Critica Sociale - anno XXX - n. 5 - 1-15 marzo 1920
7o CRITICASOCIALE pressioni ed attrattive su tante famiglie e tanti alun– ni, e porre così la scuola in condizioni di inferiorità. Non per nulla il partilo popolare marcia all'ass·alto simullaneo dei due Ministeri della Giustizia e Culti e della Istruzione: lo Stato · p.agherebbe in buona . parte una scuola non sua; e lutti i cittadini, di qua,]– . si.asi parte politica, concor.re1 1 ebbero come contri– buenti all'azione trionfante del parLito popolare. * pace e cooperazion-0 fra i popoli, diano al bilaneio dell'istruzione il posto, che nella politica di sopraf– fazioni e contese hanno avuto ed hanno i bilanc•i militari. La sempre più vigorosa afferrhazione della idea intemazionalislù è destinala . dunque a recare feco,1dì resultati ·nello sviluppo futuro della funzione . educativa : ecco un insegnamento che scaturisce dalla pr,esent,c crisi della scu-0la. . l~òooLFQMoNDOLFO. Ma si avrebbero almeno i vmilaggi pedagogici sperali dal regime. di concorrenza?" Dicono i suoi prop1;1g1~alorj : ~d_ove9d-0 tutte lt: scuole mandare ag!i ' esami d1 Stato I propri alunni, sarebbero ·tutte sli– molate ad accrescere ed· inten si.ficare l'efficacia de.J– J'opera propria per supe ·ra.re le altre nella ga'ra·. Il senso di responsabilità deg li insegnanti sarebbe mantenuto sempre desto ed attivo, perchè o~i anno, attraverso i propri •alunni,· sarebbero essi 111 realtà. « Già s,etta,nt'ooni? » èSCl-0,fll,ai, Jeg,gendo -nei giorn,a,li, alqu,ainto _in rila,rdo, 'là n,otizia · 1i quest'aureo giu– bHeo. Da,vanti :ai miei occhi, i,nfaUi, a -ooscondere quel numero, riapparve subito, vegeto e ro,busto, il Bern.stein., oh 'iò vidi l',ain,noscorso 3, Berlino, nel· suo studio, circonda~o da amici e discepoli e ammi– ratori; oppure nel suo ufficio di Segretario di Stato a' later'é· a,ITesoro', quendo, 'du.rahte I.a Settim.a.n.a.Ros– s.a., aollegramente mi mos'lr.i.v,a, le Lracoo d'un .proiet.– tile, ,che aveva tra:pa,ssato J,o spesso muro del pail:,.,zzo e· ,atLro-versato due ·sLal).ze,per· ,limitarsi ,a fis.c-hiiargli alle or.ec -chie, senz,aif.a,rm.àilead altri ,c•heaid un libro, nei! ~ui d o rso di pelle s'er,a, .a,ndaito ·a co.n•fiocru-~; op– 'pure .al.la, Confe,rènz,a,di Lucerma., nellia passata, est.al.e, sempr e· fr esco di s:pi·rito, con una memoria'. che non tr.adisoo, co ,n.un , ardore di fede, che non si ~stm:igue. i P'iudicali. Vi,sta da questo lato la medagli:;i. sembra bella e lucente; ma l'altra faccia è scura e deforme. , L'attività degli insegnanti e degli alun.ni si tend-0- rebbe tutta in uno sforzo unico: ,la _(>repa1 ·a1ione ::u:tli · esami. La scuola non .porr-ebbe più per fine a se stessa la ,formazione dello spi.rito, l'educazione delle' cosci,enze, lo sviluppo degli intelJ.eLti;chè agli esa!'Pi, nel brev.e spazio di ore o minuti che pongono di fronte un giudjce ignoto a giud-icandi sconosciuti, la possi,bilità di dar buona pro,va, di ·s~ si affida p,iù alla prontezza della memoria che alla ,serietà de-lla riUe$sione. L'assillo· degli esami imperverserebbe -su tutta la fu11zione _educati.va, che ne r.imarrebbe soffocala, .e soppressa: l'ideale del prof.essore uma– nista, che il Tarozzi tant-0 giusta.mente opponeva al professore-registro, terror'e degli scolari,. che del voto e dell'esa111-e fa l'esse·nza deJ.J.ascuola, si allon- . lunerebbe più che mai. Si avrebbe la cac-cia, al di– ploma, cioè proprio 1'.intens~ficazione <;li un male che O<Yrri s ' la menta, e!'etta sislemat.i-camente a fine do111inante.ed unico dì tutte le scuole con,cJannaw a diventar tutt ,e quel che sono oggi i J'amige-rati is'ti- · luti di preparazione dej privatisti, No. no; non per questa via si raggiunge la libe– razione della. scuola medi·a dai ma,li che l a torme n– tano. Ca seuola. media, è afflitta dalla f; :ibbri.ca di diplomi p,er gli irnpiegl~i, ·che la fa· inv ader~ d a gente non nata agli studi; dalle colpevoli'i'ndulgenze minist,eriali, che premiano la negligenza e. la svo– gliatezza; dallà baraonda delle classi aggiunte e dalla ridda dei supplenti; dalla .insuffici.ente prepa– razione degli insegnanti e dalla inferioril.