Critica Sociale - XXVIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1918

I, CRf!fICA ~OCIALE 227 ~ei primi scritti la !L<?ro " dittatura del proleta- ' ' ILPROBLEMA MILITARE EI SOCIALISTI . .n.~to ,, serba ancora molti tratti blanquisti. .•Ma,• pn1 osservavarro l'evo~uzione soeiate, e meglio in-– tendeva1;10 che la. rivoh~zione proletaria non può· essere 1 ~:ffare -01 una minoranza .. Nella \ùtima "Il Gal?orale,, - che non e affatto ·un .capor·ale, 'llìa edizione della nota prefazione alla " Lotta dell'e uri c'olto e geniale studioso Ili cose sociali e 1nilita1•i ·_ classi in Francia.,,, E!!gels dichiara le conclu-. , 1 ·ichia1na, con t'a;1·tlicolo e h~ segue, l'attenzione clel Pa;- · / sioni a cui egli ·e Mar;)( erano alla fine arrivati:·~ tito su un teina di inip.tn· tanza innegabile: il .problema "H tempo d~lle rivò~~zioni, compiute c0ll' i:rn- 1nitita1·e, d(l)l punto di veduta socialista, in 1·elazione P?Ssessam_ento 1mpFovv~so ~e 1 l potere ~d 0pera_di , .al ctoJ)o-gue1•r1a. È deg,no di nota eh€!_ rnentq·•e' la Na– p1ccole m;~o~andzefi~ot~c.1ent1,ta. capo d1 masse m- . zione Annata ,f!.gu1·ava in tutti i vecchi nost1•i p1·0- consapevo11, e e ni 1vamen e passato. Tvattan- • , . . . . · · dosi di un radicale Ì'Ì(:)rdinamento dell'assettò g1~am,1nicosi eletti~ m1mm:t - it p1·ogram,m:a ·del mag- sociale, sono le masse che devono esse stesse par-· gi.o f9 17 ~ratta_bensì, deUa nuovçx politica este1:ae delta' ' teciparvi, ed essere in O'J:ado di intendere ·a che clemoc1·atiz;azione cli tutti gli istitu~i dello S.tato, ma cos~ debbano prestare ii loro concorsò. Questo ci . dimentica co11ipleta11iente il pr·oblmna mitita1·e. Gli a·1·– ha 1mpar3:to la Sto_ria iell'ultimo cinqua_ntennio ,,. gomenti addotti, dal nost1·0 " Caporale;,, desunti in Solo se_m, tutto 11P~ese,,non soltanto m qt,talche _g1·anpa1·te dagli eventi della p1·esente gùe1··1·a, debbonet grande c1tta, la magg10ranza è con noi, ,possiamo fa1·ci' 1neclita1·ese non s~a qui uia lacuna cla colma1·e · .co11serv3:re il potere polit~co conqui~tato. Le pre- Al postutto,- noi · non siamo abbasta.nza .... b~;ghesi ec; md esset dt1tuna tadle.v1ttotna non es1~tono anc_ocra a1itisoçialisti pe1· giU1·are (pit1·desicle1·anclolo e disposti aper u o, ma apertu to esse c:rrescono ra pida- , • . • · ' men.te .. La P,roletarizzazione delle -masse è ù.na a pe1 s:giwi·e queS t O fine ? 0 1: ogni e:ie·ru_~a) che p1·opri~ di que ste premesse. Essa nasce dalla evoluz ione davv_e10 queSla, -che oggi· insanguina il mondo,· sa1:cc capitalistica senza H nostro conco'L's@..Ma: éssà . l'ultmia gueri·a della sto1·ia. _Nèpossiamo clùnentica1·e non è tutto. Un'altra- premessa è necessaria: la la magnifica opera che il più completo dei sqcialisti qlasse operai a deve essere an·i vata ad una slilffi- mode1·ni _:, Giovanni J aU1·ès - cledicavd -p1·ima cli mo– cien te capacità di lotta, ad un grado abbastanza ri1·e a questo p1·oblema; face1ido della sua soluzione un a~to d~ organi_zzazione; di sviluppo ·intellettuale, p1·esupposto necess.a1•iocli tutte le' alt1·e maggio 1·i solu- d1 cose1enza d1 cla:sse.. Questa s~con,da premessa zioni sociali. , La è. s. sorge nel processo della lqtta d1 classe, e tanto più presto ·qUJanto più intensiva è questa lotta. In· un tempo rivoluzionari_o essa plÌ.0 cresce:çé a salti. • · · La lotta di· classe proletaria, iJ1 periodo rivolu– zionario, si leva ben al disopra della semplice rivendicazione di più alti salari per lil.N. lavoro minore, riceve un contenuto ideale, .e al tempo stesso la rivoluzione perde, il carattere dell'.av– ventura d'un c1rcofo cl.icospiratori. Essa'cl.iventa lo sbocco inevitabile del lavoro. e della lotta quo--, tidiana delle masse operaie per u,n migliore av- venir~. , . Il Marxismo unifica movi:rp.ento operaio e· socid.