Critica Sociale - XXVIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1918
I' ' J •, 222 CRITICA SOCIALE rino e v.1e dentro, e l'ignora e l'attende - un par– tito così fatto., quando le cose torneranno al ,normale, ritroverà esso, non dico il mondo che si aspetta, ma ritroverà almèno se stesso? In fondo, anche i tempo– rali, anche i cataclismi, sono ·natura e sono storia. Tutto è sano ai sani. E la capacita di reagire• all'im– pr~visto dà la misura della forza plastica degli orga– nismi viventi. Ho parlato di sacrificio comune, di airnichilimento · completo dell'essere nostro. Esagero? Come Treves, anch'io mi spiegherò con _un esempio - anzi, eon due ese1~pi. Qualcuno dei nostri est1;emisti, 1·etou1·de Rome, di una cosa, pur nel corruccio che ho già ricorqato, mi si dichiarava meno. scontento: che almeno non si fos- ' sero messi i puntini sugli i, che dalle premesse e dai discorsi, che avevano inchiodato sulla croce il Gruppo parlamentare per la redénzione dei comuni peccati del Partito,. non si fosse tratta .,- come si sarebbe logica– mente. dovuto - la conseguenza di affermazioni posi– tive e positive sanzioni, e un ordine del giorno mirante a questo fine fosse stato sequesti·ato sapientemente ed a tempo. Perchè (mi osservava: e sembrava rispec– chiare un,impressione diffusa fra i'suoi), se si fosse do– vuta votare la conseguenza naturale delle premesse e ' dei discorsi, probabilmente la maggioranza si sgretolava. Oppu~·e - peggio· ancora - rimaneva un voto di 0 pa– role spavalde, senza effettuazione concreta possibile. - .Ancora: in una nostra assemblea di frazione, a me e ad altril che avev~mo propugnata la i10cessità per la fra-, zione di organizzarsi, per la propria difesa, per la pro– paganda fra compagni, infine per agfre e per valo1·ìz– z,a1•ci, un. organizzaiore ·operaio, moJto _savio ed esperto, rii;nbeccava:/" Dato il Partito _qual è, dato l'atteggia-· mento dell'organo centrale e la maggioranza che io · sorregge, agfre e va{o1·izzarcì, per noi, è· un con.tro– senso; og1ii nostro tentativo di azione sarebbe imme– diatamente svalutato e ci svaluterebbe sempre più ,,. _:: Conclusione logica e çomoda: seguitarè ad incroci~re le braccia - noi come gli altri - e attendere pazienti il destino. " Caro m:é il somio.-... ,,. E incidiamo sul– l'alcova co1hune' il motto degli àntfohi ama~ti in cor– ruccio : " ?MC tecuni p.ossùm vivere, nec sine te ,,. Ma ,è un vivere che nega la vita. · Questa, per comune co'nsenso, la situazione del Par– tito. E non da oggi o da ieri. Da quandò cominciò a novellarsi che il 11formismo socialista .:_ che· il Partito come massa non aveva mai· compreso e coltivato con· continuità ::- aveva fatto cilecca. La· leggenda - .aiu– tando il lazzaronismo umano ed italico - prese subito . cqrpo. I riformisti, péi pFimi, si ·sbraceiarono ad accre– ditarla. Ogni volta che un'azione riformista' era $0ltanto pensata, era ·un "infortunio sul lavorò-,;, si I do;veva apporvi senz'altro un e1·•rata-c01·1•ige. Il programma . -:- ogni programma,- fu dimenticato. Quello del mag– gio· 1917 fu riposto delicatamente nella bambagia il dì stesso che veniva promulgato alle turbe. La epica fuga generale :dalla fatale Commissionissima ebbe ~ altra volta lo avvertimmo - il valore sàcro di un. sim,bol©. Oggi,, i.n tutto il rµondo, individui, classi) partiti, gruppi/ . economici, finanziari/ politici-, studiosi e ·masse operaie, razze, 111tzioni, contin.ei1ti, fatti, tutti sono- all'opera, prevedendo, strologando, antivenendo il d©mani, che domani sa11àvano tentar. di ghe1·mire pei ·capelli: 'l1utto il mondo è ali' opèra per· sfruttare gli eventi, per po- · terli intuire e dominare in preven,zione, per. coglierli al varco ,fugace. 