Critica Sociale - anno XXX - n. 13 - 1-15 luglio 1920

CRITICA_SOCIALE 201 Bisogna che il Governo d'Italia - borghese? ,co– munista? bolscev.ico? Gio!Hti? Misi<ano? - ·non im– porta il nome e la persona; non importa neppure _ l'etichetta, per-eh~ vi può essere un bolscevismo, (ve– di Russi,a) che finisce per creare tutto ciò che vi è di più antisocialist,a, I.a piccola proprietà: l'economia -è piÙ"forte di tu,tte le formule e di tutti i programmi ponzati '.i tavolino ... - bisogna, dicevo, che lo Stato .. itali.ano div,enti, di P,olitico, economico; anticipazione precipitata del Comunismo classico, secondo la de– finizione e il presagio del nostro Engels, pel quale il « Governo degli uomini »·doveva, nel Com\lnismo, diventare « l'amministrazione delle cos·e ». E unicamente ,a questo patto che · I.a situ'ilzione può essere salvaita per tutti, per I.a borghesia e ,per il Socialismo; senza di questo è irremissibilmente per– duta per tu-tti; per noi e per voi. La val~rizzazione economica dell'Italia. E ess,a possibile questa valorizzazione ,p,ronta 1xi- pida, dell'Italia economioa? Io penso di ~- ' in mialo•ria.Bisog_na trovar.e nuove fonti di riochezz,a, e sap~rle colliv,are, per ristabilire e éonsolidare l'e– quil,ibrio. Dopo av,1'· .:.>ccennato brevemente alla condizione dcll'Ingllllterra· del Belgio, dell'Olanda, della Fran– cia, dell,a Russia e della Rumeni.a, continua: La Germani.a, nel 1870, avev,a una popolazione non inferiore alla nostra. La conquista delle ricchezze mi– nerarie, che_ oggi lè sono state tolte, ma, più che tutto, la co],tur,a tecnica, saipientemente ottenuta, lo sviluppo delle sue scuole tecniche,· dei suoi ins~gna– menti professionali, le pro~oè1arono un.a tale supre– mazia industriale su tutto il mondo, che le ha con– sentito non s,JJtanto di abolire la em4gr.azione, ma di chiamare nel suo P,1ese un.a immigrazione impor– tante, r.addOlppiando .al tempo stesso la popolazione. Ebbene, noi dobbiamo imitare I.a Germani.a, che ab- .bi.amo eone.orso a distruggere ,con infini,lo nostro danno; ma non già imitarli.a rpedissequamel\te, come fu sempre costume del nostro Gov,erno e della no– stra borghesi.a, ma imitarla con genialità J,atina, imi– t,arne l'origin.alita, applicanrlo i suoi metodi: ma ,adat- Si può egli - ecco il problema concreto - ed in che modo si può, raddoppiiare, nel senso ,che ho detto, in breve, la produz.ione italiana? rifare l'im– mensa ri,cchezza che abbiaimo dispers,a, è, malgrado il disastro, diventare più ricchi e più civili? per– mettere che ],e tante promesse temer.arie, ,che a:ve,te fatto durante la guerro al proletariato ct"e!l.aguerra, non si risolvano in tradimento? che i programmi non si.ano soltanto chiffons de papier? che i Governi pos– sano esistern? che le rapp!lesentanze. popolari, Par– l,amenti o Souiety, il nome poco importa, possari,o funzionare, e non si.ano par.aventi e menzogne? Si può; purchè si s,appia realmente rimedi.are ,allo s,bi- . tando. i processi .al no~tro suolo, al nostro ,clima~ ali.a nostra .psicologia tutta diversa. lancio nazionale. · L'Italia è una Nazione povera, più povera di tutte le .altre Nazioni Europee, con cui fu e sarà in gara. I coefficienti decisivi per la ricchezza di un Paese, a parte le Colonie, sono la terra (vi comprendo il mia.re) , le minier,e e J,a fèlrza intelligente dell'uomo. Per la terr.a, l'Italia è poverissima; >à.ll 'infllori della p1anur,! padana, non ha grandi estensioni di terreno profondo, pianeggiante, irrigabile. In fatto di