Critica Sociale - anno XXX - n.4 - 16-29 febbraio 1920
60 CRITlCA SOOIALE case. Sarà quindi conveniente lasciar amminist.rare le oase d'affitto dagli stessi affittuari. L'amministra– zione delle sino-oJe case potrà essere affidata a_Co– mitati di inquilini che aurera.n no la con~ervaz_1<;>ne, la pulizia, ecc., dei fabbrica.ti , quando s1.s_t,:ibil!~c~ che ocrni <lanno e r iparazione g rava sugh mqu1hm e che 0 il costo dei miglioramenti viene distribuito, proporzionalmen te, s ul prezzo degli affitti. . Appena siano sta.ti costituit.i a questo scopo I Co– mitati degli inq uilini, e ssi dovranno assumere_ anche - altri incarichi. Essi organizzeranno per ogm casa, o per ogni bloooo di case, cucine- c~nt~ali, lavande: rie, stufe per le massaie, luoglu d1 g10co_,sale d! studio per i ragazzi, sale da pranzo, da gioco e d1 lettura per gli adulti, e per i•se,rvizi nece~sarl a ta~i istituzioni assumeranno cuoche, lavandaie, bambi– naie, ec-c. Per le spese pro vvederan no gli a:Tittua,ri, jn propor:iione a~li affitti paga.ti da ciascuno. In questo modo le az.1endedo mestiche saranno parzial– mente sociaJizz_ate: molti ,servizi che oggi seno cu– rati separatamente ,per ogni abitazione, saranno in– vece organizzati per molte famiglie pe,r mezzo dei Comitati dèg.Ji inquilini e dei loro organi. Le donne lavoratrici non do-vranno più soboarca-r– si ad uu doppio lavo-ro, quel.Jo della prof':),&ione e quello della casa. I bambini saram10 curati. molto meglio di adesso; quando ·la madre é alla fabbri,ca o all'ufficio, i bambini non saranno ahbandon:ati a se stessi, ma, per opera del Comitato degli inquilini, saranno affidati alla bambinaia che li ·terrà nelle ca– mere da gioco o da studio. lnfi11eanche gli uomini, grazi-e a questa socializzazione delle abitaz,wni, riu– sciranno ad avere un maggio r comfort domestico. Mentre oggi il lavoratore deve trascorre.re le sue ore di riposo in una sola camera, che- serve da cucina, da lavanderia; da camera da gioco pe·r i ragazzi, sicchè, non appena può, abbandona la casa inospi– tale e va a,ll'osteria, domani, nella casa, soc;aljzzata, avr.à, oltre la sua abitazjone, anche un·a sala di let– tura, luoghi di divertimento, nei. quali pas5erà gr_a~ devolmente le orè di riposo. La socializzazione deHe abitazioni vierrà dunque a mutare profondamente le condizioni di ·vita della massa popolare. Passate le aree fabbricabili e le. case d'affitto .in proprietà del Comune, ·non vi sa– ranno più dei « sen:ia ·tetto», perché cia-scuno .a.v.rà diritto, -da farsi valere anche per le vie giudizia rie, ad tina conveniente abitazione. Non vi saranno più <(aumenti» .eccessivi,, perché -il Comune dovrà re– golare gli affitti in modo da coprire solo le spese di costo, né l'aumento della popolazione potrà pro-,, durre l'effetto di far salire i prez;;:i. Inoltre non vi saranno più sfralli, o, per meglio dire, il Comune non -sfratterà .se non chi tratterà la sua. dimora sen– za le cure ed i rig'uardi di un. ordinario locatore, Non vi saranno più arbitri di proprie.tari, di am– ministratori o maggiordomi; al loro luogo avremo il Comitato degli inquilini, eletto dagli inquilini stessi-, Inoltre non vi sarà più una triste e sacrificata vita domestic.a, ma Ja piccola ab.itazione di ogni .singola famiglia troverà il ,suo completamento nelle sale co– muni e nelle istituzioni collettive, che la democratica collettività degli inquilini avrà creato per tutti .. VIII. Là socializzazionedélle Banche~ Tutti i capitali disponibili degli industriali, dei commercianti, e. degli agricoltori, tutti· i piccoli ri– sparmi, e tutti i dena,ri che, j loro propniet.iri non possono, per il momento, impiegare, in altro modo, confluisco.no nelle Banche. Queste dispongono per– tanto di gran di masse di denaro anche 5traniero e ciò dà loro una grande forza nella società. Negli BibliotecaGino Bianco ultimi decenni prima 'della guerra le Banch~ hanno .assoggettato al loro dominio tutta la g.rande indu– stria: sopra gli industriali troneggiò, quale loro signore, il capitale bancario, Chi volesse la sqci-a– ,li:izazione delle industrie dovrebbe con ragione rit'.e– nere di dover cominciare con la socializzazione ·del~ le Banche. Perché se la Società divenisse padrona di queste, diverrebbe ·èl.i conseguertza padrona an- che delle industrie. · Ma la guerra ha profondament~' mùtato la funzio– ·ne ,economica delle Banche. ·Questè sono .divenute, durante lo svolgersi della gue,ri·a, gli strumenti del credi-Lo di Stato, di modo che hanno alquanto ne– gletto le altre funzioni loro. In tondo esse durante la guerra non furono aitr.o che istituti di requisiz~9- ne per le necessità dell'eseN:ito, con l'incarico·_di re- . quisire anche l'ultimo centesimo che potesse servire ag,li. scopi be11ici, La maggior parte delle attività del!{) B~1che consiste. quindi in crediti sullo Stato e9- in prestiti fatti ,su titoli di debito dello Stato. La socializzazione qelle Banche, noR qvrebbe dunque oggi gli stessi effetti del periodo prebelli,co'. E sic~ come noi oggi abbisogniamo del credito straniero per la ricostruzione della nostra economia, così tale socializzazione non .sarebbe così facile a conseguir– .si, rié così. opportuna ed effica~ come durante gli ult,imi decenni di pa,ce. La sociaJ,izza:iione tiella no– stra produzione industriale non potrebbe dunque cominciar.e con la socializzazione delle Banche. Noi dobbiamo a-tt.endere che queste abbiano liquidati i loro affar:i di g-uerra, abbiano ripreso la ioro atti– vità normale· dei _.tempi di pace, pri,ma di pensare alla loro socializi,azione. La socializzazione I deHe Banche non dev.e dunque essere il principio della -grande opera di socializzazione, ma costituirne i-J coronamento e la conclusione, La socializz azione delle Banche ha uno scopo af– _fatto diver.so dalla socializzazione delle grandi in– dustri e e déll .e grandi proprietà. fondiarie. Qui non si tratta di _mettere in possesso della socie tà la ter,ra e i mezzi di produzione, ma, di strappa.re ai privati la forza che loro, deriva dalla facoltà, d i disporre dei capitali stranieri, e di mettere tale forza a.J ser– vizio della ,collettività. A itale scopo non occorre in questo caso aJ.cuna e·spropriazione, basta clie la forza che oggi hanno -gli auonisti, e che essi eserci– tano per mezzo de.i Consigli di amministrazione, pas– si ai rappresentanti del popolo. Questo accadrà q_1.1a!1d(! .sia st~~ilito per Ieg:ge ch_e i membri dei, C~n~ sigli d1 amm1mstraz.wne d-1ogm grande· Banca ,sia– no eletti, non dall'assemblea degli azionisti, ma dalle corporazioni che ,la legge chiami aJ.la·loro ele– zione. La legge, per esempio, potrebbe, stabilire che un terzo dei µiemb,,i ,deJ Consiglio, di, amministra– :iione' di· ogni grandé 'B°~nca .sia elé.tt.o.dall' Assem– blea nazionale, gli altri due terzi dalle leghe indu~ striali, dalle associazioni agrarie, dalle Cooperati– ve di consumo, dalle Jeghe di lavoratorj e dalle org.aniizazi01:i~,di impi,egati. Uni! tale djsposizione legislativa 'si'Il1a'c'dstitù:iiòne de'i ·Consigli di ammi– nistrazione sarebbe. sufficiente. per dare· a.Jla·collet– tività l'imperio sui miliardi di cui dispongono le Banche. . . Quàndo Je •Banche non saranno più. dominate· da– gli azionisti, ma' dai rappresentanti della ·collettiviti\, si p.otrà, senza grandi difficoltà, fondere tutte le maggiori Banche d'el.Paese in una sola Banca cen: .trale, la cui direzione sarà fa direzione oontrale di tutta •l'organizzazione del credito nel Paese. Na., turalrriente alla· direzione di questa Banca si dovran– no chiamare i più.' attivii ed esperti ·uomini d'affari, il che ,si potrà forse fare con miglior :risulta-lo me– diante la •_creazionedi -µn apposito Collegio, ~he fac– cia le· proposte per .il rinnovamel)to dei direttor.i della Banca nazionale centrale.' Tale Collegio dovrà
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