Critica Sociale - anno XXX - n. 13 - 1-15 luglio 1920
202 CRITICASOOIALE re, fenomeno zootecnico-soci.aie che esisteva, d,el re- sto, ,anche .asse.i prima dell.a guerr.a. • Lo Stato, i Comun\ fo Provincie; per. provvedere .alla disoccupazione, provoc.ano ovr,nque lavori con criteri poli<tici, dov1,ei dire polizieschi, con visioni economi-che errate, corrotte da r.agioni demagogiche, le quali e i quali ranno sì che i I.avori per lo più sia– no .antieconomici e costituisc.ano una vera concausa all'imperversare <lello sbilancio statale ,e nazionale. Vi è oggi una crisi di produzio!}e spaventosa, dap– pertutto, ma più in It.aha, perchè la Nazione, come già <licemimo, più poveM; vi è i11;siemeuna crisi di tr.asporti - terrestri e marittimi - per noi ,tanto più grave in quanto dobbiamo importal"e tante materie prime per l'industria, e per l'agricoltura, e derrate per l'elementare alimentazione. Lavori improduttivi e sperperi. Orbene, i lavori sussidiati dallo Stato <lovrebbero dunqu-e tendere sopr.a,tutto .a eliminare questa du– pli-ce crisi. Ma ragioni politiche, localistiche, im– preparazione ,tecnic.a, disordine amminisJ,r.ativo, bu– rocr.atis-mo, mancanza di organi coordinatori, ecc., fanno sì che il 90 per cento di questi !,avori sono pr.a– t.i-camente improduttivi; quindi rappresentano uno speI"pero, un aumento di debiti, un vero e proprio . delitto contr-o il P.aese. Accenna ai molti la-vori di strade, oggi inutni per la scarsità dei traffl-ci, alla co,:truzione di « sedi str.a– dali forroviafr~ >>. A ,tutti questi lavori passivi conviene sostituire su– bito Lavori produttivi, quali le bonifiche idrauliche, la messa in valore di nuovi terreni, I.a intensificazione della 'J)roduzione agri-cola, la produzione dei concimi, la costruzione di -case, di vagoni, .ecc., tutte cose che. decuplicherebbero i v.antaggi e risolverebbero la crisi rapidamente. Ma questa è la te-cnica, non è la cosidetta polilic.a, come J,asi intende generalmente, per'chè in.vece I.a ~– liti.e.a è questa: ogni Comune vuole allogare i propri clisoccupa,ti in casa propria; l'operaio in tante regioni non vuole emigrare ne.anche all'interno, vuole che il lavoro <e gli vada in casa»; le camorre piccole e gran– di .,,:inoinfìnitP: le ìnfr.ammettenze- demagogiche e la corruzione sono moHeplici; l'impreparazione tecnic.a e amministrativa è enorm,e; e, più che tutto, manca ~ qualunque .azione di insieme, manca la linea, il pia– no regolatore. Occorre un programma! -11problema idraulico. Occorre un progromm.a della nazione, non un .p·ro- gramma semplicemente di governo. · Quali s-ono i gravami maggiori del nostro bilancio nazionale? Lo disse ier l'al,tro l'onorevole Giolitti: gr.ano, ferro, carbone, e (aggiunse egli) benzina ... per ],avare, suppongo, ìe nostre macchie della guer– ra. E .a tutto ciò si deve aggiungere una quantità di prodotti J,avoroti, che potremmo produrre· e non produci.amo. Clie -cosa diamo in compernro? Quali so– no le nostre ricchezze naturali? Si può <lir,e - ir.tendiam0-ci, co! solito granello di sale - ,che tutto si concentra nel p.roblema idraulico. L'utilizz.azione delle forze idriche e la trasmissione della {'nergb a distanza, S-Onoàue &coperte fatte es– senzi,almente per !"Italia. BibliotecaGino Bianco Ad esse si connettono le sistemazioni montane, onde la sicurezza deHe alte pendici; il dis'dplinamen– to dei corsi <l'acqua, onde I.a difes.a contro le piene; le bonifkhe, e