Critica Sociale - anno XXX - n. 6 - 16-31 marzo 1920

92 èRITICA SOC!ALÉ tanza -- ha il grandissimo torto cli trascurare. Pub– bli•cheremo p01'C1ò,anche in avvenire, tutlo ciò che, con sostanza cli serietà, può ut.i.Jmente contribuire a siffatLe discussioni. Gelosi però, cl'a·ltro canto, cli non cascare nelle illusioni di un «riformismo», anche t.ecnico, trop– po unilaterale, affacc:iamo sub\Lo il dubbio che _il nostro collaboratore -· generalizzando d1 sove•r~h10 impressioni e deduzioni suggeritegli dalla regwnc speciale n.e,lla quale d~mora, e particolarmente dal– le plaghe etnee alle quali f'a espresso richiamo - e,sageri l'importanza e la rapidità ciel benefio10 con~ seguibile - secondo lui - mercè la nforma dei metodi di coltura ch'egli così vivamente caldeggia, deUa cu.i attuazione, d'aJtra parte, ci p'are si clissi– rnuJ.i le non lievi difficoltà. A parte altre critiche minute, ci sembra che, af– frontando egli uno. dei problemi della nostra agri- 1·oltura, più specialmente peculiare alla, Sicilia, non misl,lri abbastanza Ie enormi difficoltà che derivano dalle condizioni gene•rali cli fatto che soJ.o rende– l'ebbero lecnicament,e ed eminentemente pratico il, suo disegno: abbondan:t.a cli viabiJil~, cli caseggiati !)Cl' abitaz.ioni, di locali agra rii sul posto o facil– mente raggiung.ibili. In fatto, la sua ·proposta non è praticai.a (veggasi il suo accenno al Catanese) se non i:n local,ità ad agricoltura cli grande reddito lor– do e netto (agrumi-cultura, frutticultura, viticultura), perchè è una sistemazione assai dispendiosa. • La sistema z.ione delle zone in declivio - secondo ci insegna.no i tecnici più reputati - potrà è dovr.-à fa -rsi con Ia d iffusione della tecnica dell'antica scuo– la ag,ronornica ,toscana, la quale, per cont.rasl::ire !'.in– flusso male.fico dell'acqua che .scorre lungo il pen- · dìo, .tende a rompere la •linea di declivio, dividendo .il terreno in. « prese » tra,sversali .che vengono arale con .aratri voltorecchi, in direzione perpendicolare a quella. della pendenza e in modo eia volgere a yal– lc le zolle che vengono sollevat,e clall'ara.tro: cosl in una serje cli aJ.cuni anni il terreno viene ad ess.ere sistemalo a terrazze cli mocl,e·ra,ta pend,enza; le ac– que scofrenli vengono raccolte in fossi lateraJ,i sca– vati fra l'una e l'altra presa e paralle1aménle ad esse, con sponde e fondo cli sassi per impedire i ·franamenti. Certo que,sto sis·Lema r.i-chiccle,una se– ,rie pi_ù o meno lunga -di anni, ma ha il merito di contrastare se nsibilmente il malanno fino clal- · rinizio e di potersi svolge.re su larga scala con mez– . zi che simultaneam ente serv ono per la coltivazione e per la graduale sistemazione, integrati da lavori e da o-.pe,reche concorrono bensì aJla sistemazione, ma non ·pesano tanto fortemente sull'economia dei relativ,i lavori. Come strumento di azione, il nos~ro Autore indi– ca le Cooperative. Effettivarnente nell'Agrigentino e nel Trapanese ve n'è una ricca fioritura - lù ca,t– toliche, qui più o nieno socjaliste - appl,icale con brillan\,i successi alla t,ena. Ma :\.emiamo fort,c che, se consigliassimo ad esse imprese così vaste e di– spendiose come quelle che il Vagli.asindi propone, le recheremmo in breve al fallimento. · Per altro il problema esiste. Sta c.ioè che tutta la parte d'Italia che si stende sui fianchi della <lor-. sale appenninica, cli pro.fonclilà larga, complicala dalla natura geologica, è oggi incolt.ivabilc, o colti– vabile solo «degradandola» progressivamcnt,e. Ma la sistemazione a terrazza difficilmente socco,r,rerà. Abbiamo una forrnid<;1bile legislazione forestale - leggi Luzzatl.i --,; abbiamo altre leggine interpre\a– ti,,e , di questa estate e di quest.i giorni; abq_iamo l,eggi ·S)leéial,i per