Critica Sociale - anno XXX - n. 15 - 1-15 agosto 1920

r CRITICA SOOJALE . , 235 del Griziotti che non sarà lieta la pr-ospettiva di•chi, avendo nella prima parte della propria vita disperso il patrimonio ereditato, sa che -ia nuova fortuna che -intendesse di formare in séguito col proprio lavoro sarà, fino a concorrenza di ciò che ha sprecato o per– duto, dimezzato o confiscato, come •se l'avesse ere– ditato dal padre o dagli avi - risponde : chi è causa del suo ·mal pianga se stesso. E nltrettant9 certo, però, che.: la impeccabile rigi– dezza morale di queste enunciazioni non toglie che in un regime in cui l'egoismo individuale è norma comune di condotta fra gli uomini, tutte quelle dispo– sizioni le quali mirano a frenare gli impulsi egoistici o a togliere loro la mèta a cuì sono indirizzati, si con– vertano, come - osserva anche. R. Mondolfo - in altrettante forze che arrestano o· indeboliscono l'atti– vità produttiva. Questo. effetto deriva sopra tutto da una condizione che è implicìta nell'attuazione. della proposta Rigna– no,. cioè dal tentativo di introdurre parzialme_nte un regime socialista in un ordinamento in cui continue– rebbe, per tempo indefinito e con fonti sempre nuo- · vè di vita (cl\e il Rignano· si propone anzi di alimen– tare), l'ordinamento ca_pitalistico. Ora è in questo sforzo di voler· far ,coesistere o di supporr ~ la pos– sibilità che convivano pacificamente due opposti prin– cipi, che hanno opposte esigenze e generano opposti 'sentimenti e opposti riflessi psicologici e morali ; è in questo, secondo noi, come anche secondo R. Mon– dolfo, ;1 · punto debole del progetto Rignano. • Francamente noi non riusciamo· a èoncepire un or– dinamento capitalistico, il quale si lasci toglier conti– nuamente terreno dal principio della statizzazione o' della socializzazione e cerchi soltanto di in~nsificare continuamente la produzione nella parte sempre mi– nore di terreno che gli è lasciata (e che gli sarà via via diminuita in seguito) senza cercar- mai di ripren– dere invece quella parte che gli è stata tolt_a, o di salvare dalt!usurpazione quella che sta per perdere. E tanto meno riusciamo a concepire la pòssibilit.à, di questo, inquantochè la proposta del Rignano, in tanto appare al suo autore attuabile e vantaggiosa, in quanto mantiene al capitalismo tutto il suo spirito d'in– traprendenza, la sua capacità di produzione e di accu– mulazione, e suppone pertanto che questo capitatismo o, sia pure (poichè il Rignano vuol sostituire ai prin– cipi astratti le persone concrete)_ questi capitalisti si lascino tranquillamente spogliare di una parte cospi– cua della loro ricchezza, proprio quando le caratte– rii;tiche del loro spirito e della loro funzione sociale debbono raggiungere l'espressione più acuta e la più alta efficacia. E' implicita, nella proposta. Rignano, una conce– zione del Socialismo. che· potremmo dire umanitaria o .illuministica; e nella risposta che egli f11ora al Mon– dolfo tale concezione appare confermata esplicita– mente : un Socialismo che nasca da una paciR'ca sin– tesi degli 'opposti, da un principio di equità in cui si conciliano le forze avverse. Evidentemente a que– sta concezione noi, che siàmo, sl, graduaij.<;ti,ma con– sideriamo -pur sempre it Socialismo come scaturente dal gioco della lotta delle classi, per effetto della vit– toria del proletariato contro·· la resistenza borghese, non possiamo associarci. _Laproposta Rignano è per– tanto - secondo noi - degna di considerazione, in quanto esprime la necessità imperiosa di limitare, entro l'ambito stesso dell'ordinamento borghese, il diritto oggi consentito ai possessori della ricchezza, Biblioteca Gino Bianco e la necessità, insieme, di fornire allo Stai& sempre più larghi mezzi di adempiere alle-sue ·érese-ènti fun– zioni economico-sociali ; e in questo senso anche il nostro Turati parlò di· quella proposta -allii Camera con senso di fer-vida.simpatia. .. . ' Ma che per quella via si possà giungere al ·Socia– lismo non crediamo. Per ora non -vediamo altra for– ma di avviamento graduale alla socializzazione della ricchezza che -Qell'av.ocazione progressiva alla società di quei rami di produzione che,· per il loro sviluppo o per I 'imp-eriosa necessità di .sottrarli àll'a~bitrio ·e alla speculazione dei privati, a12paianomaturi e adatti ad una gestione collettiva, o nella forma ·proposta dal compagno. .U. Bianchi per le miniere e per· la forza idrica, o in quell'allra qualsiasi forma che per cia– scuno di essi rami di produzione apparirà più accon– cia e più vantaggiosa. IL VICE. GUERR4 E "RICOSTRUZIONE" EC OMICA _3. Le « Arbeitl?gemeinschaften >> e i « Sindaòati obbligatorì » in German_ia. Aibbiamo aocennato, nel numero precedente, ai magri risultati ottenuti in Inghilterra dai tentativi di collaborazione di classe per la « ricostruzione >> postbellica. Sforzi simili, iniziati, dopo la rivolu– zione, anche in Germania, pare, alméno finora, abbiano inveoe avuto migliori risultati· pratici, -me– diante la costituziqne delle cosidette « Arbeitsge– mein.schaften », ,organismi sostam.ialmente simili ai « Whitley Committees ».' , - Le « Arbeitsgemeinschaflen » sono, infatti, orga– ni paritetici istituiti in seguito ad accordo tra datori di lavoro e ,operai, allo scopo di regolare in 'corrnt– ne le questioni professìonali ed ,industriali (1). Sorte nei primi mesi della guena nelle industrie neHe quali le condizioni di lavoro erano -già disci- - plinate cl.a- contratti collett.ivi, -01 fine di· regola.re i rapporti tra datori di lavoro e operai e pfomuovere _un'azione comune nei rliguardi del rifornimento delle materie prime, di un'eqtIB distribuz(one degli appalti, della assistenza ai disoccupati e di una razionale politica dei prezzi e dei salari; destinate, successivamente, alla assistenza, alla rieducazione e al reimpiego degli invalidi e mutilati di guerra; le « Arbeitsgemeinschaften » vennero cons'iqyale anche gli organi più adatti ad agevolare il trapasso dallo stato di· guerra allo stato di pace e la « rico– struzione» economica del paese, come organismi permanenti di colJ.aborazione tra industriali e ope– r.aj_ Il cou-centramento delJe organizzazi-oni degli industriali, la collaborazione delle medesime con le organizzazioni operaie nelle Commissioni parite– tiche istituite dalla legge sulla mobilitazione civile, l'azione comune delle organizzazioni operaie so– cialiste, cristiane, liherali durante la guetra. pre– paravano il terreno ad un'intes_a permanel)le lra capitale e lavoro, e le tr attative al riguardo tra le organizzazioni sindaca.li centrali delle due clas– si, iniziate nel dicembre 1917, portavano. nell'otto– bre 1918, alla coriclusione di un accordo, basato su questi principt: riconoscimento delle orga.nizznio– ni sindaéali come legittima raporesentanza della classe operaia; illimitato diritto <li coalizione: im– pegno da parte degli indust.riali di non più aiutar,e (1) Si veda in Rl1:ioas-ARB1Cl'rSBLATT, ottobre 1919: Die Arbeils– g,emeinscha(len in ilwer wi,·lscha(llichen tmd sozialen Bedeut«ng. , .

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