à inteUet– t.uale e morale di taluni (troppi sempre, anche se minoranza) al còmpito loro . . ~a tutto questo non. iT)Laccala sua. natura di fuu– z,ionc di Stato, D'altra parte la coscienza dei maestri non si sveglia e non si eJeva con la' ga,ra, che si accenda f.r.a -scuola governativa 'e scuola libera, a e~~ ottenga. più promozioni; il senso di res-pf)J1Sa~ h1lilà non s1 educa con una concorreµza che sa 01 me_rcantilisino 1 m~ è leg'.1,t.Q al ~entimento della di~ n-mtà della propna funzione. E qu.esto richia'ma all'esigenza fonqamentale :· che la Società e lo Staio intendano e ·-ricon-0scano l'im– porla.J)za della scuola. Senza largh~zza di'mez1,i non s( ha possibilità dj efficar,e fum,ione educativa: raccolgano i nostri Paesi occidentali la lezione che vie(le dall'esempio di Lunaciarski in Russi.a. Il pro– blema scolaJt_ico diventa così un problema politico; e, come tutti I problemi politici, oggi viène a inq4a– drarsi nell'indirizzo della .politica internazionale ancor p\ù che d.i quella interna. Rispondere alle esi– ge~ize d! 11!1 progra~ma scolastko adeguatp ai biso– gm soc1:ih e alla. importanza della funzione edu– cativa sar~ possipile allt: nazioni :e agli Stati, oggi, soltanto a pali.o che, orJ,entandos,1 verso un fine di BibliotecaGino Bianco Eppure, quel n: umero - 70 a-r111i! - non dovrebbe mer.avigJi.a,re oh/•( 'pen.si ·.a, lutl.a" la tnòltèplice ,a,ttivilà di ques•t'uo}llo ,nel ,c,ampo del,lialettemtur.a, deHa ,sto– ria; deld,a, ·politica socialis·ta, e alla su.a ope.r,a.iri<lefes- . sia, in,sta111cabile,tale d,a, ,non. ,perdere d'importan:na nem meno agl i oochi di color.o che n,Oiil possonio plau– dire, nèm.me ,ll,O :aigli · <;>echi ·di ',coforo ·che, con. r.ammia~ rico, .J.ovedon o op.a, ritorn,a,re ·Ià, donde, ·~n wn bel, dì della sua vita,- pa.rev.a,esse-rsi staccato per sempre, ma che nop possono ,non, iri,co.npscere fotta la sua dottr ina,; lì.Itt< :> il s· enso di iprofond,a,umanità, che J'i– sc.al< l,a, :J 'ainimo s.uo . . P11ofon,da,uma,nità: ·ecco la quaHlà d el soc iailista, del mitè fi,Josofo, che oro può guar.dare die.tr -0 a sè · sì lunga fila· di ,a,nni e .di la vori e di lotte; e taile sua qu3ilità emerge, come dal.le sue -opere, c~sì ~che <lai suoi « Ricordi »; cli.e videro !,a, Ju,oe due anni ò'r sorioi e che, oltre a,d '<ssere in,Leres.sapt:issima,autob!ografia, sono a,n,c:he,e. precipuiamènte - nè potrebbe essere . · altr'imenli '~ Id 'spoochib 1 (1ì 'tulta ia s'oci-àlde!m.ocra:iia tedesca, daH '1J1n.ifìcaziònj'i d G·oth,a,,a,ttra,verso il pe– riodo epico ,deHe ,leggi eocezi.on.al_i a,n.tisoci-aJliste la fortunosa ascensione nell 'ér.a, gUJglielmina, sino ,a,11,a' tragica rovi,na, 131].).o .$Cap-piodel.J.aguei'r3Jl-·u.nifkiaiio– ne, epi-ca; ascension-~, rov,in,a, nelle qua.li tu,tte ·Edoa·r: do Ber.nstein. ebbe gran pairte. Pur. troppo ; senza .o,,ver ·parte ora nell-'oper.a,di rigenerarzione .. * La vita di· Edoardo Berru;tein ebbe inizi piocolo– borgl;lesi. SQo padre era .m;aioyhinista ferrovia,rio, Edoardo, nàlto i,1 6 gC'. !lnra.io 18 50, fe ce le s cu-0l'e e~e– ment.ari,· poi 'un. .po' di gi n,n,asio , poi oof.rò aipprendi– .sta in un,a casa, baonoairia,Le esigen2le della vita l'àve– -van .porf:ato propri? in 'mezzo .al vor tice capil.wistie,o; eq ivt egli non ,si limitg a far con.ti e bilainci. 1 pro-. blemi fin31Ilizi.airl ed economici lo in teressarono. ln– sieJlle cpn, alcu(li e,miei av,:lva:fan~.to .un Giroolo, -in cui si· •çHscuteva di po-litica, .si facev,a;no.tenere co.n-
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