Critica Sociale - XXVIII - n. 20 - 16-31 ottobre 1918
. 236 CRITICA SOCIALE Ministro, per quanto possa, essere, come è natural~, non gradita e inascoltata. , . Noi facciamo per ora il nostro dovere verso 11 Par- tito ; il resto lo farà, speriamo, il dopo-guerra. * Nulla di sicuro si sa cir~ le intenzioni dell'on .. Be– renini, tanto più ch'egli ha da fare con un Consi~lio Superiore che, nella sua maggioranza, rappresenta ·tu.t– t'altro che l'alta coltura, ed è sfornito della necessaria competenza tecnica. Ciò sarebbe poco male, se il Ministro a_vesse energia sufficiente per imitare il Casati, facendo da sè; ma ·ignoriamo se il Berenini sia fornito anche di questo essenzialissimo requisito di governo, mentre il suo·-noto amore per le transazioni in genere non. costituisce un indizio favorevole. _ Il male invece sarebbe gravissimo, se il Ministro 'su– bordinQ.sse le sue 'idee ai pareri del Consiglio Superiore. InfatÙ; o in. questi trionfa l'incompetenza dei più; e nulla si pòtrebbe imq1aginare di maggiormente dannoso; o i più si rimettono alla competenza dei meno, e in tal caso le decisioni derivano dall'opinione, o, peggio, dalle transazioni di pochissime persone, che, prive di qual– siasi responsabilità politica, è facile si lascino guidare da pregiudizi individuali, o di scuola, ovvero, o insieme, cla i:p.teressi perso:t;1ali,o di cricca, o di cattedra,, ecc. Quali ,che siano le idee del Ministro, dati l'ingegno e la- competenza di lui, esse saral!no sem-ere mìgliori di quelle che può consigliargli siffatto Consiglio Superiore. Il quale, come quasi sempre è avvenuto, sarà felice di; mettere lo spolvero sulle d~cisioni del Ministro, quando .comprenda ohe si trattà di un Ministro ep.ergico, che_. sente la propria' dignità e ·responsabilità, e ehe . mm cerca di nasconder.si_ dietro il paravento· d'organi con- • sultivi irresponsabili. ' ' * · Una: del-le riforme, che sarebberq i'D,,mente, consiste. rebbe nell'abolizione di pa1~ecchiecittedre rit~nute su-· perfj.ue , il che dar:ebbe anche modo, mediante l'asse– gnazione d'incayichi, di ·migliorarè le con~izioni ècono- miche dei professori. · · Che ci_ siano cattedre inutili, anzi scandalose, tut'ti lo sanno (es.: tre cattedre d-i diritto- romano; due cl.i. diritto· civile j ecc.), ma che si abolisc~no allo scopo__ di migliorare gli stipendi, sembra; dannoso_ ed assurai~. Se quest'ultimo .bisogno .esiste, si 1,>r.0vv.ed9i di:r;e\ta· mente, e non coq -siffatto' espediente di _fi:t;1anza Pl't .. istorica, già sperimentato con pieno fallimento nell'or– dine giudiziario. Un· simile espediente porterebbe 1ad_ nna odiosa e ingiusta dispadtà di trattamento, tra ~ol0ro che sono forniti di "incarichi;, e quelli che· non lo_sono•· Nè si potrebbe, per togliere tale 1nconveniente, ad0.tta11e una specie di rotazione d:egli incarichi. stessi, perché cj0 ' norr sarebbe ·pratiQamel).te ))oss~bile. e .didatticamente . riuscirebbe dannoso .. _Mancherebbe inoltre.l'incentivo negli studiosi à col-_ tivare determinate scienze, salvo ch·e non si trovi qual– e-uno che si conél,anni a morir di fame, -mentre peP l0 · sdenziato n0n v'è altra via, ·per campa;re- più 0 meno poveramente, chè (lUell°a di conquistare una cattedra. Questa prospettiva mancherebbe col sistema attribuito all'on. Berenini, _perchè; o non ci · sarebbero più. con– corsi per certe scienze, o la loro eventualità diverre])be - così incerta, da sconsigliare ogni. ·uomo p1mdente. - iEd a tal pr0p0sìt0 il Mim,istPO. dovrebbe preocc,upansi del decadimento G~~ g,ià si manifesta ne_llenostre Umi- versità, per impedirne H progresso e non per agg,ra– varlo: L'esito dei concorsi ·CÌell'ul:timodecennio 'è statò disastroso, e ha rivelato ~he ·oramai aille Università si avviano- gli sgobboni ·e i pedantucoli, incapaci d'ogni energica azione nella vita sociale, mentre i giovani di ingegno e• di v·alore si didgono a professioni assai più rim-q.nerative, come è natuJale. Se ora si vengono a -togliere anche le ultime· attrat~ , tive all'insegnamento universitario, ·che cosa·: avverrà? D'altra parte, il professore che, per accrescere. lo sti– pendio, cumula· in.carichi, djventa un volgare mestie– rante, 'perde l'abitud-ine allo studio costruttivo, e si , riduce a un noioso e mutile fonografo. Se parecchie cattedre conviene· siano abolite, un in-· telligente· e.'competente moderatore degli · s!ud1 deve esaminare se non occorra sostituirle con. alt;re. Attualmen_te, di fronte alla più scriteriata specia~iz– zazione; si trovano aggruppate in una st~ssa 'cattedra scienze dive1·se, ciascuna-delle quali ha .. un contenuto è 'un metòd0 suo pro-prio, che non può diséono"scérsi sè noti per effetto, dj .quei, ·criteri strani e gr.pssolani,iche ,hanno prodotto 1a1 fàll!-igeràta classifiéa~ione dellé sè'ienze,_.,af– .fini, ;fatta anni _0r sono dal Consiglio Supèriore con una leggerezza veramenté inaudita. - - Il sapere -ha progredito. Discipline, che un tempo po– te,:ano iRsegnarsi associate, ora rrnn lo_si -possono più, senza grav~ da:nno. S'cienze, IllllO'Ve so.;no sorte j a\tre, antiche, si sono differenziate e rese autonome. È con-v<eniente riconoscerle, separarle, dar lor? la necessar,ia autonomia, .affinchè possano progredire ulte– rtorn:i.énte. Nessun altro modo· di ottenere 14.uest'eft~tto può esservi, ali'infuori del sashltuire alle vece_hie· cat~-_ tedre inutili questi nuovi ills~amenti:'awton0mi.· · Ed è sperabì_le. che i ~eschini criterii dei _cacciatori'.'.,: di incarichi non riescano a -soffòcarè i cons,igli della r.~gione e della uti~tà .pu~blica. · ' * 'è-- ·"' Ma.· da ùn Ministro .di origine e di idee socìaliste _ben altro sareli1mifda attenders-i-. - . •. Anzi.tutt0, ·~oi ·vorPemmo -ehiì gli a:ntichi ci'iterì di somma libevtià dell'istituto uni:vérsftario,· rinhEigati <falla• pediDteri~ bu,r,ocrattca degli omuncoli ·di questi ultimi, · tempi, fossero co':Qlpletam'ente ripristinati~ - ' La leg:gè Q.ti ;sati '(sempre ottima nel suo ·camplesso) immettev;,;,cli~unque,, cittad!ino o; straniero, ~anche non ~ p,rovvis\0 CaicuR ,, ti:t0l0 &i:'.studio "' a,i.c0ne011si Ui!'.!))]• .. versitari e.·,ana li:bera docenza. 1in tal mqd0, apren!lo~ a almeno p-Onsb~tranà~ ia vi!!,. agli autodidatti seri, erasi cqdifi.Gata tlna regola denioc1·atica, che la -'(,a;!.sa ·dfilllo– crazia · doro.in.ante. ha in ~ran p11irt~sÒppressa. ;Btin si vede ci1e •i -codini di ·arUo:ra -erano- più progr~ditì è pro: gressi vi. dei democratici odierni~ · • · _~ - Contro gli a,u,t0Qli,daitti : striilM1.0' tll!ttL i pedanti deùe llOS'tre-1.Jniversità., tutti g.1i am::at0ri dei Bollo e Regi– stror invoca~do la peces~ità di studi ;egoÌàn. e di S'tato, - di diplomi, di esami, ecc. - E si •èapisce che <JUè.sta -gente - dal: valore -aiuHcoia pensi così: è questione ài ·autopre– servar?ione. - " • · Ma in 'tal m0d0 ua Jl!lUÒ. p~Dsare. ~h~ vtiò•l 1 li!lilera fa · via 1 a 'ogni uom_p,d'imgegno, c·he, abbia J:e:qttì1!11itfa, S'0!ffi- . .èienti per 1'uffi.qio di cui' si tratta.. Al pr0l~ta :vià.to , nel qu~Ìe pos.sono s0rgere dei g~ni,· l'iòn. devQ essere inter- · çletto "di aspirM·e a,U'.~1to_<iiisegnainént~;:.s0TtM1to per~h~ i .suoi. figli, non si trov11,noin c0ndiz.i'll>nidicfare un co·rso ·buroerartica.iµen,te-regoìare fli- siuia.i> iJi>eraccQr,taiie i, re{lmsiji necessari corsi.
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