .ad inte– grazione di quelli già Òàzionalizza.ti, loro con-cessi in misura non ,anoora sufficiente dallo Stato, in quanto che_l'utilità della funzione dei primi -risulterebbe al– lora ben evidente anche ai secondi e perchè la du– piice qu.alità da parte a.e! medesimo individuo di esse– re e.d un tempo e lavoratore e possessore di qual– che economia .verrebbe a risc_ontrarsi in un.a frazione ' sempre maggiore d_ell,a ,collettività. 2° Il Mondolfo ritiene che i due problemi de[].a ricostruzione odi~rna e del trapasso dal regime at– tu.a:le al i:_egime socw.lisw. non possuno convergere in uaa soluzione unic:a. · A me sembra invece di sì, per il fatto appunto che, ove si riesc.à con una mo– dificazione ,opportun.a del <:lirHto di proprietà ad avviarsi verso un regime sociaJista, questa maggiore giustizi.a nei rapporti sociali che così si consegua - e pµrchè la si consegua, senva scopqu.assi distrut– tori pel delicato mecc.anismo dell,a produzione - non 1mò mancare di {!Vereper effetto anche una ben -mag– giore produttività del lavoro e pertanto aiutare a superare le.crisi .attuale. Nè so vedere, a dire il vero, l 'e!Ietto paralizzatore, temuto dal Mondolfo, -che do– vrebbe avere la mia riforma « sulle iniziative di- grandi intraprese necessarie a sup_erare •le difficoltà in cui oggi ci si- àibatte - grandi bonifiche, bacini montani -per imp-ianti idroelettrici e d'irrigazione, creazione d'opifici e _consimili - che non possono essere sfrut– t.ate .a breve scadenza e richiedono capitali ingenti JJ.' - Queste grnndi intraprese (che il Mondolfo stesso giu– stamente ritiene ,che non potrebbero ,essere assunte « nè dall9 Stato, nè da org.anizzazioni Cooperative, prive delle forze e dei mezzi necessarì ») non possono ess-ere .assun le che da Società ·per ,azioni. Quindi non vedo perchè un capitalista, che I.a nuova riforma sti– molerebbe ancora maggiormente a risparmiare il p<iù -possibile, dovrebbe esser-e distolto d.all'investire i ,suoi sudati, nuovi ri>sparml - sui quali, non lo di– mentichiamo, lo Stato e.Jl.a di lui morte non prele– v.erebbe niente, - .anche in queste grandi imprese, come in qualsiasi allr.a forma cli investimento. • 3° « Il capitalismo, scrive il Monclolfo, ;Yido di .nccumulazione trasmissibile, può sopporta.re tassazio– ni anche f.e1·oci,ma non le. certezza cli una vera con– fisca». Osservo che il «capitalismo» è un'astrazione e che I.a realtà è il •capitalista. Ora il -capitalista è .avido di accumulazione trasmissibile a·i propri fìgli, e se questo diritto gli viene concesso in tutta la sua integrità per 1 quei capitali che avrà accumulato col proprio lavoro e col proprio risp.armio, mentre gli viene parzialmente tolto per quelli ereditati, questo (1) Vero è, p~rò, ohe il Rignano, ri~onoscendo la giustezza di qnesta obie_zione, ha p oi ~mm esso, nella risposta al Griziotti, che, in via eocezionale, per qu.ei oasi di perdita del patrimonio eredi~ tato dovuti vera,mente a forza maggiore, riconosciuta dal tribunale competente, il capitalista abbia diritto a vedere considerato come dovuto al· proprio lavoro e al proprio risparmio il capit1<le rico– •truito, I equivarrà ad una sopra.valutazione, non più soltanto • morale, bensì anche economica, di quanto avrà gu.a- - ibUoteca Gino Biç3nco .. \
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