Critica Sociale - XXVIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1918

228 CRITICA SOCIA.LE \. dovere per le col'lettività che abbiano un ~atri~ monto ideale da salvaguardare: perchè, se por:na~o · -escludere che una collettività, libera dal servaggi<? e affrancata dai secolari pregiudizt, possa fars~ ao·oTeditrice, •non possiamo escludere affatto, anzi d~bbiamo presuppoi're, che tutte -le for{l,edel ras– sato cong'iureranno contro di essa. . . . Infine, supponiamo pure superato 11 penod? d1 transizione; supponiamo (e no°: sarà affare d1 p_o– chi anni) finiti gli urti fatali delle _razze, e?c. Supponiamo, il soc~alismo instaura~o mt~rnaz10- nalmente. E proprio certo che ogm_ conflitto ar– mato sarà reso impossibile?' Per r,1spondere af– fermativamente in modo sicuro, converrebbe pos– ·sedere una preveggenza più che umana; conoscere -fin d'ora a fondo quel ìattore imponderabile,. che consiste nel pensiero collettivo delle nuove società, nei I rapporti che si verranno stabilendo fra esse. Quale antico Romano dell'epoca d~ Cesare avrebbe potuto antivedere i motiv_i ~he ci fa:nn? ora sca:n– narci a vicenda su tutti 1 campi cli battagli~, come se la nostra vantata civiltà si fosse a un tratto· di legnata? , Sento un'obbiezione nell'aria: la difes1:1, sta bene, ma l'esercito e la difesa sono due cose distinte. L'esercito, se è effetto della guerliaJ della possibi– lità della guerra, diventa a sua- ,"Olta una causa., un coe{fìciente per lo meno, di tale 'possibilità. Siamo in un circolo vizioso. · · Convien dunque· trovare una soluzione che as• securi dalle offese,. da tu tte le offese; che guaren– tisca la difesa, ma so.lo la difesa. 'l'ale soluzione presuppone istituzi oni milit~ri assotutam,ente nuove, che nulla abbiano di comune con quelle del passato. La solitzion..e socialista del problema milita1·e non può· essere che questa. Un esame anche sommario delle istituzioni mi– litari europee, anteriori al con~itto' attuale, ci·' ,-convince facilmente che esse ,rispeccl_J.iavano ·r,e– ·delmenfo le istituzioni politiche dei dive:rsi Stati. U1:i.a Germania dominata d all'.olig archia degli. Junlle1· prussi;mi si riflette in 1.ma casta niilftare :Chiusa, 'che 1 .asservisce Gove rno e nazione; 1~ Francia repubblicana e· capital,ista, a Governo foi·– temente accentrato, ci dà un esercito permanente in cui l'affa1·e Dreyfus è ancora possibile: nell'I– talia, appena costituita a nazione, l'esercito .vive a parte dalla vita nazion,ale, ufficiali e cittadini -si ignorano a vicenda: la politica quasi esclusi- . vamente marittima dell'Inghilterra produce. il mer– -cenariato. Ma la Svizzera, la Svizzera invece, de- -centrata, democratica, negata per tradiziçne e pel' postura geo_grafi'ea ad ogni imperialismo, gelosa sovratutt6 della 'propria neutralità, ci offre una forma di " Nazione a1·1nata "' la quale, se non presen~ h1tti j car atteri dt u n1armata socialista, -è per altro esclu' ~ivameri.te atta alla, legittima difesa. Ciò per l'aspetto politiqo. Dall'aspetto tecnico, questo si può oggimai cori. certezza affermare: la .guerra, che si combatte da qua~tro anni, ha fatto giustizia sommaria· dei vecchi istituti militari. Essa, scambi'o di contare sulla soJa pt•inia linea e sulle m•mi di casernia, appena rinsapguate dalle ~lassi più giovani, ha gettato nella battaglia tutti , i cittadini. Ma con ciò non ha affatto creato l'.e- -sercito nuovo. Il nuovo si è inserito sul vecchio .senza trasformarlo. Il vecchio nucleo; la antica " corporazione ,i , ·sonò rimasti. "È' una pseud@..!.na– .zione armata innestata - male innestata -· nel tronco vetusto dell'ese1;ci~o-casta, che non basta· .a sopportarne il peso. · ... , 'l'utto questo deve cessare·. L'esercito perma– nente è