Critica Sociale - anno XXX - n. 15 - 1-15 agosto 1920

i 234 CRITICA SOCIALE ,/ I -<lagnato per propri-O merito in confronto di quanto av.rà .avuto per merito altrui, la quale non potrà non spronar,Io à-d un lavoro e ad· una accumulazione sem– pre più intensi; e questo tanto più quanto meno vedrà il fruttò del suo lavoro e del suo risparmio decurtato da tassazioni feroci e invece semp,re più rispettato dalla di_minuzione graduale ed incessante delle im– poste. Quindi sembra a me che la mia riforma risponda aìie necessità del momento, perchè immediatamente spingerebbe tutti gli attuali capitalisti a ridurre i loro consumi voluttuart ,e ad ,intensificare i loro risparmi, stimolando così, anzichè paralizzare; l'at– .tività delle vecchie e di nuove imprese c;apitalistiche che da questa ,aumentata ;accumul.azione di ,capitali verrebbero incoraggiate ad ampliarsi o a sorgere, e -che essa risponda, nel temp,o s-tesso, a.Ile esigenze socialistiche -delle masse, in quanto inaugurerebbe ipso facto la realizzazione graduale del postul;ato mas- · simo del socialismo; ciò ~he anche il M·ondo)fo ritie- . · · ne oggi ·più ,che mai ne◊j:lssario. ' I Infine, è con gronde piacere che vedo il Mondolfo . avere ,ca,pito benissimo come il. fatto che colla mia riform;Q la ,soci;alizzazione, pure cominciando sub;itq,. . si a'ttuerebbe tuttavia in larga misura solo dopo un certo (empo, mentre sorgerebbero· subito i problemi -0 ,le -difficoHàprati-che di amministrazione per, i pri– mi beni che·verrebbero nazionalizzati, -anzi,chè rap– presentare uno sva~taggi,o, come pretende il Griziotti, costituirebbe invece un vantaggio notevòle, -perchè da,rebbe al nuovo organo amministrativo il tempo ne– cessario a formarsi e a perfezionarsi a ,poco a poco sotto l-0 stimoio della funzione d:J'compier-e, dappri– ma modesta ,e poi cres,cente sempre più di ampiezza e di importanza. EuGENJO RIGNANO. Satis iam prata libere. Se anch~ la discussione _in– torno alla proposta Rignano non si è svolta in quella forma e con quelle risultanze che noi avremmo desi– derate, crediamo giunto il momento di chiudere la polemica, tanto più che è di' im 0 minente pubblicazione 1 - a quanto il Rignano stesso ci annunzia -- presso la ditta Zanichelli, un volume in .cui .egli raccoglie tutti gli scritti che la sua prpposta ha suscitati. Ma vogliamo - e crediamo di dove.re - nel chiu– dere la polemica, dire brevemente il nostro pensiero. Il progetto del Rignano ha, come fu già rilevato nel corso della discussione, due aspetti : un aspetto finanziario, in quanto mira a fornire allo Stato una parte dei mezzi che gli occorrono per alleviare il suo debito e colmare il deficit del bilancio; ·un aspetto economico-sociale, in quanto vuol preparare e ini– zia~e il trapasso dal regime individuale al regime so- ciale della proprietà. · Sul •primo aspetto non crediamo opportuno ferm11r- ci molto, per più ragioni. _ I O Esso è affatto accessorio nella proposta del Rignano, la quale fu infatti, per la prima volta, esposta e propugnata, in un ampio volume, sin dal 190 I, quando non erano così angosciose ed allarmanti le condizioni della finanza statale. 2° Lo Stato ha bisogno di riparare sollecitamente al suo dissesto, mentre l'attuazione del progetto Ri– gnano produrrebbe effetti lenti, e sensib,ili solo dopo un lunghissimo periodo di tempo. 