Critica Sociale - anno XXX - n. 14 - 16-31 luglio 1920

CRITICASOCIALE 219 Proposte come quesLa del Tedeschi e come quel– la dei popolari, accolta ~al Min~SM!f?con la. de– magogia double /ace degh on. Giolitti -e Labr10la, ci promettono nient'altro che questo: una diminu– zione del valore complessivo dei prodotti agricoli, per il passaggio delle terre da impieghi più rispon– deni.i alla loro natura a forme di coltura meno adaU,e ,e perciò meno produttive; e. ci promettono la p1·ospettiva di un aumento - di dazio sul grano, forse non necessario finchè duri l'allezza de·i cam– bi, l'altezza .e la difficoltà dei noli, e l'attuale insuf– ficienza del prodotto mondiale; ma prevedibile e siéuro non appena si torni alle condizioni nor– mali, o quasi, del mercato monetario e de1 ton– nellaggio e r_iacquist_ipiena effice1_1Za l produzi_o– ne agricola, m paesi ancora parzialmente Pi!•rahz– zati dal colpo apoplettico della guerra. E dunque danùoso all'economia nazionale e al– l'interesse dei consumatori (quindi anche, e sopra– tutto, dei lavoratori) proporsi di e~tendere J.a col– t.ura del grano, ed è assurdo pensare che con essa l'Italia possa rinunciare all'importazione del gra– no o limitarla, in misura notevole, permanente– mente. Man- mano che la popol.azi-one ·cresce e i ceti campagnoli vanno sostituendo al pane giallo e alla polenta il pane bianco e la pasta (come han– no fatto o fanno già in molti luoghi), il fabbiso– gno del frumento andrà largamente crescendo, e l'aumento della produzione basterà appena a sop– perire all'aumento del consumo, e a ricondurre l_a nostra economia granaria press'a poco alle condi– zioni del periodo anteriore alla guerra. In oani modo quest'aumento di produzione è da ottener~ non con l'estensione, ma con l'intensifica– zione della coltura: ma questa presuppone la vit~ Loria contro pregiudizi e tradizionalismi; presenta rischi richiede anticipazioni di capitali, implica an: che ~ se anche in grado minore di quanto alcum temono o sperano - au_mento di _mano fop_era_ (di– minuendo pertanto_ la riserv:i- dei bracc1ànti_ ~:hsoc– cupati), e non offre - pretesti altrettanto .f~c1h alla laro-izione governativa di premi e, specialmente, di 0 protezione doganale: ,perciò si può star certo che nè i produttori assumer~nno spon~anea1;1ente iniziative in questo senso, nè 11demagog1smo igno– rante e grossolano dei popolari chiederà provve- dimenti per suscitarle. . Ouanto al nostro Gruppo Parlamentarè, c1 augu– riamo e speriamo che non si attenga _alçomod? e assurdo si·stema di assistere a braccia mcrocwte n questa nuova testimo'nianza dell'impotenza bor– ghese a risolvere i più urgenti problemi,.nè si con– ienti di fare una criti,ca negativa e inconcludente, in atbesa che tutta I.a terra divenga proprietà _col– lettiva : non ci dovrebbe volere molta penetraz10ne per capire che la questione; del pane e il _perjcolo che la nostra produzione sta messa per 11 vicolo cieco di una economia chiusa non è un puro e sem– plice aspetto della crisi del regime porghese, ma avrà una forte e disastrosa riipercuss10ne sulle f~– ture sorti del proletariato, anche trionfante e ... dit– tatore. * Nè meno assoluto è il nostro dissenso sugli altri aspetti della proposta Tedeschi, ,eh~ sono imagine anch'essi del prograrr(.