Critica Sociale - anno XXIX - n. 6 - 16-31 marzo 1919
./ ClU1'1CA SOCÌALE 67 lasciare cli.e i-Te,deschi ,d'Austri-a sii umscano a que1Ui di Germania~ L'Lnghi.lterra vuole -il sistema del vo– lonta-riiato negli esèrcùi ,dri. terra peir acc,resc-ere così la supremazia 1dl0UePotenze -marittime; vuole l' u– nità, so.tto Ja propria eg,emoillia, dei domini già t ur– c!à deJl' As,i,a e tdedl' Afriica;, vuo,le per sè il mand;i.to di alJ).mi:n:istrare d.e Co'1o.ni1egiià teclie-sche. Se-rbia, G:recia, Rumen.ia, Boemia sono ·prese ,d~ una vera f9,i:a dii an.nessi~ni terI"iito,niali. La Poloni 9 no,n è af– fatto d,i,s-posta a r,~spettare, ·a vantagg:io <legLi Stati vici:n,i, que,i p,r,inci-pi 1dii1ibertà e di autonomia na– zion ale, oo l cui nome, ·la sua sventura è stata, pe,r · 150 an.nn, confortata d,a~la s()lli,cllari,etàdeglti sp,iriiti noba1li1dlitutto i.I mondo: L'Italia (o, aJmen,o, il suo Governo) non mostra affatto di r.iternere che la fa– ootltà di <lieciide-re i,l proprio destino valga ainche pe.r i po-pol1itdieillaDalmazi.a, ecc., ecc.... _ Ora poi 1a'. contesa è entI"ata aa:iche nel campo dledd,e spese e dieii 'guadagni pect~1,iair1· che l,a gue.rra può dar:e: H portafogtlrio cl/egli Sta,ti più ricch·i, che l'Ec-onomis_t ,suggelf'iiva idli p GJ1rreco n gien,ero -si-tà a 1ci&is,po 1 siziiC!l,he _tCliegli Aille·aLi più pove.ri (e p,arreva esp.ni– mes:se i,l p,enis-iero 1cllei ceiti ,dlirigent1. d'InghiJterra e d:'Ameriica), si chiuiclteora con aroigna- avanizù,a. C'è chi idi1ce pe.r·sino,che l'America possa essere disp-0.5,ta a consem.till'eaHa Fr-aocia · di pr,oodersn il baci:no del,la Sarre, pur,chè eissa n,on· prietend}a dli attuare quie:l front-e unico finanzi•a:rio che doveva essere iù. pr,imo segno .dti ,soJ·~dariètà fra coloro che avevano pe·rse– gui,to e fatto ,tr-i,onfaFte co1lsangue l.0 stesso ... ideale. E og ni Sta:to, ne:Ho studiare come si possa far pa– ga.re ai. nemiiclÌ.l'indeninità, non v,ede altro che il pro prio, interesse· e d!imént~ca c-he ,la guerra fu fatta e vinta <la una coali.ziion,edi Stati. · Con que 1 ste pr.emesse ci incarnmi1n-i:amo ,a ,prepa1rare e 0e,lehra-re ,il 1miònfo ic.LeHa is-o,Li'<l·al'ietà umana ne:Ua Società dleJ1l-eNazi,011Ji ! Chi può sperare, sincera– mente, che v,enga <lal nuovo pàlto qualsiàsi effeUo uti 1le'? Lo ,sbess.o,vVi-lson, padil'e puta,tivo, non ha osa,to, nel primo suo id1iscorso. <lop_o il ritorno in Amer.ica, acce:nnare - rulla prospettiva di a.ltro vaìn– L.a.ggioche dli ri,taroare, nel caso ,cliiconflibto, -la -cLi– chiaraziione di guerra e <l' ar tempo quindi dli ce•rcare iil mo,do :dii-una solu:ni. one pacifi.ca. · Ma questo suppone, a n:ziitt1tio, che della Soòetà dieliLeNazioni tutti gili Stati entrino a far parte: c1.ò che è tutt'altro che s~curo, d:atLeLe g3!ranzi,e che i vittoriio·si hanno voluto accaparrar,si, ne1la formul,a– iio1iJ.edleltlo Statuto, :cbi. po•ber imporre agli aJtri i1l. proprio, àirb.i,trti.o. E suppone altresì che -chi ha in- 1:.eire•ssie a lanciarn cantro un nemico impreparato Le proprie·forze armate sia dii1&posto a consi,derar,e come impegno mora-le iniclìer-ogabli,Ie la firma in que,l chifton de - papier che l'obhliga, prima di farr avanzare il sµo eserc•i~o, a. l.asc-ia 1 r compiere da.i paciari tutti_ que,ì ·buoni \lffid, dti•rantie· é\tiì- sia possibi,le ... · al ne– mico di preparara.i a: riesi.•SlteI1e. E suppone finalme:nte che davvero tutti gili -ai1triStati siano icl:i1spo,stJi a con– giungere le loro forze, alfa chiamata dlel Consiglio dedla Società, pe•r punime chi abbia violalo ~] paitto o, < Lici1am omeglio, chi abbira tentato dò mutare .un equi, l1ibr.io a1cli altri via.ntaggio,so~ a ,sè mole,sito, mo– •lesto fors'anchie a più altri che atte,IlJdevano impa– zi,enti chii avesse l'audacia ,di sommuover:lo: * Il primo còmpito, nel cr eare un a Sociètà d'eille Nazfoni, d.lovevà mfat1Ji esser quel.lo dti. collegare gl,i St.at.i e i popoli con un vincolo dli c omune interesse che li .stringesse i,n un impegno di so1i,darielà molto più forte· che non possa essere l'ruqiesi.one-(quanto spontanea ?) ad! W1 trattato. NeUo Statuto compilato a Pa•rigi non c'è tiraocia dii c iò; e non c'è modo di i~rimerye!a p~r .c~r.r.ez.a.o ni parz.ia 1lii .. È. tutto. lo