Critica Sociale - anno XXX - n. 1 - 1-15 gennaio 1920

. ,, .qRìTlCA SOCIALE . precise e chiare coscienze socia,Ji.ste, può esser di conforto ai nostri avversari ;: (la un altro punto di vista il fatto di zone piccolo-borghesi ·vòltesi a noi '-– e in un momento come questo; e cdn un programma come· quel-Io del Pa.rt1to Socialicsta µfficiale - ha una significazione politica conti:ngénte a·ssai grave. . , È dunque tanta la sfiducia negli ideali, nei pro– grammi, nei par~iti, nègli uomini della borghesia, che intere zone di elettori non proletari nè socialisti ·preferiscono ancora noi ad essa,_ si volgono per di– sper,ati a noi, come a coloro che, per male che fac– ciano, non faranno mai- peggio di essa? * Non è privo di sapore ironico j) fatto che, in un .p.eriodo rivoluzionariò, e , mentre 11 Partito ha uffi– cialmente ,i caratteri •più rigidamente. massimalisti, . venga,I!o a noi, nelle urne, dei ceti non proletari. E d'altra parte, dove e con chi dovrebbero andare? Il partito repubblicano è· vaporizz.ato, la sua .tradizione s'è rotta nella. guerra, là sua funzione rispetto alle istituzioni è passata a noi. 'La democrazi,a radicale di tipo Ca:vallottiano e Bovi,ano ha di,sperso tutti i suoi caratteri, dalla Libia in qua. Era anti,coloniale, pàci– fista,. povera, pura; e s'è fa.Ha imperia:lista, guer– :taiuola, industriale, ami.rista, per evoluzione dell 'am– biente ec(:>nomi~o. · Quei partiti intérmedi, che .avevano la loro· funzione e servivano a mantenere un più genuino ca-rattere · proletario al Socialiismo, assorbendo i ceti pi6colo– borghesi, o spariscono, o ripiegano sul grosso de.Jla armata borghese; e questi ceti, in, parte, séelgono, di venire con noi. Perchè ci vengono? Che còsa sperano? Che cosa attendono? Ecco altrettanti argomenti degni di .:c\_ttenzione, e pieni di attualità anclie per il Gruppo parlamentare social{s-lla. Io ho visto e ho fatto la .Jotta elettorale, nel grande Collegio emiliano delle quattro provincie che vanno dall'Ap.pennino ar Po, e che, per la loro conformi).– zione geogra.fi.ca , _-offrono molta varietà di c@ndizioni' e di ambienti, e· riepilogano quasi,· ciascuna in se stessa, un po' .Ja vi-ta d'Italia: il. Nord agriaolo,indu– striale nella pianura pingue e fervida di vita, il Cep.– tro ne!La =llina a picaoja proprietà, il Sud povero, impervio, abbandonato, nella montagna. Parlo perciò, senza intenzione dj generalizzare, ,.,<!_i ciò che ho visto in una plaga -indubbiamen,te interes– sante, ,la)?ora.torio sperimentale di forze e di forme e di evolùzioni economiche e politiche meritevoli di osservazione. . I Nella montagna, tra popolazioni primitive, indigen– ti, solfte a fidare negli .uomini e a sperare dag,Ii uo– mmr più che da se stesse e dai partiti, vi ·furono veré . « conversioni a sinistra » in massa, per causa d~lla guerra. Uomini eloquenti,· attivi,. che racao,glie– vario un tempo la più idolatri<:-a ~ducià dalle popola– ·zioni montanare, furono .abbandonati, perchè erano gli « uomini della guerra ». I disagi, le morti, le re.– quisizioni, tuttociò con cui lo Stato - questo essere misterioso, lontano, -terribile - aveva fatto sentire la,' sua presenza e -la sua oppressione tra quelle popola– zioni misere, dimenticate, .'furon-0 "fermenti di una vera soHevai'ione eletforàle. Là dove la no-stra pro– paganda fu nettamente socialista - cioè oneSlta e non demagogica, profonda e non contingente- -, là dove si condusse la ger:ite a inquadrare· il fenomeno della tioteca G1noBianco . . . . . · gu'err.