Critica Sociale - anno XXX - n. 10 - 16-31 maggio 1920
CRITICA SOCIALE. . ,147 -l e le parole dette dal nostro Direttore, in nome' di una frate.ma· amicizia che aveva trionfato della stes- sa asprezzà del dissenso politico.· · TREVES. Non ho mandalo preciso, ,ma sono si- . curo egualmente di ,avere con me l',animo,,di tutti i socialisiti d'lbalia, dicendo . come questa notizk1 ci turba in tt1tlo il profondo del! 'animo· nostro. . In quest'ora noi sentiamo p-iù ,c,)1e -mai _quanto ab- / biamo amato Leonida "Bissoiati, ìn quest'ora noi sen– tiamo tutto quanto da· Lui abbiamo imparato, quante– della su.a grande anima Eg.li trasfuse i11 · ,,oi, ,,uandv noi giovinetti ,trasse a-Ila rotta per- l'idea,le, qùando. ci indicò le masse povere, le masse abbandonate, come, il rimprovero vivente a-li-a società, e come il nostro · dovere fos_se di buttarci tra __ quelle per dire loro la parola -della redenzione. . . Leonida Bissolati ci indtcò quanto tesoro di virtù e di forza era in quei .contadini del suo p;iese, che, fecero Lui stes?o sociahsla -e Lui sociajj.sta fe0e µoi socialisti. Seguii Leonida Bissol_ati· in lµ.ngo -periodo delta sua traiettoria politica, ne divisi -con I,.ui ·i palpiti ,e le dottrine, e quando mi separai da Lui, · anche in quell'ora che da Lui mi se-parai, intesi la grandezza, magnific[\ del mo errore, che era fatto di umà tra– scendente volontà· ct'i imprimere al.Ja guerra tm -se– gno di umanità, qi -giustizia, che -la guerra _non po– teva avere (Applausi), ma che 'era in Lui, grande e çuono, in Lui· che ·tutta la sua vita trascorse, ptiro, disinteressato, seriza che mai -la su.a persona mettes– se av,anti a Ila legge del dovere,· ,alla legge della sua cos-cienza. · Fu veramente un puro, fu veramente un onesto, fu veramente, 'squisitamente buono, ed -Egli resta ,per noi come r,n,a iinagine_ grande e nobile, a cui nqi cercherJmo di av•vicinarci, ·e ci avvicineremo tanto più quanto .più n 1 oi inflessibilmente s·aremo fedel_i al nostro idea,le. (Applausi). TURATI. Sia lecito, coHeghi, aggiungere una ,pa– rola inutile. Non è il mio Gruppo che -~aria per -mia bocca. Per esso· h,a detto Claudio Treves. Mà non è .possibile -o chi da -Ginquanta ,annf visse come .fra- l Lello di Leonida Biss·oiati, sentì -la p,roprta vita- mora– te,· lo. p•rop,ria,.azione -~o litica, il proprio -)avoro, i ' proprf ,a,fl'et_ti, leg.iti, intrecciati intimamente con tut- . la la Vita morale, così p-iena di affetto, di BissolaH; non è possibile tacere in quest',orà. ç.,. v,orrei dire, neanche è 'Possibile .parlare. Non è -una ·parola: è un ~inghiozzo, che ìo domando alla ,carità dei colleghi di potere esalare in questo momento.' · Quiarido tutta ·10.vita fu così unita, qu~ndo anche ,l_a. diyisione poliHca di un momento non· divise real– mente gli an_imi, e si sentì, d.a,una J)arte e daJ.l'altra, che al di ,là· e al disotto di queste nostre contese. ,po- , litiche, · tanta comunione ·di spirito, .tanta tinione -di sentimento ideale permaneva profonda, ebbene, chi.. :pari-a, pari.a della ,prop-ria morte; J'epièedio ·è un au– tnnecrologto; ab_bi-8Jmo ,lo· sipettacolo macabro ,·di un -defunto, che si leva dalla o•ro.orj,a bara a dire a sè che è finito, che è fìnil; la ~ila: · ' · · · Fu uno d!li mag.gi< >ri dolori nostri - non è vero, Tr~ves? - quando Egli si -sepa,ròda .not, quando Egli fece la secessione dal· nostro Gruppo, e noi sentimmo La ferita -prçifonda che Egli, nolernte, ·tntliggeva alla nostra stessa causa, a-1nostro comune