Critica Sociale - anno XXX - n. 13 - 1-15 luglio 1920
206 CRITICA SOCIALE Questa è l'economia del nostro Governo e del no– stro Paese! Un altro tema importantissimo s,arebbe la elettrifi– cazione delle ferrovie. Quante centinaia di milioni ci risparmir:rebbe1 .Si parla di quattromila chilometri (drca un tilrzo delle ferrovie it<11i.ane),che sarebbero facilmente elettrificabili. Quei quattromila chilometri consumano forse la metà del carbone, perchè sono i più frequentali e quelli a pendfo più r,apido. D-elle nostre forze idrauliche 3 o 4 milioni di cavalli sono liberi, e, del milione accaparrato, la metà .cir-ca va perduto. Così noi disperdiamo circa i nove decimi del-le nostre forz·e idrauliche. E notate -che, a difTe– renza degli esercizi a oarbone, in quelli ad elettricità la sola spesa è l'impianto: l'esercizio, si può dire, è gratuito. E il ri&ealdamenlo? Noi disboschiamo i nostri mon– ti, disperdendo una immensa ricchez:ro, esponendo le valli alle -piane e alla devastazione, e I.a nostra acqua - che potrabbe riscaldarci quasi ad ufo - se ne va placidamente ai due mari! L'Italia nuova non può essere che l'Italia elettrificala. O ci pensa il Governo, o dovranno provvedere i lavoratori. Il còmpito dello Stato. Ma J.a elettrifioazione non ,può avvenire, utilmente, a pezzetti successivi. Ciò che importa è creare l'u– nica grande rete elellrioo italiana che, in parte, è già spontaneamente. iniziata .dalle varie Società ,che mano ma.no si collegano fra loro, ,creando un sistema di 11accordi, di co,n.pensi, di solidarietà, che solo permel lerà la massima utilizzazione delle forze nazionali. Nella grande ret!l, unica, tutti i ritagli, lutti' i resi– dui di energia possono venire utilizzati. Le ore di riposo di un servizio servono all'altro; l'Appennino compensa le Alpi; e così di seguito. Nell'industria elettrica, come in mollissime altre, il piccolo impiaato localistico impedisce il grande, I'inl~res5e :>articc;loristico uccide l'interesse generale. Solo lo $Lato può imporsi agli interessi egoistici particolari. La scoperta tedesca ch;e ,permette di fis– sarè l'awlo dall'ari.a consente d'altronde una solu– zione del grande prÒblema, facile e sicura. Con la elellroch1mica, che importa impianti di pochissimo prezzo, che si ammortizzano in brevi anni, noi cree– remmo per alcuni anni prodotti azotali, che redime– rebbero la nostra agricoltura, e prepareremmo una enorme disponibilità di forza, da impiegarsi poi in una miriade <li industrie, che sorgerebbero man ma– no, potrebbero pagare la forza molto di :più e ci .a5sicnrerrhbero un reddit,J, quand'anche la concor– renza estera -ci facesse abbandonare ·Ira-produzione <lei concimi. Pel grano si spendono oggi 5 o 6 miliardi all'e– stero. Basterebber-0 · 189 mii.a tonnellate di azoto (oggi a mal.a pena se ne impieg,ano 9 o IO mila) ,per supe– rare la crisi gran.aria. A 3 lire il chilogramma, sa– rebbe una spesa di mezzo miliardo che ci risparmie– rebbe 5 milirardi. M.a qui è indispensabile l'intervento dello Stato. La sol.a. industria privata, che ignora il mercato del domani, è impossibile che vi sop,perisca. Solo lo Stai.o può affrontare i brevi rischi di qualche anno, per la ricostituzione nazirm.ale. Esso solo può unificare gli interessi, evjt:are l:a svalutazione della valuta.derivante dalle. esportazione del denaro, e imporre la concima– zione delle terre, la quale dovrebb 'essere obbligato- BibliotecaGino Bianco ria com'è obbligatoria l'istruzione, che è in qualch_e modo la concimazione dei cervelli. Il coordinl'lm<Jnto è essenziale, e, se io non avessi ,troppo abusalo della pazienza della Camera, porterei -altri argomenti a dimostrarvi, come questa organiz– zazione, che presu-ppone. un ver0 -piano regolatore cli Stato, sarà Jl nostro programma di domani, se per forza dovremo accollarci la g€f;lione dello Stato. Il coordinamento, per altro, dovrà essere decen– trato ragionevolmente. E mi spiego. Pigli,amo la Sicilia. lvi il problema minerario si ral\accia all'agrario. Salvo per gli agru– mi, l 'ragricol tur.a è medioevale. Per la Piana di Cata– ni.a, di Terranova (dove allignerebbe ranche il cotone), eoo., è essenziale la irrigazione. Occorrono i laghi artificiali. Ques,1.idiventano convenienti se con essi si risolve anche il problema minerario. Noi ooviamo lo. zolfo ancora col sistema preadamitico •dei oolcheroni; in America s'impiegano i forni elettri-ci che non sciu– pano minerale e producono un risparmio enorme. Aggiungete J.a la9Sa di camorra ,dei proprietarr, che sale al 30 per oenlo del prodotto lordo, ossia al 70 per cento del netto. Perciò l 'industrira è lerribilmen– le passiva. Anche qui il proprietario è il nemico. Adduce quindi altri esempi tratti daHe condizioni e: dalle necessità della Calabria, della Sardegna, della Toscana e conclude: Ma tubi.o ques-to non si fa senza l'uomo; e l'uomo e l'operaio, il proletario, lo scontento, il ribelle, il rivoluzionario, e che s.arà tale finchè non ne avrei-no fatto il padrone dèl lavoro e della p~oduzione. Il programma dell'avvenire e le classi la~oratrici. Questo è dunque il programi:ru.i ,dell'avvenire. Io non so chi lo eseguirà-. lo so che,. senza questo ele– mento,--<lell'emancirpazione dell',oper.aio, niente di que– sto si farà. E non occorre essere socialisti. Io ho trovalo in un libro fatto tu·blo da parrucconi molto rispettabili - e.be oontiene gli studi e le proposte del– la Commissione del dopo-guerra presieduta da Vit– torio ScialoJa - a un dipresso le medesime mie con– clusioni. Leggete la reLazione del nostro ex-collega 9n. R.ava, pre5idénte della Sezi{)ne decima. Egli dice J,e medesime cose: « s,e non create le condizioni ne– cessarie all'interessameiiTo degli operai nella produ– zione, dati i tempi mutati, data la psicologi.a del dopo-guerra, non otterrete nulla di nulla». Una volta er.a qu.es ,tione di g~ustizi.a, oggi è que– stione di vita o di .morte.' E dOlpo ,avere detto ,che due uomini (un antico, i,I Cavour. e un moderno, H R.athenau) hanno mostrato, nel ,campo conservatore, di .aver sentito e voluto ri– ., spettare quast-3 ,esigenze, così termina: Ho detto, - frammentariamente, affrettatamente, le ragioni e a,piNlzioni praitiche d~l Socialismo. Ma in esse è anche la salvezza del Paese. Inizierete voi que– st'opera? o la inizieremo noi? Una cosa mi pare in– dubitabile'. _l'evoluzione civile non può muoversi che per questa via. Checchè avvenga, la classe lavoratrice non sarà sord.a al duplice appello della giustizi.a e della civiltà! (Vivissimi e reiterati applausi all'Estre– ma Sinistra - Moltissime -congratulazioni - Com– menti prolungati).
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy