Critica Sociale - anno XXX - n. 10 - 16-31 maggio 1920

CRITICA SOCIALf lb5 ai .padri labo,1-iosie capac,i succedano fìgli pTod'.ighie 111Pll1 n conservare ed aècresce,re gl! ave,n l >: ()u• ~~La è una delle conqéguenze'e:mjaJi, già da me p.iù vo-1- lc rilevata, del diritto di !Jesta,fleattuale, p,ieno ed rnLegro. il quale. dando la possibiliLJ.i ai « tigli d1 _papà» .di trasmettere integralmente aii loro e,redi !'in.gente rortuna ereditata dal padre, anche se nul– la fanno pe'r accresoerla,· toghe 'loro og,ni i'lloe nt.ivo al lavoro e aJ,,risparmio e li· abi'lua invece aJl'oz.io e allo sc1alaceiuamento della Lotali1à dei .v.ist,osired– diti: abitudine, questa,. che fa pre,st.9 a tramutarsi, . in essi stess~ o ,ne.i r.i,spettivi eredi, rella tendenza a dilapidare. non oiù i reddwti soHanto. ma anche il patnmonio. · e< Diminuendo la auot.a ereditaria, p·rosegue il Griziotti. semore oiù scema !,a oa·rt.e del patrimonio che non è asso11bita dai: bisogni famigl'iari e che può ::erv1-re da· v1va10 d1 nuov.1 nsparm1 ». \Jui )'auto.re sembra 1mollidtamente ammettere. elle la maggior />arte o gran oa,rte del r-1soarmio-annuale di un-a·na– z10ne sia dovuta a.1 -« rent1-ers >> oz1Ò-s1. che. bonLà IÒ– ro. non soenctono lulLi I loro redditii. Verame:nte.. DO– che linee sop-i·a, aveva ms1stito, come abbiamo Vlt– sto, sulla dilap1da'z10ne clllÌ son·q spinti i « figli d1 papà», e non solo della totalità dei redditi, ma de– g,Ii ste,ssi patrimòni. Ma, anche lasciando anda·re questa contraddìzJÌone, non .è risaputo da tuLti e non è dimost.ral,o dalle sl:ati.sl,iche che la rnaggrn•r parte dell'aumento annuale del cap.1tale pri"vato d1 un pae– se è dovura, non già al « v,ivaio » è:ieì,risparmi dei più 1'icchì, bensì a coloro che non· posse·ggono aùco– ra nuHa 9 che posseg gono rnod eist1 patrimoni e ~he Pf-rcòò sono spinti a lavora.re accan·itamente', ap– punto per farsi essi pµre una sostanza? Una -rifor– ma, <1uìndi, che riducesse le grandi foritune, eh.e spungésse un ben magg.Ìo-r numero• di, indiV1dui a la- · vorare e a risparmiare •e che rende.;se possibili gua– dagni maggi~ri a tutti coloro che lavorano. non irn– r·antirebbe essa, a:nzichè una diminuzione. un au– mento notevole del nispa,rmi-o privaLor L'autore a auesto punto erta le statisbiche del Gi– ni, « le quali attestano che nella media dei casi i più riccµÌ lasciano meino eredi,· in linea •retta, dei meno abbienLi, e che· fra i p,r-op,rietari, che lascianQ' tigli. cruelli che ne lasciano di p,iù sano i meno r1c– c'hi ». Se. qua,ndo un 'rk,co capitali.<;ta non !;i.sc i.asse e•r,erliin linea. reti.a. il suo patrimonào pa~sas.se allo ~tal.o. questo potrebbe essere un argomento pe·r èiì– mmuire l'impo,rtam,a d'una riforma tendente alla naz1onalinazwne gractuaté àe 1 tlen·1 privai,\. visto che gran parte dì cr1,1~stì be.ni ve,rrebbe giìà a cadere m pro.p-ri,elà dello Staito. Ma, se non mi sbag,Jio-: an– che iµ mancanza di eredl in line:i. retta. i niù ricchi non fasciano oi:,;gì ,i pro-p-rì patrimoni al,lo Stato, ben– sì ad ,altri eredii; ·am,ì è noto come, ?P'P'lfn!o in gra- 1,ia d1 auesto fati.o. che 1 Dii.I ncch1 lasciano meno er·edi i,n lin·ea retta dei meno abbienti. siano rel:it.i– vamente n ume·ros1 qu ei. fortunati sui quali sì river– sano, non. so-ltain.to i patrimoni de·] padre e della madre, bensì ,in, che di tutti gli zi.i; p,rozi,i, cugini, P,,cc., p-rivi.d·i eredi di,re~ti. ()ue-sto fatto acuisce, per· cause di natura çJÌuridica. cioè ~n grazia del dirittò di testal'e ,e di er~dità qua,l,e è oggi conformato, in forma dannosa ed ingiusta, quella co.ncenurazwne · , de!J.e ricchezze, che già tende a prodursi .anchè: per cause economi-che. Ragione du nque di p iù per mo- •dificare ìl diritto d i tesla.rie e di eredi.tà. in modo da ·<>stacolare·qu,es,to conc or.so·· che al p,rocesso di con– è€ntra1,ione ·ctelle ricchezze dà il fatLor,e giiuridico. '. A qPal grado g.iunga :questa concé:ntra~ione de.ne ricchezre lo dimostra ,1.JGriziobt,ì stesso. 'facendo .ri– levare che i' 2,28% dei proprietari morti nel-191-i-ly in Italia Ja,sciarono comÒJ,e.ssivamente una sostanza che er~ il 51,82 °/. di tutte le successioni e,redita-r,ie apert,esi_.in quell'anno. Gome ques,ta concèntrazione · .Bianco detÌe ri,cchezze, che -il Griziqtti, ripeto,, s-i compia– t:e (II mett,ere' I.Il ,r.iJi.evo,deponga,· agLì occhi d1 un ,;,ociaJ,ista quale è il GrizioUi stesso,. rn slavo-re c11 un,a ·riform~1che Le.nderebbe a far passare in due· ge– neraz~ oni questa ricchezza concenLrat.a nèUe ·mani del.lo St.alo, n;o,n ruuscrnmo assolutamente a capire. Ma il Griziott1 pà-ssa ora a dimostrare come n on <-u~s1stente, o 1 per lo meno, come molto mino.re d1' · quanto ,io 'ailer1ni, quell'ince.nt1vo àl làvo'ro e al ri– sparmio che anche i ricch.i eredi rise11ti-rebberò-dal sapere che ben poco d1 qua-nLohanno erect1tiito po– trebbero lasciare ai propri figli, mentre tutto µo-: trebbero lasciare a questi ultimi di crti"an•to essi gua– ùagna_ssem e accumulassero col P•l'op,r·10 lavo•ro e· ool JYrop,1:io risparmio_. « Tizio, oosì eg,li scrive, do– po aver pagale• le imposte cli sticccss1011e, resta con 300.000 lire, che di,scendon:o da!Ja fortunà dell'avo, e 300.000 lire dai l'is,parmi ·del· padre. Il figlio di Tizio dovrà dar~ al F,1sco t utte le p rime 300.000 !t– re, e delle seconde La met.à; r.imar.rà co,sì co1vl50.000 lire. Se' Tizio vuole che suo figlio conservi una for– Lunn di 600.000 tirc, dovrà ac'cumnlare circa mezzo milione di nuovi l'isparmi .Ora ques~i raddo·pp·ia– m.enti .di patmnonio son"o 1,ej-a·wvàme11te faci(i rn economia di guerra; ma nei leinpi. ordinari non av– vengono che solo in casi iso,Jati ». Ammettiamo pui'e che sarà difficile -0 Tizio jn tempi normali di accu– mulare éirca mezzo milione di nuovi risparmi (seb– bene, notiamolo,. questo, sor Tizio sia mess'o in .con• dizLo,ni ben più f'lvorevoli cli rnolbi altri, perché le '600.0Ù0 lire er,ed-ita~e o rapp·rese-nt.ano irn'az1enda già ·in pieno· sviilup.p.o.aJJa morte del pa.dre o, co– munque, gli d_ànno r.l mezzo- di aprire un'.azienda nuova, di. associarsi a eh.i n,e abbia già apel'ta una, di fare risparmi anche sui soli redditi di un in\l'e– stimento di piena _g:aranziache le 600.000 Jir,e eredi- 1,ale gli re,ndet·.a,nno sempre p-ossibì-le, e via dicen~ do). Ma dato pure che Tizjo non r.iesca ad-accumu– lare quanto ,gLi oocorrerebbe per lasciare ai fì;di qttanto egli aveva ereditato, sarà forse questa una· gran disgrazia? L'importa'llte, dal punto di vista social.c, è che eg1i, sia stimolato a lavorare. accani– tamente, a ,rispa•rmi.are il più pÒssipile per lasciare ' ai pro,prì .eredi· qua\.che cosa di più_d-i queiHa pi,ccò-la ·parLc che della sost.anza ereditata· g-!i permettereb– be di lasciare ,i} nuovo dirtl'to successor10·: e oltre a così spronarlo, la Socièlà gli dà anche i mezzi oer fa.ciJi.Larg·Ji ml°certo s"uccesso. Chè. se poi, nonostan– te questi suoi sforzi, non potrà lasciare ai pr-oprì P.rerli ch,'\400 o mo o 200.000 .liire. i:nvP;CP. d:i 600.000. me ne dis·piace per quci poveri figliuoli che forse· rron potranno più conoedersi il lusso di' viver-e sen– za far niente e' di .andarsene ttttto 11gi,o·rno in auto~ mobile, ma J,a Società· non ci perderà, bensì ci gua– rlagHeTfl. se anche loro saranno· cosl costretti a la– vorare per g-uadag:na,r.sila vita. Il Griziotbi va p.ers,ìno a ripescare !"obbiezione mossami da,ll'Ei.naudi nel suo re,cenle bbro s u Il oro– /Jlema della finanza postbellica: « Vi · so.np moJt.i :che, per IJ'\e-spenenz'a g1-ovanile o per poca avvedutena neg,li affari, dànnò fondò al patrimonio avuto nella prima pa,rl e della l or-9 vita. Quale prospettiva sarà p:er essi il sape.re che la nuova fortuna, che inlen– dessero d1 formare, sarà; fino a concorrenza· dello sp,recato o perduto :prima,· assoggettata ad imposta d,e.l~100 % o del 50 %, come se l'ave,ssero ereditata dagli avi- o dal. padre? Tutt'altro che a-Uraente! ». Ve,ri,ssimo; ma è un po' il caso di dire che chi e col- . -pa del suo mal _pi,anga se stesso. E se questa pro– spettiva poco attraente li tratterrà rnag"'jormente da questa di-lapidaz.i,Qlne giovani-le o- li renderà più cau– ti, mi pare che la Società non avrà nioote dà p,e,r– clere. ma tutto da. guadagnare. In ogni modo, sa 1 rà sempre pos311:J.i-le introdurre dei lemperamen,ti, fa-. _cendo d,e.lle ec.oèzioni per quei casi cli perdita del • \. :,

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