minie– r•e di ferro e di carbone, siamo quasi ,ali'abl,ativo as– soluto, nonostante !,e amplificazioni speculative e po– litiche di ,certi gruppi interessati; per ogni .altro mi~ nerale, ·il nostro sottosuolo è ,anche più p,overo. Le altre Nazioni, l'Inghilterr,a, la Fr,anci.a, J.a Ger– mania, l'Austria-Ungheria (iante bellum), I.a. Russia, I.a Rumeni.a, il Belgio, l'Oland.a, ecc., sono tutte ,più ricche di terreno piano, coltivabile, in proporzione degli iabif.anli, assai più dell'Italia, e quasi tutte ric– che di giacimenti minerali, tra cui sono fondamen– tali il ferro ed il carbone. In Italia la popol.azione è - eccessiv.a, relativamente .a!La soo estensione e allo staito delle sue coltivazioni. · ' Se prima della. guerra•, per-ciò, il nostro equilibrio er.a già molto instabile, dopo la gueroo le nostre con– dizioni sono molto peggiorate. Noi importavamo per tre miliardi e mezzo (p.arlo in cifre tonde), esporta– vamo per due mil1ardi e un terzo. Il mili.ardo e più di differenza era coperto d,alle rimesse degli emi– granti e dalla industria del forestiero, risorse ,che, per un certo tempo, ci continueranno a mancare. In itali cendizioni è n.a~uraJ.eche ogni più piccola diffi- - coltà, un rincaro di noli, di trasporti, un .aumento nei p•rezzi di vendita ,all'estero, bastino ,a mand.a_11ci 'bHotecaGino Bianco E qui mi cade .acconcio dir, subito, ,che, appunto per questa psicologia e per i tempi mutati, qon. ~i riuscirà ,di industrializzare il nostro Pa,ese se prima· non faremo n· « nuovo statuto dei l.avor.atori », che li faccia, se non ,ancora ,arbitri assoluti, almeno ,par– tecipi della produzione, e non già ,passivamente p.ar - 1tecipi ,agli utili, secondo certe vedute pelesamente filantropiche, ma ,pa!ltecipi nella gestione, nella dire– zione, nel controllo della produzione n.azienale, os– sia condòmini "eri. l'ignavia della borghesia e dello Stato. Ora I.a borghesi.a itàli,ana (e qui presto degli .ar~o– menti agli amici massimalisti) è sempre ,s,tata igna- . va, ebbe - salvo po.che eccezioni - visioni limitate, umili, ciecamente pedisseque dell'e~tero, _con. una pr,onunciata tendenza a farsi p,ar,assita dello Stato, ad abbarbicarvisi, anzichè cercare nella cr,eazione, nello studto, nel miglior.amento progressivo dell'io-' <lustri.a e <lell'agrico],tur,a, la ,propri.a- floridezza e queUa che s.arebbe la sol.a sua ragion d'essere. ' · La guerr.a, poi, col pescecanismo, ha fatto il resto. Ha portato a galla gli elemen.ti più sporchi e diso– nesti deìla borghesia industriale, sviluppando J,a cor-' ruzione, rendendo possibili quegli as&1lti alle, Ban– che, di cui sono indice significante le recenti v,er- gognose ipolemich_e. - O esso. sente in sè !,a forza di risanarsi, o il p•ro– letari.ato, benchè immaturo e impreparà.t.o - ma spe– ri.amo più onesto - dovrà pure ,affrettar.si a sos,ti– tuirl.a. Di qn,esta •peggiore borghesi.a, la più procacci.ante, la _più organizzata, ],a più ten,acémente gelosa del. proprio ,egoistico interesse, che h.a nella Camera e. in Senato quelle propaggini le quiali, se il voto del Grup•po Soci.a.lista ing,enuamente le .aiuti, ,possono an– che rovesciare e quindi ricattare qualunque Ministe– rq ~ -di cotes,ta borghesia ,putrefatta fu sempre complice .e prigionie.w lo Stato. Il quale non ebbe mai progr.ammi propri,. visione indipendente dei pro– blemi; e fu sempre ,all,a mercè di tutti gJi interessi più !nsistenti, di tutto il .pescecianismo parlamenta-

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