Ia Calabria, per la Basili,cata. Ivi · è tqtto un vasto armamen\,arjo per la soluzione di ··questi problemi. · · · •Ciò che manca·è la volontà. Nei prppriet:wii trop– . po. spesso manca inolt.r,e -la capacità e l'interesse BibliotecaGino'Bianco immediato, il solo che ,èss.i sentano veramente. Co– testa volontà dovrebbe averla - e saperla imporre - il Partito Socialista. Ne va ciel suo avvenire. L' AGRONOJ\IO DELLA (( CRITICA )). LA VIA AL ·SOCIALISMO IX. La espropriazionedej!liespropriatori. . Il socialismo vuol restiLui,re al popolo ciò che ca– pitalisti e proprietari si sono approp-riati a spese del popolo. . La espropriazione di coloro i quali finora hamio espropriato il popolo, la espropriazione degli espro– p,riatori è il p·rimo presupposto di una società so– cialista. Ciò che oggi è in questione non è più l'e- spropriazione, ma il modo di compiérla. · Essa non può e non deve -avvenire nella forma di una brutale confisca della proprietà capitalistica e te,rriera, poi,chè in questa forma essa non si compireb– be che a prezzo cli una vio.Jentla devastazione del siste– ma produttivo, il quale immisèri,nebbe le .stesse ma,s– se, perché ve -rreb bero ad estinguersi le sorgenti da cui il popolo t.ra ,e i suoi mezzi di vi,ta. Invece la e– .spro,priazfone de gli e,sp.ropriatori dev,e avvenire in modo ordinato .e regolato, in guisa che non di– strugga l'aipp,arecchio produttivo della società, non paraLizzi lo -sviluppo dell'industri.a e dell'agricoltura. Uno dei più potenti mezzi per attuare cotesta espro– priazione ordinata e regolata può essere l'imposta. Abbiamo visto come si possano socializzare im– meclia·tamente la industria pesante e la mjrieraria, le foreste, i la,tifond i, la ~rande proprietà. di mano morta. L 'indenni.tà che riceverebbero i p,roprietari attuali do vrebbe e ssere pagata col p·rovento cli una Lassa sul patrimonio•. Per l'Aus tria t ede-sca si può calcolare che un'impos·La sul ca ,pita.le , la quale sia, in me~a. di un sesto di tutto il· pat rimonio cle'lle classi po,ssiclenti, hastcrebbe per compiere ·questa · espropriazione. Naturalmenle l'imposta sul patrimo– nio deve essere applicata in misura progressiva, in modo che i pi-ccoli possidenti dovrebbero, pagare molto meno e i gnmcli molto p-iù di un sesto ·del loro patrimonio; ma .in ,cotesta misura medi,a di un sesto non ci sarebbero cli.fficoltà tecniche cli -sorta;· me– dianl,e un'organizza7.ione di credito, da crearsi per questo scopo, si potrebbe riscuotere cotesta imposta senza ,produr,re sensibili turbamenti economici. Nè questn impo.s,~ao\arebbe 1-.iversibile, secondo LuUe le più sicure cog,n,iz,ioni deHa, scienza delle finanze, e non J}rodurrèbbe nè una elevazione dei prezzi delle merci, nè una clepressio.ne -<'leisaJ::iri. Ecco come, sem.'alt,ro, sare bbe possibi 1 e tr::isf.erjre nel possesso della collettività una par.te notevole dell'apparecchio di produzione socia le, sen z'alcun turbamento della vita economica e senza alcun cari,co delle masse la– voratri,ci. Un albro non meno importante oggetto della legi– sla7,ione saià quello di liberare il popolo dal tributo opprimente verso i creditori cleHo Stato. , -La guerra ha caricato lo Stato di, debiti colossali : questi debiti debbono essere pagati. La bancarotta dello Stato, nella formà di una semplice sospensio– ne del pagamento degli interessi, non è possibile', perchè sarebbe la bancarotta immediata cli tutte le Banche è Casse di Risna,rmio, Società cl' Assicurazio– ne. Gas.se per ~li orfani, Banche popolari, sicchè non solo milioni cl-ipiccoli impiegati, commessi, artigia– ni, coniad,ini sa,rebbero derubati dei l-0ro µ-i,ccoli r.i– spàrmt, ..ma sarebbero anche rovinaiti Lutti gl'i1iclu-

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