Critica Sociale - XXVIII – n.18 - 16-30 settembre 1918

210 CRITICA SOCIALE scorso giugno, di rimettere sul trono il giovin~ Hsuen Tung _ proprio in ·quei• giorni che prepai:ava 11 colpo di Stato. Ora, se questi ed altri episodi consimili possono tro– vare una certa giustificazione, in quanto il Governo giapponese può pretendere che essi siano d'~nizi~tiva personale dei suoi agenti in Cina e che a Tolno s'igno– rassero ve ne sono però altri che rappresentano un vero e 1 proprio indirizzo politico di Governo e sui quali il èlubbio della diretta responsabilità ministeriale non è affatto ammissibile. Il fatto, per esempio, che il Giap-_ pone abbià stabilito, del tutto arbitrariamente, una guarnigione di truppe ad Hankow, la città più commer– ciale della Cina di mezzo, e ve la mantenga, e vi ab.bia perfino eretto una stazione radio-telegrafica ·che pri– meggia sn qnella cinese e.... le fa concorrenza, non può certo esser ignorato dal Governo. Il Ministro degli Esteri, Motono, assicura che la sua è una poiitica di " non interferenza ,,, ma intanto v~cino a Shanghai esiste un collegio governativo giapponese, il Tung Wen, costruito, si noti, COJ?- danaro cinese (con parte di quella somma, cioè, che la Cina versa al Giap– pone come indennità per l'insurrezione dei Boxe1·s, di infausta memoria) nel quale trovansi oltre duecento giovani giappone;i: or· bene, questo collegio, che agli occhi del pubblico passa per essere commerciale, è in realtà una scuola di agenti politici (si conceda, anche a me, l'eufen;i.ismo). Richard W. Child, collaboratore_ della Rivista " Collie1•'s lVeek-ly ,, , ebbe un giorno la fantasia di visitarlo accompagnato da un fotografo. La sua visita produsse una grande impressione e;scrisse di aver provato la stessa sensazione di quando " si cal– pestano inavvertitamente delle- uova,,. E più tardi, essendosi recato in Giappone, non gli venne fatt<J di. trovare il nome di quel collegio sui registri dell'Ufficio centrale che dirige le scuole commerciali. " Quella scuola deve trovarsi sotto un altro Dipartimento ,, gli osservò il direttore. Dal " Tung Wen ,,· sonò ormai usciti oltre due mila giapponesi. Sparsi un po' dovunque nella Cina, della quale parlano i principali dialetti, conoscendo la lingua· mandarina, essi si mettono a contatto del popolo: s'in– troducono da per tutto, indagano, e.... riportano ai loro· consoli. Chi ha vissuto-un po' a lungo in Cina sa come, non di rado, i Giappo~~si si vestano alla cinese e, adottando tutti gli usi del Paese, perfino quello del.codino ~ chè anche ades~o codesta appendice non è scomparsa dalla Cina interamente, specie in certe provincie - si fanno passare per indigeni. E i poliziotti europei, che vigi– lano· nelle di verse Concessioni in: Cina, vi .diraÙno che ogni tanto riescono a mettér le mani su qualcuno di ·questi sedicenti figli del .cielo, ma che essi conoscono un mezzo infallibile per identificare lç1, lqro 'nazionalità. Infatti il Giapponese presenta Sempre, nell'inl:ìenatura fra· il dito grosso e. il dito contiguo del piede, una callosità prodotta dall'uso_ della geta, la pianella giapponese che si fissa mediante una corda che passa appunto tra queste _dita. La verità è che nessuno, . neanche -1'-ammiratore più entusiasta di questo popolo - che ha indubbiamente tante virtù, e chi seri ve è il primo a riconoscerle e ad apprezzarle - può in buon~ fede negare che il Gia.p– pone, o, per essere più esatti, la sua classe dirigente, non sia permeata da un audace spirito militare, da una voglia smodata di- espandersi ad ogni costo. Il guaio BibliotecaGino Bia_nco si è _che codesto spirito venga artatamerite trapiantato e coltivato nelle