Critica Sociale - anno XXX - n. 13 - 1-15 luglio 1920

CRITICA SQCIALE Hl7 : • porta --sapere quale debba essere l'azione. Essa ge– nererà gli attori, gli esecutori. L'onorevole NibLi - l'ho già detto =.- prese dal pensiero socialista l,a politi-ca estera, e la orientò come meglio potè, dato il molteplice vassallaggio dell 'Itali.a vel'so le care Alloo.te, le Potenze dell 'In– tesa: vassallaggio che sembra essere il più certo 1,etaggio di questa grande guerra « di liberazione! » Nella politicr.. interna fu. .anch'esso contraddittorio. Volle essere, concepì là superba ari1bizione (forse non l'ha ancora .abbaridon.ata), di poter essere lui la passerella fra il vecchio ed il nuovo. Ora una passe– rella ; contraddittoria iper definizione..: ess.a sta di qua e di là nel tempo stesso. Perciò, .alle ·forze rea– zionarie, nel1a Camera e nel Senato, egli gridò più volte sul vi;;o che non .avrebbe mai combattuto i so– cialisti, ehe sarebbe stato sempre coi socialisti, e i reazionari :: iormorave.no appena. Poi, rivolto ai so– cialisti, disse l01·0 più d'una volta: « noi vi assorbi– remo!» E i miei compagni, manco a dirlo, prote– starono, a gran voce, con tutta l'irruenza .giovanile che li distingue. ' In realtà, le due frasi erano espressione di un solo pensiero: di un i;iensiero di passerella. I socia– listi· s_timarono opportuno, direi quasi doveroso, di non d'.>Verlo troppo capire. Il loro proposito di in– transigenza, di anticol1aborazionismo ad oltranza, che, come già dissi, nel momento attuale ha le !:iUe ecceHenli rogioni, derivate dalla guerra che non è tramonoo.ta, che perdura, che mi!!accia sempre, anche in questo momernto; il loro ,proposito di intransigen– za fece loro capire che non dovevano capire questa, che, da un punto di vista criticò, è una verità inne– gabile, ma non può essere evidentemente un punto di vista di partito: che "in politica, come nella vita, chi è assorbito assorbe. Non parlo, s'intende, delle dedizioni personali; pe.rlo delle idee-forza, dei partiti veri. Debbono essere i lati del parallelogramma ,a da– re 1,adiametrale, la risulitante: non perciò l,a·diame– trale ha minore 11ealtà matemati-ca dei le.ti. Ora, poichè ogni trapasso non è una linea mate– matica, ma una zona distesa nel tempo e nelle cose, ogni trapasso, anche se assuma forme violente, è 5empre un· assorbimento del nuovo nel v.ecchio e del vecchio nel nuovo; con questo vantaggio, che il vec– ehio non si rinnova e il nuovo non si rinvecchia. E questa è la rivoluzione. Perciò, ripeto, chi è assorbito assorbe. La gene– razione, la procreazione, la fecondità sono a ques.t,o patto. Il ritorno di Giolitti; parole e silenzi. - Ma, caduto, per quelle ragioni ,a cui ho accennato, cosi diverse dai motivi app-arenti dai voti della Ca– mera, l'onorevole Nitti, subentra l'onorevole Giolitti, che .anche egli è assorbito e ,assorbe, e p,are ,anti– giolitti.ano, mentre gli o.ntigiolibtiani sono tutti ai suoi piedi. Egli viene corri,e antagoniste. dell'onore– vole Nitti per compiere l'oipera, in parte mancata, dell'onorevole Nitti. Ci viene· egli con la mentalità di ,pre-guerra, o con una rinnovata mentalità di dopo– guerra? I p,incipl, arditi, che ha affermato, sono una rn&te o sono spirito, sono parole o vogliono e pos– sono essere, e l'ambiente consentirà loro di essere, inizio di fatti? Ecco il punto interrogativo che s_i,pon– gono tutti; dal quale dip-enderà s'egli sia politi-camen– te vitale, se il suo tempo11aneo sperimento sia per bliotecaGino Bianco avere un successo, o .se invece passerà co)lle meteora, I.asciando una scia di .amarezze e di delusioni. Giudicando l'on. Giolitti dalle sue parole e <lai suoi silenzi, l'orntor,e crede di dover esser-e pessimi– sta. In astratto. il trionfo dell'on. Gioli.tti avrebbe dovuto essere il rinnegwmento della guerra ; nella realtà egli si affretta a dimostrare il co-ntr:ario, dis– simula la riparazione che gli è dovuta, dichiara ,che la politica si f.a per I'.avvenire e non per rimasticare il pass,ato, .