'rutto i~ mol)do.... tranne il Partito che i ha per istitùto di rinnovare la faccia del m0ndo ! BibliotecaGino Biancb I /• -I.o penso che l'unità del Partito qt1esto-non esiga, se non si presupponga, tautologicamente, che l'unità debba essere· l'abdicazione e il suicidio. • ·~ Ma questa, che seipbra abdicazìone c·o)llÙneed egu.ale delle due frazioni del Partito, in realta non è abdica- zione che d'una fraz1one - la nostra.' ' · Invero, per gli aspettanti la palingenesi fatale - per gli est1;emisti cli 'sinistra - ·aspettare è quasi ia fun.,. zione. normale, Nel fondo, spesso inconsaputo, della loro dottrina, derla loro mentalità, del loro sentimento ogni peggio prepara o genéra il megtio. Essi attendon~ la congiuntura propizia: quella, per ei9si, sarà l' o~~a. S'essi" 110n provocano il peggio, non noi potremo, come altri fa, irriderli e squalificarli eonÌe gli " imbosca,ti della rivoluzio~e ,, : li condarinérem!Ilo, gesuiticamente:, con la logica delle loro idee, non in virtù delle nostre.· Per _essi _a:p.che l'attendere inerti è un m0do di agire. Non per noi, che non· cr~diamo al lo1·0 miracolo. Non 1 per n0i, che crediamo soltanto alla ·conquista !T' ogni giouno. Clf.\udioTreves usurpa 101,0anche ·il gergo. Essi, essi sì, attenden<;lo, " tesoreggiano ,, le forze, tesoreg– giano cio.è_ l'esasp.erazione crescente. E la nostra inerzia giova anche a-loro. Per noi non v'è che un modo di tesoreggiare le forze:-' eser:cita~·le nell'azione. Quando noi pr,esumiamo che, in un periodo di"passioni roventi, le forze pòpoiari -possano contenersi nella ,inerzia a lungo, senza nè esaurirsi nè esplodete ..:.._e che basti ii ".faro ,, lontano, senza forza di' remi al naviglio· ed ammainate le vele - noi Iton seguiamo più I nessun'a ideologia di~partito: non accettiamo quella degli estre– misti e rinneghiamo la nostra. È· q,uesta la grande, la éolos.sal!e'contraddizioHe che volevo denunziare. Soprat;utto vorrei la meditasse là maggioranza del· Gruppo parlament~ che si raduna• in questi giorni, e che h3: per proprio istituto ,e peF ; forza di cose - quaili che siano le formule degli sta– tuti - lai . pi·eminente responsabilità dell'indirizzo e çlell' azione politica; Que~ta maggiov3<nza nume.i;:ica.nel Gruppo è oggi - per effetto -del voto' del Odugresso - ·la .rappresentant~ di una minoraij).za ✓ nel Partito. Vuol essa, :sciog1iendo_si da pr~occupaziÒni elettora1'istiche, sq_ste.àere almen6 que'sta parte? Pe1· essere•quaicuno e qualche e-osa-,- ·per es.sere se stessi - ogni ora è 'l'o?·a. ' , / • ,F. TllJlUTI. ~ . ~ AU'71ltimo 1iii1iut(?, su questi stessi a1·go,ménti, ci a1·- 1·iva un articolo .... semiconfì,denziale di GIOVANNI Zr- )BÒRD1. Lo dr.wemo nel f'as'ci'colo p1YJssi1no'. ' ) ' Pe1· qualche tempo le notizie chec:4)ervenivano, degh eccessi del terroì·e lenini!sta in Ru.ssia, ài. traverso le Agenzie _lllffièiali d.etl'Intesa è i gior– n~li borghesi -:J notizie a..rruffate, iriverosimi\J.i, spesso contracj.ditto:rie - dovettero lasciarci molto. sc-ettic·i a,·n:@nc11edernm:o ài d0vede 1,.acc0gH-é1·e comme1ìtare, tant0 più che, sino a, un certo punto, gl'i inizi di ogni 1·ivollrzione difficilmente si dis– giungono da violenze~ diso,raini;· repressio:ni san- g-ainose. · , . · l\![a,pur troi[:>po; n0n-semb1·a cp.e \L sis,tema, Glell:a, illegalità e· dei _'Terrore -, acpennatosi nei .'pri:– morcil,ìQolla ~eciata, dellai ililU<I>va 00s'titlll!ente us@ita dal suffragio ttniversà1e - accenni, a declinare. Ogni gi:o;rn_o le notizie ~i fa:nn:o più tei·ribili. In tali condizioni, mancherebbe al suo dovere un
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy