Critica Sociale - anno XXX - n. 15 - 1-15 agosto 1920
232 CRITICASOCIALE cunùizione opportuna e vantaggiosa quella che il li riziolli oppone, a come t>biezione al HignanQ che, 111cnlrc k1 socializzazione si compirebbe a lu_nga sca– denza, ~orgct·c!Jllcro subilo le difficoltà dolì'ammini– ~trazione. I! un vantaggio, questo, per la sLessa ne– cessità, di c11i pur giustamente si preoccupa anche il Griziolli, cli evitare salti nel buio con tentativi di lr·a~furm,azione subitanea e completa, come quello di <'lii oggi la Hnssia dei Soviety sconl,a l'errore ini– ziale. Bisogna 15rcparare la formazione degli organi della gestione sociale, delle .altitudini tecniche e mo– rali, della consapevolezz,a delle masse e dei suoi dele– gali o commissari; e la possibilità di compiere simile_ preparazione formali va, senz,a sconvolgere d'un trotto lutto l'organismo sociale, è llTIO dei pregi del pro– getto Rignano, che cli questa· preparazione mostra· anche la via concreta, col principio, che introduce, della gestione cooperatha e d-cll'inteross,amento delle classi l\lvoratrici alla buona riuscita cli simile ge;;lionc. Ma c'è cli più. Il concetto inspiratore del progetto llignano muove dalla prcoccu·pazione di un problema che sarà e~senziale per un 1'egime socialista: come pr-omuoverc e tener vivo negli individui l'interessa– ·monlo e lo stimolo al lavoro, alla sua produttività ed · all'aumento progressivo dei mezzi di produzione. Non ci illudiamo con le afTermazioni massimaliste cìho la crise de paresse, .che oggi nelle masse lavo– J't1trlci cli l1,1tlo il mondo si associ.a alla sete di godi– lllonto, sia solt,anto la volontà di non lavorare per il Y:rntaggio e il consolidamenlo ciel capitalismo sfrut– tatore. Se questo fosse esatto, ovunque l'attività pos– ~a o~ser volta u viantaggio diretto della collettività, dovrebbe vcrifìprsi una operosità e produttività in– tc11~a cli fronte ,ali.a rilasciatezza e svogliatrza che ~,ppare negli opifici capitalistici. E CjliUlcuno ha pure ,isserilo che una· differenz,a essenziale ci sia tra le imprese ,capitalistiche e le Cooperative; ma l'asser~ zione, se 1·,ale pel" certe Cooperativ,e, specialmente ngricole, in cui è più tangibile il possesso· e I'au- 111entodei beni sociali, e che h,wno dietro di sè tutta 11na traclizione di farvi do .amore dei loro compo– nenl i ::lll''impresu comune, non sempre 1·isponde alla rcallà dei fatti; e l'Ungheria di Bela Kun e la Russiu di Lenin, con .Ja loro lott..a, non sempre fortunata, contro il sabotaggio della rivoluzione operato -dalla ~vogliatezza e improduttività dei I,avoratori, sono <Jsempio e mònito eloquente. Le clroit à la paresse, che Lafargue un giorno or– !Ilfli lontano proclamava per il proletari.alo, trova oggi incoraggi.amento in una deformazione del principio di uguaglianz:a, operata in nome del S-ocialismo. Si crede socialista ·la tendcni.a ana l'elribuzione uguale per tutti; socialista, in ciascuna forma di J.avor,o, la ,1bolizione di quelle <liv,ersità di rimU:nerazioni delle varie capacità produttive individuali, costituite dal collimo,- dalle inler,essenze, dai premi di produzione e simili; e non si v-ede che tale -livellamento è anliso– rialisla per eccellenza. O (ipotesi poco probabile) una parte della classe lavoratrice manterrebbe in regime ~ocialista la sua .attività operosa di fronte :illa maJ,a. 1oglia degli ·.altri, e si avrebbe lo sfruttamento siste- 1nalico dei volonterosi eia parte degli svogliali, cioè la stessa iniquità contro ,cui il socialismo protesta in regi aie capitalistico. Ovvero (come Ungheria e Russia insegnano) . la sicurezza <li un trattamento 11gual'e per tutt.i eserciterebbe un efTelto deprimente 'BibliotecaGino Bianco ., sulle •.attività di lavoro dèi migliori e, compiendosi il livellamento nel grodo minimo di produttività, il regime socialista sarebbe minaccialo di cosi imme- . di.al.a rovina, da render necessario (come in Russiu) un pronto ritorno alle valutazioni proporzionali abo– lite. Occorre insomma che lo slimolo dell 'intei-essc individuale non sia infranto, e ciò per j.J vantiaggio dell'economia sociale, che non è assicurato da misure coer.cilive. Ora (e qui torniamo alla preoccupazione per la qua– le il Rignano non propone neppure per il futuro una abolizione pura e semplice dell'eredità) ogni so– cietà, e quindi anche l,a socialista, è interessata, oltre che alla maggiore produttività dei mezzi esistenti, anche .al progressivo aumento dei mezzi di produ– zione; quindi ha bisogno del risparmio (accumulo tli mezzi) oltre che del lavoro. Mu se ìl lavoro può esser stimolato dal desiderio di ottenere, con la maggior retribuzione, la disponibilità di m,aggiori mezzi di ·g;dimento personal-0, invece il risp:armio, che è ri- nuncia, non può esser eccitato che dall'amore per lu discendenza. • Ed -ecco porsi il problema dell'oredilà per una so; cielà socialista. Da uh.a parte sta l'interesse ali 'au– mento del ·capiLale (mezzi di produzione), che è con– dizione del progresso economico futuro; dall'altra sta il pericolo che gli accumuli indivi-duali,"'qualora si ammetta la trasµiissione ereditari.a, si convertano in mezzi cli sfruttamento o vadano dissipati in oziosi b-agordi a danno della collettività. Fra i due interessi opposti è possibile un cont..em- ✓peramento? Il Rigna.no ne indica uno, ponendo limi– l.azioni al diritto eredit,ario .~enza .abolirlo; ma, po– nendo~i per l.a via indicata da lui, conviene studiare ancora quali restrizioni ulteriori debl)ano e.pporlar– visi, per chiuder !',adito alla possibilità dello sfrutta– mento, che (come notavo in principio) essa ancora racchiude. Ovve1'0 i pe1•icoli insili nell'ammissione di qti.alsi,asi e1,edilà debbono far ,oonclu'él,ere ali.a esclu– sione assolula di essa in regime socialista? Pongo problemi e .non soluzioni. E la necessità di attenermi solo a que,ti problemi prefirninari su principi informatori del disegno valgano a giustifi– carmi se mi astengo <la•lla discussione tecnica di esso, che del resto ritengo vada lasciata alle competenze specifiche dei cultori di scienz.a EàConomic:ae finan– ziaria. RODOLFO MONDOLFO. POSTILLA. Sottopongo soltanto .all'attenzione ùei lettori alcuni punti. Le osservazioni del Griziotli sull '.accentràmento della ricchezza, la differenz,a (statistiche del Gini) nel numero dei lìgli fra più ricchi e meno ricchi, e la facilità alla dil.apiùozione dei patrimoni da parte degli eredi mi pare che pongano il quesito: in un sistema, che ammetta il diritto ereditiario soltanto e. patto di limitarlo e governarlo, si deve guardare soltanto al padre o anche ai figli? Ossia: l'imposta ,,a pro– porzionata solo all'entità del oapitale- lasciato dal padre, ovvero, per ovviare almeno in parte al peri– colo della limitazione della procreazione (che stimo– la al consumo o alle. dilapidazione), si deve tener conto anche del numero dei figli e della miSUNl delle singole quote ereditarie? Quef$ta seconda vi.a· spo– sterebbe certo l'asse, intorno al quale il disegno Rt– gnano s'impernia; ma il problema parmi degno di essere considerato. E ancora. Alcune obiezioni del Griziotti, sugli ef– fetU economici della riforma proposta dal Rignano, non ri,escono a persuadere per il fatto che sembrano
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