quindi la messa in valore <li infiniti nuovi terreni; I.a soppressione della malaria, e· di qui una m.aggio11e efficien:oo dei lavoratori, J'estessione delle piane abitabili, e con ciò la soluzione necessa– ri.i, sto per -dire automati•c.a, di una infinità di ,altri proble,rni, viabilità, •ferrovie, scuole, ospedali, ecc., che_ ne son::> il na,tur.ale -co11ollario; l'irrigazione, e quindi· I'.aumento della produzione terrier,a e I'agri– coltura industrializzata; J,a na:-vigazione interna, onde facilitazione dei trasporti, em,ancip•azione <lai carbo– ne di CaI'diIT, ec_c.;I.a·regolazione dei deflussì ',a mez– zo di serbatoi, onde la cre.a,zione benefi,ca di nuovi corsi d'acqua, ,a deflus.so continuo, con tutte le uti– lità conseguenti; la trazi-one elettrica, onde una solu– zione ,tutta itaJi,an,a d-el problema ferroviario e <li r•uovo I.a err,.ancipazione ,dal carbone estero; la diffu– sione dell'energia elettrica, da cui I.a fondazione di nuove industrie, spe-ciialmente della elettrochimica, cioè di una. industria fondamentale, essenzialmente nostra, perchè non a base di carbone, colla mess.a in valore, necessaria e naturale, di tutte le nostre ri-c– .chezze; la produzione intensiva dei ooncimi, da cùi il fiorire J)ossibile di tutta la nostra industri.a agraria. Queste specificazioni sono forse - un elenco? , M.a neppure per sogno! Esoo ·sono una cosa sola: ecco il punto essenziale che io devo dimostrare. Ciò -che è sempr-e mancato è il coordinamento, è la contemporaneit,à, la solidari<età di insieme di questr provvedimenti; qi,anc.ariza -che h.a reso ineffic.aci le iniziative, i provvedimenti presi isolatamente. Finora -si è infatti proceduto antieconorbicamente, individua– li.stic8!mente, cc proprietaria-mente >i. Ma il coor,di.namento suppone L'organo coordina– tore,, suppone lo Stato - borghese o socialista poco _importa - che abbia un.a visiOlle sua; suppone la so– lidari-età degli organi esecutivi, mentre noi non ab– biamo neppure un el•ementa11eaffiatamento fna i v,ari Ministeri, e, quando si dev-e .fare una ~cliqueste 'Pra– tiche, •C'è d.a perdere La pazienza. Amici miei, per qu.ando farete H vostro Governo vi do un consiglio fin da oro; unificate i Mjnisteri!, Mi dispi-ace tanto per gli ,aspiranti a} portafogli che sia– ranno <lelusi, ma unificate l'Industria è il Commercio con l'Agricoltura, coi Lavori pubblici e anche col La– voro. Col Lavoro, oggi, no; oggi, c'è l'antagonismo di classe, ma quando voi avrete il Governo, sarà un'al– tra cose.: bastérà un Ministero dell'economia nazio– n.ale. Il problema granario e il progetto Gioiitti. Noi importiamo ogni anno da quindi-ci a venti mir lioni di quinta,li di grano per colmare il deficit della proùuzione interna, che è da 40 a 50 milioni di quin– tali. Prima della guerr.a, colle es-portazjoni, il bilan– cio si poteva tenere in sufficiente equilibrio. Ma sic– come importavamo ipr-odotti indis-pensabili ed espor_– tavamo prodo.tti relativamente di lusso (olii, agrumi, vino), avvenne che, per la carestia de!La guerra, i pro– dotti necess3rl rincanarono, e quelli non necessari. ri– bassarono; lo squilibrio divenne eno!"me. Bisogna qujndi -pr-odurre più di grmw, o più di altri prodotti da s·oambiarsi col grano; ed è qui che mi -pare si an– nidi un vizio fondamentale nel vostro decreto grana– rio, il quale tende unicamente a.Jle. requisizione dei I •
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