àttenua l'inchiesta solenne sulle responsa– bilità della guerra in un. a revisione fiscale di con– tratti. E se in omaggio al discor.so di Dronero: « la . · più saldo gllarentigia della pace è nell'Internazionale proletari.a», si rifi11t:aall 'invooota reazione antisocia– lista e tace degli scioperi nei servizi pubbli-ci, sfugge miche .ai nu0vi rapporti fra càpitale e lavoro, soryol.a la queRtione del pane, si crea per l'Adriatfco, per le trattative coi Jugoslavi, per la revisione del Patto di Vers~illes, un alibi, al suo pensiero assente, nelle isti,tuende Commissioni parlamentari. Ponendosi sul comodo terreno della graduali4l, si affaccia come re– stauratore q_ei ·malanni più urgenti del Paese - me. la restaurazione ,economica rimane nél retroscena del programma -; e si limil,a, con l'abolizione dei decreti legge, le Commissioni parlamentari, le rifor– me "1110Statuto, a -cerca1,eun rimedio allo scadimento del Parlamento, ,e -colla riforma fiscale ,a mettere ri– paro al disastro finan:ciario dello S,tato. Ma del ba– gaglio fiscale, quanta parte giungerà in porto? L'o– norevole Turati è perplesso sulla nominatività dei ti– toli, pensando sopratutto al capitale estero di cui abbiamo tianto bisogno; e gli parvero una glossa - ahimè! - &tra)rdinarie.mente -eloquente, gli applausi– di quella p,arte della Carnera che piu doveva sentirsi colpi':3 dalla mir.accia di• imposte terribiynente pro– gr:ess1ve. Si ammetta comunque che tutto il programma fi. nanziario p•)ssa, esser,e realizzato: non basta. Il gra– dualismo del! 'on. Giolitti è un gradualismo prebel– lico, impari alle esigenze del momento. Oggi invece, con un .debito di 95 miliardi continuamente crescente, ron un deficit oos,tante .annuo di 5 miliardi - anche liquidati i relitti della guerra e tolta I.a differenza per il prezzo politico del pane - è il tempo di tutte le o.udacie. Cinque miliardi di deficit rappresentano u,n capitale di 100 miliardi, un altro debito di guerra a cui l'economia del Paese non può sottostare. Dove trovarlo? Ne , iene ,che il primo, il solo rimedio è qui, nel ,trasformare l'economia e non già la finanw. Ciò che si pone dopo deve v,enir prima, o almeno contemiporaneamente. La crisi. psicologica. Tanto più, che, a r,endere più spinose tutte le que– stioni, più difficili tutti i rimedii, concorre la- crisi ,psicologica, fa quale è causa ed effetto insiem~ della crisi economica, generate entrambe dalla guerra, mantenute dalla pace che non è pe.,ce; crisi che è una vera psi-cosi, diffusa, molteplice, universale, ma più grave in Itali.a, perc)1è è Paese economicamente fra i più deboli di Europ,a. Non dirò -dei fenomeni più appariscenti: il lusso sfrenato, rivoltante, che f,a pensare con nost.e..lgia, •per quanto sèettica, alle antiche leggi suntuarie. Ciò che più impressiona è lo spirito di indisciplina, che J:ia invaso tutte le ,classi sociali. Aggiungete il menomato rispetto della vita umana, dell'altrui come della propria. La guerra ha alterato profondamente tutti i consuetudinarii valori morali. La gente minaccia l'altrui vita, ed es,pone la p·ropria, ,con una indifferenza non conosciuta. prima <lella guer– ra. L'arditismo è un feI].omeno quasi generale, che sopre.vvive anche allo scioglimento -del corpo mili– tare degli Ardi,ti, se è vero ,che sia stato sèiolto. Chi una volta diceva un.a villania ,o dava uno spin– tone, oggi cava la rivoltella. Io penso se non toc- •

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