spi– nU::Jche s,1 :cl'ovr-ebbemuta,~e. Io vo gl'10 mf atti arnc!h~ ammettere (per quanto, l'Ì!potesi paia inveroswle) che tutto -il tru1fo .d,i, Santa Alleanza possa essere tolto via dal testo <lefinitivo d.eHo Statuto, quale V1e.rrà fuori dalle ulteriori discussioni della Gonfor.enza ; che non ci sarà egemonia di un gruppo <li popoJ.i, ma sarà fatta a tutti uguale condizione ; che a cia,scuno Stato saranno chiie&te uguali. garanz.i:e, imposti uguali dloveri,' concessi uguaili diritti che a tutti g,Lialtrii; che sarà rec.iprocità dii impegni pe·r tutti e su tutti i punti; ch,e la posizione geografica e altre simi:li con-dizioni non saranno preLeisto a con– ferire a uno Stato 'mezzi dii offesa contro un altro !:;tato, cui siano invece i mperuiti i mezzi suffi0ien1Ji dii difosa: avremo tuttav.ia le condizioni per fondere in armonia di interessi, d li attività, di tini le Naz,ioni tra cui la Soc·ietà dovrà ·essere cosbitui,ta? È chiaro che una siffaLfa armonia non può nascere .dalle <.hsposizioni ,chi uno .Statuto nè, molto meno, dalla ,severità deiHe sanz-iorni minacciale a. chi le vìo-li. Essa non può ,effo-Ltuarsise non quando nella vita d•ei popoli sia penetra-la una forza nuova dii soli,cLarietà e dli coesione, che 0 1 perii. spontane1amenl.c e automati.camente; che facci•a deHa Società un orga– nismo l,e cui parti sia,no str.ettJe fra loro da dli.visione e mutua uipcncLenza di funzioni, si,cchè ognuna dli esse tragga nutrii.men to e V a!Iltaggio dalla vitalità e prosperità ,deHe altre e dal.la p,erfez.ione con la qua– le es,se ,adempiono al ·proprio ufficio. Forse entro l'àmbito diell'opdiname.nto borghese a,d una siffatta cond:izione d!i cose non si giungerà mai, compiuta– mente; ma si può avvicinarvisi. Anzi l'assetto capi– talistico ha già avvriato ad una crescente internazio– na-lizzazione Ja vita -dei popoh, eicù è esso me.desim o che ha creato il bisogno della Soci.età delle Nazioni, cioè una fusione <li terre e di popo,Li più vasta del– l'unità nazion-a:le. Lo svilup<po dii cer!Le indl\lsLrie ri– chiede il m01,1 1dio ,intero come meroato dii rifornimenlo <le.Ha mater.i a prima e di v0111cJ.ii.ta d'ei prodoU1. Le ferrovie e i piroscafi. ~.he peirco,rrono ctClermcntc i continenti e gli ocea,ni per tra.spo-rta_reuomini e mer– ci, allaccia-no fra i popoli vi.rncoli sempre p,iù intimi e più numerosi. La v.ita <l'ogni popo.Jo oggi risenite gh effetti, benefici e -cùannosi,dli f_attiche si verificano a mig.Ji'aii-'a <lii chilometri ,clli distanzn. La scoperta d,i una miini:e 1 ra d'oro ne-l-1' Alaiska o neJ Transwa,a,l fa ri– bassare in tutLo il mondo il va1l,Òr.e della mone,ta; una -int-emperi e o uno sci,opeiro che mancl~ dii 1 s1pe·rsoi1lra,c– ccxlto<li caffè nel Bras:i .lieo ,dtico 1tone negli Stati Uniti o neill'lnidia 1c.Lebermi.na in tutto i'l monido un imme– diato ri,alzo dlei pr,eriz,itCl,i quei pro-dotti e la ne-cessità · di re·sLringerne [11consumo. B fenomeno non ha ancora raggiunto tutta la sua potenza. Acce,lerarne lo .sviluppo sigl1lifica m_alurare i1lprocesso che dov,rà dare la massima effic,i.enza alle forze J?roduLtive, condizione aJ,l'avvento e a,] rapirlo conso hcLamenrL o cLe:lla· · organizzazione collettivis,tica deilla prnduzi.on, e e delfa propri.età; e significa altresì creare pa rallelamente le concllizionù. da cui sorgerà la futura In:bernazionale, ila cui sicurezza sarà data, oltre che dall'a,rmoni:a ,di rapporti e di intereS1Sifra i varii popoli, an,che td1aJfatto concomitante che. il mutuo :influsso avrà r,e•so piiù breve la. di,sta:qza 'che separa i gnad.lidi sviluppo a cui ciascuno <li essi è pervenuto. E a questo fine nessuna forza può esercitare azione più efficace che la libertà degli scambii, ·a cui infatti Carlo Marx, sin dal g 1 enna-io 18{18, ne!Ja fine del suo famoso discorso di Bruxelles, a.ssegnava la funz.ione di dissolvere le antiche nazionalità. E già, prima di lui, scrittori eskanei alla corrente del pensi.ero socialista avevano, sebbene forse con minor precisione, avuto lo stesso intuito. In Italia, sin· dalla seconda metà del secolo XVIII, un econo- . mista tòscano, il Fabbròni, aveva combatbuto la isti– tuzione delle .dogane, _come ·quelila che « si oppone
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