Critica Sociale - anno XXX - n. 10 - 16-31 maggio 1920
CRITICASOOIALE 149 socialista contro tutti i suoi avversari, coi quali," cc,r– lese nella forma, ·non transi,gette mai niella sostanza. E venne la guerra. E com( al tempo d"e].].a guerra greco-turca ,1 fatica fu 'impedito dal correre con Ci– priani sui campi di Tessalia, così, cinque an~i- or so-· no, con ·un ritorno alla ideologia della patria prec"!– dente all'ideol-ogia socialista, egli_ f-u ,per la gu~rr.a dell'Inil!lsa contro gli Imperi _Centrali, giudicata dal suo spirito cavaHeresco c.ome·Ia d_ifesa dei deboli ini– quamente ,aggrediti dalla ·prepotenza del fort-e, e come il mezzo per liberare l'Italia da un'insidia nei suoi c.onfini malsicuri. ' Era, ripetiamo, -UP. ritorno alle ideologie giovani,li alimentale, prima ehe daJJa lettura· del « Cap-itaJe» di Marx, dalle sitrofe del Carducci. E il. rammàr:co per que~to suo ~lleggfa.mcnto fu tanto ,più vivo, sino alla sofiérenza, in chi più lo amò d'i vera' passione nella diutµrna convivenza di -lavoro per 'oltre cinque anni -nella prima redazione dell'« A-· vanti! ». ,t · . · 1t avremrlio vdluto, -cosi come· lo ionoscemmci' e -Tb amammo, vederlo ,chiude!'e la sua viba, non °politico, non ministro,- non ricostruttore, ma qual,e era e,ssen– zialmen.te: t1:ibuno di un 'alta disirtteressata ideali'tà, e rta la stia bella fronte serena contro tutti i nemici di" quella idealità, nemici di ieri, di o,ggi, di d~mani, ma. se1D1pre. ·gli stes,i, se;npre èogli _id-entici metoai', · · semp-re per quei medesimi •~goismi person.ili e di ' classe. E forse, ora, in que-slo dopo gu,,rra così tragico e .turpe, chi sa se anch'egli non a&bia ripensato con-no– stalgia ai giorni' in cui -si !oblava « sul.Ja tolda -della nostra nave» come egli. chiamava ·l'« Avanti!»," e .non abbia ,prò-vata una deserta vqlò1ità d'amare quell-e m~sse, _quel Partito che ebherò de. lui così· potenti .succhi vil,a,li? · Le giovanissime reclute d,e] nostro Partito, che nqn conobbero la sua, operà diretta'. ,per il Socialismo, non lo ·giudichino da questi suoi ultimi ,aH.èggiamenti, che, ripetiamo, -non contraddicono al_suo spiritò ca– valleresco. Leggano i suoi scritti _del perio~o eroico del.la sua_vita, si informino su.]_lasua vita quotidiana, fatta di rinunce personali e di disinteressata dèvozio– ne per gli altri, e troveranno che egli è degnò di es– sere, in quest'epoca storica, ri-cordato, comè uno dei pionieri del 'Socialismo in l;talia.' ,,; ' Sncus (.1less{1ndro Sohiavi). * É 'chiudiamo cor{ a!Lre paròle che- la tenerezza del-· l'affetto ·e l'accoramento per tanta nobiltà di pensie– ro·~ d\ car:lller-e· eh,. s'è spenta, suggerirono al no– stro D1reltore. Leonida. Non conobbi mai anima più tersa, spjrito più drit– to·, alleanza· più pur.a· di ·fi.lost»fo, di guerrìero e di poeta - ,poeta, come· il Fosco.lo, di pochi versi, ma tutti 'incisi nel diam,ante. E la sua figura di a~cefa indul~erite e di soldato ri– boccante di, uinanità _.: la su~ fi.gura ·-cosi alta, così ~emplice, cosi fra-nces-cana - r:accosto ·volentieri al· bruno e roseo Torrazzo -della sua Crei-nona, nel. q.ùale egli riassunse, in un'ode miNibile (e fui io l'editor-e); la storta ferrigna del v,ecchio _libero Comune, con la mitra deJ.la fede sovmpP,-0sta all'elmo delle battaglie; per-conchiudere •:- evocando· bimbi, che dentro le 1. . troteca Gino Bianço su.e vi;;cere s-algono ·chiassosi ali.a--c1.1spicte, e 1-e ron– dini, che le slormeg.giano intorno, - in una -pagana e dolce invocazione all.a.,vita. Piegttino le rondini il vola"e ritjano e si !:incorrano i bim!bi·di Roma attorno all~l sua tomba. Le SU(! ossa ne-saranno -consolate. FILIPPO .TURATI. _La· pòesia cui le parole d~ Turnt1 alludono l'u pr1bblicaLa da lui stesso· nel 1883, come ap·pendice al volume._ delle sue, Strofe. E' un'evocazione sto– rica,. d'is·pirazione schiellamenl-c carducciana. · Eccola: I Al Torrazzo ·di Cremona. . -Mitra somiglia sovrapposta ad elmo la guglia biancheggiante- sui ferrigni merli: sembri guerrier bendato a scherno d'infule sacre. i" Della tua giovinezza i vigorosi t(lmp;i ri,c9rdi, o :Qliogigante antico? \ Non mitra allor, non infule; de' merli la tua corona 'bruna spiccava nell'azzurro. cielo. A vagheggiare le divine paci lassù lassù tu l'alme non rapivi de' riguardantif ma la bieca disfida e la minaccia da te spir~va; intento all'orizzonte, " guerra ,, tuonavi, al_lucctcar ·1ontano d'aste nemiche. A' tuoi p;iedi mescean tumulti e P?gne i cittadini, e tu con lor pugnavi. Ob. bello quel' tuo popolo gagliar_do ebbro di vita! 1 Ma un giorno ti discinsero la spada e la. croce t'imposero ; di torre _ahi, tramutato fosti in camp'anile. Fatto ministro del sagrestano, i canonici grav~ alle prèci chiamasti, o via per 1'aria. · diffondesti il dolor delle agonie. Eppur, mi .dici, - · vecchio gigante, deponesti allora - re passioni mondane e i giovenili impeti? Dimmi: da quel dì o.bliast~ la fiera storia · del tuo Comune, a Cesare ed a Pietro a vicenda ribelle, ·de' Comuni italici la storia, vendicanti il loro dritto? · · O quando Pietro e Cesare sentisti seguir Fondulo su per. le tue sca._le, (li', non ti· corse un, fremito selvaggio 1 pel corpo immane e, il pensier divinando lampeggiato al tuo signore, di', non t'apprestasti a lanciare da te con lieve crollo ii saci:o peso? (1) * Ed or mentre la gelida ,t'avvolge' nebbia invernale, o de l'estiva luna ti circonfonde il raggio- e t'accarezza femminilmente, che rimugini tu nel tuo cervello antico? pensi che sei tutto solo? ~he più non v'ha chi ti comprenda, niunò più v'ha che_t'ami,? (li Gabrino Fondulo, signor di Cremona, sul. patibolo oui_ fu tratto da Filippo Maria Visconti, rispondendo alle esortazioni'del confessore, d'una ebla cosa ai penti: ·ohe avendO avuto insieme ospiti a Cremona il papa e l'imperatore e fattili salir sul Torrazzo, la■oiò sfuggir l'oooasiont di gettarll abbasso ambedue, oonoiliando cosi g~elfìe ghibellini. · · I '· . I . :
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy