Critica Sociale - XXVIII - n. 20 - 16-31 ottobre 1918

o- 232 CRITICA SOCIAL~ * Amico Turati, i tuoi nobili toi'menti sui quali la •volgarità di tutte le rive, ma soprattutto della riva che più ostenta dispregio per il vulgo, fabbrica tante errate· ipotesi o scurrili ironie - nascono spesso, io penso, da una aspirazione utopistica, disuman'a (direi divina, se non temes·si di offendere la tua modestia) ad essere , sempre, in ogni situazione, ad ogni momento, in piena regola con la sincerità più completa, con la logica più assoluta, con la coerenza più riglda fra la tua coscienza. e i tuoi atti. Perciò la guerra, che sovrappone ed ass~mma, alla condizione nostra consueta - e di per sè in•!omoda per la logica pura -- di uomn1i che aspiriamo e lavo: riaJ!lO a costruire un mo,ndo nuovo, mentre viviamo nel mondo vecchio, l'altra situazione, di gente che ha deprecato la guerra e vive entro la guerra, ha centli• plicato ed esasperato i tuoi tormenti, e il dissidio co– stante tra la realtà e il desiderio, t1;a le necessità e .I' idealè : ha acuito in te uno stato d'animo assai somi– gliante a quello che da tanti anni tu ci hai insegnato a consideràre come erroneo e dannoso, nei rivoluzio– nari. Sì. Tu che sei maestro. dei sapienti ed o'uesti adattamenti alla realtà, tu che hai teorizzato tanto elo– quentemente il Socialismo - termine medio tra l'anar– chismo negatore e il possibilismo democratico -- che non si pone fuori del mondo, per innovarlo, ma lo " accetta ,, (non eticamente, ma praticamente) qual' è, e vi aderisce,. per operarvi dentro incessantemente, a trai;;formarlo e rivoluzionarlo con le forze e i fermenti di interessi e di idee nuove; tu, in questi ultimi tempi, forse per effetto d~i problemi angosciosi e,delle preoc~ cupazioni, gravi fuor del consueto, recate dalla ,guerra, · forse per · il terrore e il dolore di vedere le nostre schiere, con tanta .fatica strappate all'utopismo ·cata– strofico e nichilista, ritornare indietro nel vecchiÒ solc" ' "'·' con la illusione di " anda~·e a~anti ,, , rechi nelle interne discussioni e questioni del Partito, un p'oco di qu~l\~ psicologia che soliamo, giustamente condannare -nei . ' rivoluzionari di casa-nostra, in coloro che non partono per il cammino e per la lotta, dalla realtà qual' è, m~ partono - ossia, non partono: stanno fermi - da·una· non- i·ealtà, quale essi vo1·1·ebbero che fosse· e a questa l ' ' vo onta dànno una consistenza e attribuiscono -una forza lievitatrice grande mille volte il vero; e s' argo- , mentano di trasformare il mondo standone fuori so– spesi nell'atmosfera, anzi, neppur nell'atmosfera' chè anch'essa è péstifera, ma su, più lungi, nel· pur'o ~t~r~·; e accusano di accomodamenti,· di ·opportunjsmi, di prag~atismo e peggio; coloro che dicono che per lavo– rare 11 legno bisogna prenderlo in mano, così com'è, brutto o bello che sia, e per fecondare la terra bisogna p~antarvi dentro la vanga o l'aratro, e non contentarsi d1_benedirl~ o di èsorcizzarla, di sulla soglia della · ~h1_esa, _come fanno i preti, quando vogliono propiziare 1 ricolti o cacciare le arvicole. · Rileggendo, com'io ho fatto per diletto istrutti;o le .nostre disp;1te di part~to (così tutte simili a sè, n~io– sa~ente : dr~ers_eper l'occasione, eguali nel contenuto!) e 1 ~-esoconti _de1Congressi passati•, 110' trovato che tu-,_ fra il 191() e 11 1914, ma soprattutto in quel Congresso ✓ di Reggio del 1912 in cui Hnost1·0 riformismo socialista s~ di~erenziava e staccava dal rifor~ismo democratico eh B1f!solati e dei suoi amici, avevi temperato e· dirò così,. u~aIÌizzato il tuo criticismo in~ontentabile, 1 i1 tu~· pe.ss1m1smo senza tregua, (ìOn