– lismo, riforma e riv oiuzione. C osì anche sinte– tizza. dittatura proletaria e democrazìa. L',una e l'altra significano la· s1J,premazia, in uno Stato evoluto moderno, della massa popol~re arrivata alla ·sua coscienza di classe e imponentesi alla minoranza degli sfruttatori. Se invece la rivoluzione democratica scoppia b1 - 1;tno Stato economicmnente a1·retrato, dove wtan– chino ancora le condizioni necessa1•ieper la dit– tatvlra d~lla màggioran-za popolare, allora J 'itj.ea di dittatura proletaria deve çedere il posto all 'idea ài' democrazia. In questo caso il proletariato dee contentarsi 'di ottenere il riconoscimento de'Esuo valore specifico di frazione della massa lavora– trice, alla quale apparte:ngonci. non i soli salariati, ma quanti vivono del proprio lavoro, cioè anche i· piccoli contadini. Tuttavia, anche in queste condizioni, il prole– tariato. industriale delle città può occupare una p6sizione preminente, come la p,àrte più inteil<i• gente e coraggiosa della· classe lavoratrice, quella' che possiede i più vasti orizzonti, la meglio or– ganizzata e là più vicina; anche materialmente, à'L potere politico. Il prole~ariat@ è la èlasse alla quale sopratu.tto si :J!)re}i)ara e· apparterrà l'avve– nire. La grandezza de' suoi ideali, l'entusiasmo rivoluzionario c1i'essi ~li ispiran@; lo rendon@ fo1!– Diidabi:le anche là dove il momento no'n è anQe,ra maturo per la dittatura proletaria-. . . . 3 gennai'O 191•8. CARLO KAUTSI{Y. r \ ·• Dovranno ititensi{ìi!arsi l'istruzione militare delle masse e l'at·mame»to _delle mosse•· .. (Deliberazione del ·comitato Esecutivo ' dei Soviet, luglio 1918). Nelle rece:nti polemiche soQialiste fra int:ransi- , g13nti' e relativisti, ·fi:a col1aborazionisti e anticol .. lwborazionisti, una; èosa mi .sèmbra risultare paci– fica: la comune preoccupazione che il Pa:I'tito si di~, pel;,dopo-gu~rra, un: programma specific0 pro– prio,. per -non ess,!:)resorpreso 9-agli avveniménti. Deve entrare in questo programma la ricosti•tu– zione della forz!i, armata nazì@nale? A nìe pare co_s~no:n dubbia_ che dalla solU1.zione del problema militare potrà dipendere, nell'inevitabile periodo d'i transizione e di conqlilista, il più celere stabi– lirsi e consolidarsi della vittoria' socialista. . E inv;ero: possiamo noi credere che basti la de- 1 cretata scomparsa del capitalismo ad abolire oo·ni· possibilità di guerra? Certo la guerra mode;na mette alcune delle ~ue maggi:ori radici nel terreno del capitalismo. La storia conobb9 O'Uerre dina– stiche, guerre religiose, guerre prov~cate da- ec– cesso di popolazione, guerre erompenti da1 cozzo di due civiltà_ opposte ed i:p.compatibili. -Talvolta , ra guerra ~u 11 doloroso vewolo del propao·arsi di · un'idea. Il croll,o del capitalismo attenuerà°la vio– lenza del fenomeno, ma basterà a sopprimerlo dalla radice? , .· ' Non certo - ed è i:p.tuitivo - per chi conce– pisce un socialismo di carattere strettamente na– zionale., Fra due Stati, fossero pure socialisti e"ll– tl'.aimbi,_ }lll urto, vio~ento_ di interessi è sempre concep1b1le. Ma, anche dal punto qi vista di chi mira a un so?ialismo largamente inte:r:nazibnale, la tra~forma:1'10ne non potrà ess~re, di. un colpo, mo1:1~iale, smcrona, ug;uale: v1 saranno gruppi etmc1 che a;vra:nno raggiunto stabilmente il nuovo -assetto, mentre· altri -dureranno ancora nell'ascèsa faticosa. Di qui,. per le nuove società socialiste il dovere della propria difesa. " La patria socia: lista è in. perièplo ,, , fu il grido di ieri di Lenin– -e di Trotzki. E insistiamo nel'parlar di " difesa . perche questa,· se è diritto per l'individuo, divent~ • ' ' \ .. ì ..

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