3° Per il primo trapassò ereditario degli attuali patrimoni il Rignano assegna allo Stato una quota in- BibliotecaGino Bianco feriore a quella stabilita per i trapaS$i successivi : uguale cioè ad un sest0, secondo la primitfva pro– posta (vedasi a pag. 10 della Critica), uguale, invece, ad un terzo, secondo la correzione ché ·egli' dichia– rò in seguito· di rifenere opportuna e possibile (pa– gina 156) : tale cio~ che, tenéndo anche conto degli adattamenti. che la proposta dovrebbe avere per es– sere ~coordinata alle altre imposte ora introdotte nel sistema tributario del nostro Paese, noh produrrebbe, per lungo spazio di anni, molto più di que!l-o che può dare; alla finanza statale, l'inasprimento, -recentemente approvato, della imposta di successione: · 1 4° Infine in questo periodo di crisi, oltrechè eco– nomica- e sociale, anc·he psicologica· e morale, l'appli– cazione di un tributo il quale mirasse 'àd una parziale confisca dei patrimòn~, determinerebbe, in misura molto larga, il fenomeno, temuto e previsto dal Gri– ziotti, di una sollecita' dissipazione di beni, special– mente da parte di coloro che hanno accumulato in questi ultimi tempi, con ìnolta facilità; ingenti patri– moni, e ~on hannÒ')a' più pallida coscienza che al possesso della ricchezza vadano congiunti una re~ sponsabilità e. un dovere verso la società. · ' * ' \ Più interessante, certo, e_di maggior rilievo per i Ani specifici che noi perseguiamo, -ci pare l'aspetto economico sociale del! problema studiato dal Rignano. Il· Griziotti fia -opposto, quasi come .pregiudiziale,, es: sere ormai ,acquisito alla scienza finanziari!\ che i tributi non si prestano a servire da strumenti ger al– terare l'attuale ordinamento economico e sociàle e per mutare profondamente la çlistr.ibuzione della ric– chezza che ne risulta. Il Rignano ha rilrattuto che egli non considera la sua proposta come una r,iforma sem– plicemente fiscale, bensl come una modificazione, sostanziale e radicale, del diritto di proprietà:· Ma il Griziotti, o altri, potrebbe replicare che l'intenzione e la speranza dell'autore non valgono a mutare il carattere della riforma e a darle Un'efficacia che essa non abbia per la sua intrinseca natura; noi per-altro, . pur riconoscendo tutto il valore di questo argomento, preferiamo di non considerare 1 'obiezion~ del Gri– ziotti come una pregiudiziale che occorra aver prima abbattuto per entrare nel dibattit,o del problema, anche .· perchè è l'esame intrinseco di questo che può aiu-,., tarci a misurare meglio .il valore di quell'obiezione. Noi disse11tiamo notevolmente dai moderni ·eredi del pensiero fisiocratico, secondo cui i fenomeni eco- . nomici, non soltanto sono governati da leggi natu– rali rigide e inviolabili, ma costituiscono una zona di fatti sociali sottratta ali 'influsso di. ogni forza este– riore. Noi crediamo anzi che il fatto git2ridico, come il fatfo morale e· ogni altro ordine di fatti sociali, possa– no a&ire o reagire sul fatto economiço, mutandone il corso e, l'effetto. Fondamentalmente pertanto noi acco– gliamo i criteri che ispirarono la replica del Rignano pubblicata nel n. IO della Critica; ma 1 non possi~mo arrivare !llle stesse conclusioni di lui, perchè ci pare che troppo scarso conto egli tenga della controreazio– .... ne che, alla lor volta, i fatti e gli impulsi d'ordine economico oppongono all'influsse di fattori éstranei. Certo egli dice cosa che sembra moralmente plau– sibilissima, quando dichiara che, se è frequente ne– gli eredi l'abitudine di disperdere i 1 patrimont accu– mulati dagli avi, è dunque opportuna 'una legge che tolga i capitali dalle loro mani scialacquatrici, prima che essi siano dilapidati; o ,quando all'obiezione -

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