ideale. Ma la div_isionè ~u più al~epidermide. ohe ne-I profondo del- le cose. . . . . Mi_ diceva test} ·un suo e mio- carissimo amicò,_che, dui.;.ante l'.agoni,a di Leonida' Bissolati, a- cui ebbe la gioia e lo sp,asimo. di assistere, egli gli ra:ccontava questo episodio, -che sta a .provare .come, pur fra le nostre ire civili,_ qu,alche sentimento d! ,gentilezza· sornuota pur sem,p-11e. · · A Milano, il Primo Maggio, -celebvandosi la- stor'ia del giornale del .parlHo, I ',ivc11ili !, di cui Bissolati fu il primo direttore, Od.dine Morgari accennè) _alla no,· stra folla la meravigliosa grandezza, I.a prodezza non mai smentita di· quest'uom-0-, che, lan&uiva ·in· peri– colo di vil,a nel letto di una clinica; ebbene, sebbene quest'uomo fosse passato .all'altra riva in un. terri– bile momento de-Ila a'ost·ro storia,' qu: ell',ac cénna, quel– la evo~azione fu·rono -coronali da un a.pp-lauso·formi– dabile; suscitaroho nella ~ostra foll.a, che ,tal.volta Pt/Ò sembrare tanto im1pla-cabilmente setLariD; un bri- • vido ,di emozione universale. Leo_ni_do. Bissolati, a q'uesto' ra«~nto 'sorrise· dolce– mente, e questo fu l'u.ltimo sorriso della sua vita\ ne ,fu in qualche modo il -coronamento e l'epilogo. Quel sorriso er,à forse ·am.ara nòstalgia, er,a forse una in– conscia rievo~ione di se s.tesso a se stesso; qualche cosa come uno di quei periti-menti che, nella dimcile e tragic'a compless~~à della vita, noi proviamo ogn.i mattina e ogni ser,a, se non sioamo dei .perfetti imbe– cilli, sè la viba fa ,pigliamo sul. serio_ -come Eg.Ji, la ' prendeva \ Approvazioni e applausi). Fu ·il ris't>rgere nllimo dell 'nomo che vive ..uncora _e vivrà ·perenne– mente dentro di noi. Signori, c'è un 'atroce ironia iri quE,_stamorte. Que– st'uomo, ,che era un 'eroe di razza, eroe fino a-ll,a_ te= merilà, fino al romanti-cismo; -quest'uomo, che ha ere-· duto alla guerra, ai grJidi 1 fini c[ellà guerr;i, e che più di una- volta nell~ guerrà, io ne sono convintis– simo, cer-cò imano la morte,· senit.enclo come, ad un certo punto :del -corso della vita,' mor,ire è bello, colti da piombo avversario, di fronte al cielo ed al sole,, per ·una causa neUa quale si ,crede; ebbene quest'uo– mo . dovette invece morire, ripeto, ,p-er un sarcasmo tragico della sorte, in \lll -letto di clinica, per una. volgare malattia, come noi tutti forse morremo. Sig□-òri! come tu lito questo" è triste! Ah! io ora non so dire, non ,poss.o dire ,altro... Mi -c0ns.enta il Pre– sidente, mi consentà la C,amera · d•'ip.viare,· a nome di noi. tutti, alla sua diletta e fectele compagna il sa-luto della nostra emozione, il ,conforto ·del -nostro, conRenso nella suà' 'angoscia implacabile. Consenti– temi inoltre -di domandarvi - ooichè non è véro che I.a morte tuLti ci accomuni .e ~ciichè vi è ·pure una <lilTei;~nza fra· i vivi e una diq-erenza, fra i_-mo;ti :_ 9onsentitemi •di -chiedere· che da noi si sos-penda.que- . sta seduta, non -per van.a ritualità cerimoniale, ma per' dare a noi ste~si l'agio di meditare se, d,all'esem– pio del prode -che· se n'è ,andato, dell'amico che amammo anche quando d _ingiuriammo, non -possa, non debba nascere in noi un qualche maggior eleva– mento, dell'anima nostra e lo fine del-le 'trop!)e _mi~c- . rie, delle t.rop,pe' volg.arità che regnano ancora in quest'aula. (71pp/,pusi vivissimi!). * Due degli articoli nécrologici, apparsi s~i giqr– _nali, vogliamo qui riprodu,;re, eh-e anche nella si- I • \
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