morto, condannato· da questa guerra, e non può e non deve risorg;ere. BibliotecaGino I3ianco ( La 'vera " Nazione armata ,, ~ 'il solo esercit0 possibile -· possibile e n ecess ario - dell'avvenire. Fondata sull'obpligo di' tut.ti' i cittadini a conoor– rere nella difesa della socie tà alla quale appar– tengono, essa dovrà costituirsi. sovra• solide basi di ·gh1stizia, abolendo anche il ricordo della casta, aprendo l'adito ai gradi anche i più ele,vati' deUa gerarchia agli esponenti di tutte le classi sociali, riducendo gli obblighi ai servizio al zninimo indi– spensapile per una sommaria istruzione, fasciando pe1•manentemente a casa loro tutti i cittadini, sopprimendo la vita di caser:rµa e il concetto che la chiamata alle armi debba servire a disciplin~re· ·più che a istruire il· soldato, decentra~do l'ammi– n,istra;zione, affidando di"sciplina, avanzamenti, giu– stizia. al triplice giudizio dei superiori, degli eguali e degli inferiori, ponend0 ciascuno a:l suo posto secondo la sua capacità, aa ciascuno pre-· tendendo ciò che pu6 e che deve dare; facendo, in una parola, dell'esercito. una cosa sola e inscindi– bile, colla, Nazione, tale cioè che non possa mai diventare strumento di oppressione o di offesa. È, ben questo il pensiero che a Giovanni Jaurès suggeri, di ;porre, nella sua meravigliosa 'A1·rnée Nowvelle, la. solTizione mHitare come base e pre– Sl\I)posto rlella ·stessa soluzione del problema so– ·ciale. · Se un esempio occor:resse ,al nostro asserto, nes– suno più probante di quello che oggi ci offre la Russia; dove forse si inizia veramente il primo grande sperimento di socialismo internazionale. . Certo non ultima causa dello sfacelo minaccift,to ·al .JJ.uovo regime è l'impreparazione di quel Par- tito socfa.lista al problema militare. . ·In una evoluzione lenta verso forme sociali più elevate, l'es~rcito è sempre )'ext1·ema 1·q,tio dei dominatori. In un moto violento. è ancora la forza armata quella che decide. sé questa· nc;m e organizza-ba apoliticament_e (l'g,serèi'to permanente, sebbeù.e si affermi ~r contrario;" è s~mpre "_poli– tico,,, -ossia strumento di clitsse e di Governo~, o essa soffoca il moto, o, peggio, si schiera per la rivoluzione e finisce per farla mancipia di un'oli- · garchia militare; o in'fine -' come in Russia - si scioglie e lascia la rivoluzion·e indifesa, in balìa dei nemici di fuori. .M'.av'è un altro argoment0 decisivo per la no– str?, tesi. La guerra, che costrinse tutti i citta- . dini a partecipare alla milizia, ha sveJato a tutti i cittadini i. vizii e le deficienze del sistema mili– tare vigente_. Una discussione appassionata i:µ pro– posito è qu,in~i inevitab'ile nell'immediato dopo– gueàa. Il Gover:ao, le elassi dominanti, a, quest0 non pensano - e I n'hanno le loT: buone ragioni! 'La fam0sa, OommissiÒne del dopo-guerra, fra le sue innurherevoli Sezioni, non ne ha destinata una ~ola al problema della trasfo:rmazione militare (l!). Ma appunto pe1: questo dee pensarvi il Partito' socialist~. Esso, che può essere. chiamato daglì, eventi ad assumere doman.i ti;ttta intera la respon– sabilità dell'attuazione del proprio progr:am'rna, non deve essere impreparato su .questo pun'to es– senziale. Non gli varrebbe di. scusa rispondere: '".non ci avevo pe~sàto !,,,• · lL CAPORA.LE . (1) Ve n'è up.a a cui è deferita la riforma della. " Gi~stizia mili- . , tare\,. ·•Oiò ohe,·fa. un·a ouriosa impr~s~i~ne da parte di 0010110, ~ quali hilnno tanto vantato ohe queata dovrà · essere la guerra ohe av'i-i\ ucciso per sempre tutte le, g{ierre ! . · ' · ~Nola della C~1T10A). RIGAMONTl GIUSEPPE_, gerente responsa~iZe. Milano, 30/9 191~• Cooperativa Tipografia Operai •Via Soar~aoo, 6:

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