à' armata, entro la realtà delia guerra perenn.e che è nel mondo capitalista, quelle popolazioni s,a– ranno, per que-1 tanto che lo consente l'inaividuali– smo· ìn:sito nelle loro condizioni economiche e topo- _.grafi<:-hé,delle salçle conquiste per la r:iostra bandiera. Più caratteristico, , per la prevalenza 'di elemento politico sul sentimentale,. è !'.adesione - non così 'grande e cfamorosa come nella ·montagna· - di ce-ti piccolo-borgtesi Tuoo)i nella pianura ; '"'-Piccolo-bor– ghesi per modo di dire, in quanto sono bensì lavora– tori autentici del suolo, o trafficanti o casei:nai ope– ròsi, « fati~tori », . °;la con. cospicui gruzzoli da par– te ; • gente che continua a lavorare la terra,· -tenuta .in affitto o mag.ari acquistàta dal padrone, anche dopo che ha accantonato alla Cassa di Risparfuio un certo patrimonio, anche dopo che .è diventata possidente del ,suolo. · ' Si è scritto che essa votò -la scheda socia-lista per' protesta. contro la guerra, e·.sopratbutto coutro le- VìlS~.• . . . ,saz.ioni ,cagionate d.a:Ha guerra:··, rè•qui'sizioni, calmi'è- -- - '"t ri, tassa sul vino, eoc. • · ·, Sarà 6 non sarà' in tutt'o o in p,arte vero', ma' qu_el che ;è verissimo è, che noi· sostenemmo o invocammo' sempre quell'intervento statale e municipale, il quale .Jimitasse la libertà individuale d( iucro e di usura contro i consumatori; onde, se essa si volge 0. ·noi, non è per nostre demagogiche lusinghe, ma perchè , ha ·maggior fiducia - o. minore sfiducia, minore· paura· _:. .di noi <:-hedella bo-rghesia. Questa gente si trova_ oggi tra due fuochi: lo spet– tro di Leniri lontano, I.a minaccia ·.del padrone vicino. Questi mezzadri e affittuari, che durante la guerra hanno lavoràto anche p~r gli assenti, loro, le loro d.omie e i )oro ragazzi, e hanno a,ccumulato guadagni straordinari e risparmù, ·si sentono or,a, ·,venendo a cessare· il decretò che immobilizzava i c>11nonid'af– fitto e i contratti agrari, pender .sul capo i gravissimi aumenti che i proprietari,i · dei fondi_.si preparano a 'imporre. In un primo morr:iento, qu'esti coltivatori parver0 abbandr;mar,si a.Jla. folle gara delle." alte offerte ·•d'af 1 -. fitto, ma, fatti accorti ben presto, dalla organizz.a– iion'e no-stra \! dal nostro Partito, deH'errpre e del pericolo, per -loro e per ·1à collettivi-là consumatrice, si associarono intorno 'al nucleo della « Còoperativa contadini ll ( così si chiamano, in queste provincie, f coltivatori-conduttori del suolo) e si ·propol)gono di. resistere alle pretese dei padro·ni. ' La ,lotta è· -squtsitamente· socialista: è. duello fra il diritto della proprietà e il diritto del lavoro, Strilla il padrone (-padrone, non di ra.do , di un unico modesto fondo, e abitante in città, dove o ozia, o copre qualche impiego): « Io, detratte le imposte, ri-cavo un reddito netto che, in q1Jesti anni di guerra, fu irrisorio rispetto al rincaro del vivere ; e d 0 ovetti stringere, se non la cintola; le ·spese ; e tu, affittua- rio, ~ai accumula'to ·le 50 1 le 100.000 li~e )). · Risponde questi,: « Io ho f.atioato sui solchi, i'o, -e sei, otto, dieci persone di mia f.amig.Jia ; e tu no. Tu lo. pos,siedi, questo fondo ; ma io lo -lavoro ». I socialisti - pur riconoscendo. che una parte dei guadagni ·del contadino·· sono dovu'ti al congegno cà– pitalisti-co entro il quale egli, come venditore di mer– ci, è speculatore e· sfruttatore dei cons.umatori - lo sostengono in ques-ta .J-ottacontro il, padrone, in quan~ fo eg.Ji·è anche e ·anzitutto -un 'lavorptore--:- e un· pro– duttore diretto di ricchezza. I \ ' ' .

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