atteggiamenti. eh~ ti fa– cevano più vicino e più compreso alle masse no.stre: Bibli_oteca Gino Bianco T Ricordo (e lo ripeto spesso fra me, indirizzandolo men– talmente .... a te) l'esempio, -che tu evocavi, volgendolo a Leonida Bissolati, del grande Jaurès, che aveva ral– lentato volontariamente il passo· e abbassato il volo delle sue .ali d'aquila, per non distanziar,si 'dalle folle. Non era demagogia opportunista, quella, ma nobilissimo atto di socialismo. Anche l}ell' ultimo (1) numero della C-ritica, t~ hai, avuto paterne ma amare ironìe per l'ottimismo di Claudio Treves circ-a l'ultimo Congresso. Puoi estenderle anche a me, che, dando conto ai compagni della mia Federa– zione del Congresso di Roma, apparvi un po', a taluno, come un convertito al vento che spira, come uno che transige con l'intransigenza rivoluzionaria. . * Distinguiamo dunque. Ogni Congresso, per ragioni di. rispettoso ma incon·eggibile scetticismo circa i Con– gressi, mi lascia tranquillo._ Dopo ogni Congresso; chiunque vi abbia vinto, credo si debba guarda;rsi, da stizze e q1,1erimonie 1;.ant0 più. inopportune (a pa11te anche le ragioni e i· doveri de1la disciplina e della.cor– dialJtà ·socialista) - quanto più la altrui vittoria è fattà anche delle nostre assenze, delle nostre inerzie dei . ' nostri errori. Ma, soprattutto dopo questo Congresso e dopo le sue risultanze, io ho cercato di rendermi conto del come queste s'erano formate,_ e di quel che esso sigpifìcava. Ho-cercato di spiegarlo, anche dove più profondamente ne dissentivo, per comprenderlo, e per i,ntendere poi ciò che V! potesse esser di 'veio, di giusto, di dégno di considerazione per noi. Dell'estremismo, che vi è_prevalso,.Jb.o indagaito le oi'igini e gli elementi: ciò che è da accrecl.'itare all' at– tività e all'energia interna dei dfrig.enti, e ciò ·che era da, addebitare a colp·a n,osti;_à, d'ignavia, di latitanza, di incomprensione; ciò che. è da attribuire alla bestiale politica provocatrice del Governo, e ciò eh' è"dovnto a cause più generali, onde il ·fenoìn~no simultaneamente si manifesta in altri J;>aesi d'Europa. Ho visto - e ho apertamente commentato - di 4...uest'estremismo trion– fante: a Roma, ).e 'conti:addizioni e le aberrazio~i: l'odio ai p·rofessori, m~ntre lo guidano alcuni professori, quin– tessenza di 11• intellettualismo·,, metafisico· l'illusione dL . . ' esser m3:rxista, mentre rincula alla pr-èistoria dei gruppi · vagamente ·:rib~lli; il nullJsmo pFatico, di cui fu sim– bolo il leade1· del C0ngress0, ~u.eH'avv. Safva:dori di · Viareggio, di e'ù:inon si èonosce alcun~ op~rosità viva . . ' ne. economica, nè politici!,, nè municipale; la incoerenza 0 tr~ il vé1•bo- e la vita, di cui fu esponente quell'avv. Lo Sardo, di cui si scoprì, mentre p·arlava, che era stato volontario di guerra, agli in_!-zt , · " Dopo di che, e a malgrado di che, e sotto di ci?e hò d - ' guar ato a ciò che quell'orientamento significava. Con- tagio di irritazione e di· violenza propagato dalla guer~a, - suggestione di Russia, r'eazi·one a eccessi o deviazioni · · nostre a dèstra, sta bene : ma anche istinto ~d intuito che occorre stare da noi; rigfu'osa~ente ~~ 'noi, per la nostra opposizione alla guerra, ora, e per non coprire 9ogli0~escamente, p0i, le- abtrui 11ès·~0ns·abili,tàsott0 il nostro gran manto, alla cui ombua già tanti, per vie divers.e, cercan ·rifugio. _: '· · · ' Ebbene, e' è da imparare. perc-tutti, per noi, in questo. • Siamo d_avant~ a uno !ltato d'animo,_ che può piacei:ci . o spiacerci, ma ch!è inutile negare o condaffna11e- come (1) .Ree te: il penultimo (N. a•. Q.).

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