masse. Siccome poi il militarismo, l'imperialismo, sono ·sem· pre gli stessi so-tto qualsiasi latitudine, in Asia· o in Europa, -così l'espansionismo guerraiolo nipponico pre– senta, in- certi atteggiamenti, la stessa, identica, deso– lante uniformità di-linee (se bene qua e là raddolcito e at~enuato da una- certa. cortesia di forme, tutta orien- ~ tale) di quell'altro che sta pur troppo di casa in certe contrade d'Europa .. K. -Inukai, leader -del Ko"/lwninto (partito radicale), nel suo recente discorso in occasione -delle ultime ele– zioni politiche, dichiarava testualmente : " il Giappone, se vuole verame11:te essere preparato a combattere,. in ogni evenienza, contro qualsiasi nemico, ha il do– vere di ass_icurarsi' - idest, annettersi - un pezzo di Cina sufficiente per ·garantirgli il .possesso di tutte quelle risorse che sono necessarie in caso _di guerra,,. . E, appena pochi giorni or sono, uno dei più autore– voli periodici nipponici settimanali scriveva:. " Molti ·virtuosi Giappo.hesi ha,nno un sacro orrore per tutti coloro. che gridano esser oggidì necei,saria l'espansione. territoriale. Eppui'e questa: non significa -altro che lo· sviluppo esterno di uno Stato organizzato. Una nazione, che esplichi- una politfoa di espànsione territoriale, è una nazione di grandi possibilità, mentre una, che co– testa politica abborra, sta già decadendo. Rammen– tiamoci che l'insistenza, pressochè unive11sale, · con la quale in Germania si reclamavano territo-ri nuovi, te– stimonia la grandezza· tedesca ,,.. Che più? il prussiaZ:esimo penetrò tanto addentro nell'anima della élasse. dominante giapponese, che sino per le spalline cii certe divise militari si erano,adottati, fino a poco tempo fa, i due. col.ori regolamentari ger– manici : il bianco e il nero ! _. Chi ha visitato il, Giappone non può_ facilmente di– m"ep.ticare l'ambiente sold,atesco del Paese. Ben dice il - ChiÌd: il militarismo vi si respira con l'aria. E di fatto · esso trasuda da tutte le, varie manifestazioni della vita sociale giapponese. Soldatini e fuci]J..-di piombo, · ;ot– tomàrini di carta o d'argilla, seno i balocchi preferiti dai ba:mbini; gli scolari indossano divise a .foggia_.mi 0 litare ,: f ·1ib1.·idi testo non ·fannÒ •che esaltare le gesta • I ' degli eroi militari nazionali; ogn} piazza.ha il suo bravo ' monumento a qualche generale (le statue di scienziati spno per contro .ben rare); sparse poi dovuf!que e ap- - pese alle pareti d'i tutti i negozi e di tutte le case, nelle 1città e _nei vrillaggi, a profusione le oleografie, a, colorii vivaci, di episodi bellici.· · · In vero, la simpatia- e l'ammirazione per la Germania militare li.a pervaso gli animi e li domina al punto da .preoccilpar~ seriamente parecchi eminenti Giapponesi, che non. esitano a metter in _guar:dia i loro compatrioti da cotesto esagerato spirito tedescofilo che incombe ora sull'Imper0 e lo penétFa malgrado' che .... il deter- ). minjsmo economico abbi~ consigliato il -Giappone a schierarsi tra i nemici della Germania. . Scrive in propo~ito il prof. Anesaki: w~é-nza ·«ilubbio, , il prussianesimÒ ha ormai saturato la nostra vita iati-. tuzionale .. Io non so, o non mi curo df sapere, se quest9 mio franco giudizio possa riuscire di nocumento _alle relazioni diplomatiche del mio Paesé, •o no. I discorsi che si pronunciano aL banchetti o le chiacchiere déi di- · plomatici possono •dire quèilo che vogliono, e magar-i . il. contrario, ma ciò non toglie eh.e la .verità- vera s-ia , questa: la germanofilia è. ormai diventata una màlattia nella v.i~a pqlitica e sociale del Giappone. 1:uò !lai:si

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