-na del partito pop~J.are e dei suoi intendimenti reazio•nari mascherati m fog- gia democratica. . Pensare che l'incremento della produz10ne gra~ naria, come d'ogni altra produzione, possa o_tten_ers1 col frazionamento della terra e con la costituz10ne di piccole proprietà individuali, menLre anche le zolle più dure dei, ter_reni più i1_1feoondi hanno or– mai appreso che I agricoltura esige ora, essa pure, 8jblioteca Gtno Bianco come l'industria, cognizioni tecniche, abbondanza cli capitali, uso cli macchine, divisione di lavoro, ecc., - è cosa assurda, che non si sa come possa v-enire in mente ,a persone che hanno la pretesa d, essere innovatprì. · E questi poderi frazionati quanto tempo possono - durarn nel possess-o di coloro che Ii abbiano fecon– dati (se vi riusciranno) col loro lavoro? Quanti potranno essere i contadini cui sarà possibile pa– gare, subito o in breve spazio di 'anni, il prezzo d'ac– quisto del terreno, gravato di tutte le spe&c di bonifica idraulica, igienica, agraria, che ,il Consor– zio vi avrà fatte, prima di compiere la lottizza- 7,ione? E come potranno poi essi provvedere, anno per anno, alle spese per l'uso delle macchine, per i concimi, per tutte quelle altre operazioni che sarà necessario ripetere ogni anno -o a periodi di pochi anni? Tulle queste difficoltà non pare si siano 1iep– pure affacciate alla mente d'uomo d'affari del signor Tedeschi, a cui, l'aspetto sociale del pro– blema o è sfuggito o è parso affatto secondario in confronto all'impresa del Consorzio. E ancora: egli non si è reso affatto conto che nell'anima del piccolo proprietario si sviluppa un implacab_iJ.eegoismo, che non lasci.a posto ad altri ,;entimenti. Intento' a conseguire il massimo 'utile, ingordo, diffidente, invidioso, il piccolo proprietario non vuole collaboratori nè guide; consuma le pro– prie energie sottoponendosi a un lavoro bestiale e diviene imp-ermeabile ad ogni propaganda cli buone norme t,ecniche. Il confronto, che il :redeschi fa, con lé terre vergini dell'America, non regge; fra le a!Lre cose, l,e condizioni che vorremmo soppri– mere in Italia non sono ancora neppur state rag– giunte in America, nella enorme maggioranza dei casi. Chi consulti le statistiche ameri,cane vedrà che, fatta eccezione di alcune plaghe, la produ– zi,qne unitaria è 'tutt'altro che elevata, e spesso è anzi assai b1:1ssa.Quei sistemi di coltura possono . andar hene ed essere necessari in un paese in cui c'è scarsità di mano d'opera in confronto ai nume– rosi impieghi cui essa può esservi adibita; ma se 1' America avesse una popolazione densa, ben diver– samente provvecle1:-ebbea mettere in valore la pro– duttività ciel suo suolo! Il signor Tedeschi ammette la costituzione e il funzionamento delle Cooperative soltanto in un se– condo tempo, e cioè quando i contadini, preso con– tallo - come egli di,ce - con la terra, sentiranno l'opporLnnità cli associare le loro forze per accre– ,;ce·rne la nroduUività, per mantenere e continuare le opere di bonifica, per smerciare i lor<1prodotti. Ma egli 110?1 sembra essersi neppure proposto il problema se e come ciò possa conseg-uirsi, se sia possibile una coordinazione di sforzi e di inte– ressi per parte di uomini, nel cui spirito si sin lasciato sviluppnre, favorendolo anzi, un egoismo gretto e retrivo. Ecco perchè noi, pur ritenendo possibile e utile ~ma inlensificazione (non estensione) della coltura granaria e un conseguente aumento della produzio– ne, siamo,· per ragioni tecniche, economiche. politi– che, avversi ad -ogni proposta simile a quella pro– pugnata nel programma del Partito Popolare, e a questa del signor Tedeschi: per noi no.n c'è altra via che la assunzione delle terre da parte di Coope– rative di lavoratori, perchè essa, mentre, eliminan– do, nel massimo grado oggi possibile, Io sfrutta– mento capitalista, dà la spinta alla più -alta inten– sificazione del lavoro, r,ende d'altra parte possibile una coordinazione di forze produttive e di mezzi finanziari una razionale distribuzione di colture e di opere,' una sapiente direzione t.ecnica e l'uso, •

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