Critica Sociale - XXVIII – n. 17 - 1-15 settembre 1918

• CRITICA· -SO_CIALE 203 pre a~segnato a· .eJuesta classe, la prn I)ttll'l-erosa· di tut~~' n_onuna furnzione stret~~mente :ed egoisticamente siii~_~a~istiça, ma,_ bensì il nobii}issimo còmp_ito di 1;e– cfi~fr.è, redijn_endosi, l 'in,teTa !:ìOCief; à.Q.ue· st'altissimo afQàtf jd~alistico pervade l'intera dottrina dèl '$9cia– Jisrno, éhe, -con• Mùx e con Engels, sj valiitò scienti– lii~<{ e_ c:l'le·· il suo materialismo storico intese come teo/i"~ èssenzi~lmerite dialettica e neppur. parente· alla lo,11tàri~:del veochi_o crasse materialismo, che s·croocò ra,: fà_m·a· 'dd filos•ofia. . , . . .. k.. cotale' do-ttr:ina SÌ: rianNoda la ·nostra' 'teoria .e· • ~ • ; I • ••. • • ' ,la_ i;t.ostr:;i._ formola, · dei rapporti fra classe e nazione. La q_uale, senza voler s·oli<larizzare il proletariato e la sua rappresentanza _politica,_ cµe è e deve essere appunto il· nostro Partito, con tutte le imprese nellè q_uaJi a!Je dassi_ oggi• dominanti pfaccia di lanciare la naziorte.- ma, anzi,· comprendendo ed apprezzando ra. fiera . Ìi.Òb1'l'ta, e dfvidehcio l'apprezzamento s :u là con_veriienza, di un 'autonomia gelosa della politica del . pr"ole-tariato, cioè della politica socialista - sostiene ~~f rnafe. ~,i iséry~~~-1?. ·_g_ii: -~~.e~e-?si ?~-\ Jl~ç>let\:ri'ato, }t;~~ m_a~dolo, o megho volendolo art1fkia'lmen\e-- stran1àre, pio.ichè ad essa è corporalmente e d.0lorosainentè unito, :èlafla p·ropria pàtria. Non valgono le· parole grosse nè i titillamenti r-eìorici nè 1-echitarrate sentimentali. La • j • • patria è stata spesso matrigna, e nòn madre. Ma non è" me"Iio per qUes,to la patria. E' c-1:1~ s.oste~essè~ tra i -sòcialis~•i, che i'l-pr(!lefariato oorf può sentire l'amore · di patri.a ·perchè ebbe, in ~ssa trattamento da figliastro, e ·n-ÒÌi da -figlio di sapgue,. a'ffro_nterebb.e una questione ..particolare, non la_ questioné-; teorica e generale, dei "" - rapporti fra classe e nazione; rha a tale questio~e da– r-~bpe pur,J, indiJ·,2th.rnonte, - una soluzion,3 conforme alla 'nostra; Jasciando presume:re che, se la patria fosse pei· ·H proletariato meno ava-ra, non esso po.trèbbe dis– interes·sarsene. Òra, noi non vogliamo -tert~ approvare un Socialism~ nazionale d1 nuovo stile, cui certe, piu o meno masso– r,i~che; Unio-I:1.i t~Ntano di dare u,n 1 effimera moda. Noi siamo e rimaniamo internazionaÙsti,' e coltiviamo nello spirito 1-apiù sicura fiducia della rinàsc.ita integrale deU;,Internazionale prbletarià, avanguardìa della ·so– cietà' avveniré, ·e·serèit9 compatto de1 movime·nto :soda– lis4l. Ma,· appunto per· qÙ-e.t,fo,crediamo che ùn'Inte;– naziònalè"non possa risorgere e r:icimentàrsi fra uom·i- ' ni, che, fingendo -di obliare la ·ancor viva realtà delle_ I)Ùi-oni; ·finirebbero - siarilo ·.sinceri, perdio!' - per c&nsegnare là prop.ria patria all'invasore e pi-eghereb- B~:1:~, !~ -?~r,~i~~. ~ ~i~i~ -~\ta~~ 1 rr_ ~q~tj~)ic~~ g ~.ff?,l), m_a. b~ns1 fra l!IOIIillilIche abl'.>iano. compreso non essere, nòn ·pòtèr "es~er_ Ù. Socialismo··-{zi-ia scuola dì ·viltà. Che se ques-tq si accetti - e non può non ac,c~ttarsi da· quanti socialisti' di buo.na fede gu;:tr.dino ii' fondo dei1e·· cose ·e non si accontentino di verbalismi dema– gogici ..:....:. al'l~ra ...,. alloll'a la contesa su patriq e élas_se fra destri e sinistri si riduce ad una· dispu.t.a di parole. P'~rch'è, per rigidi' assertoi·i che si sia e .si voglia es– se['e _di una Jpolitica proletaria. di classe, non si potrà dimenticare che il Socialismo 9-utentico, mar:ca genui– na di 2immèrwald e di .Kiental, conie mira alla sop– pressione -,lelle classi mercè la rivoluzione (ij.. ofi.im- , portà · se ·pncifìca- ·o vi'olenta) proletaria~ ·così non 'tol– lera sopraffazioni d:i_Stati su Stati, di nazioni su na– zioni, e vuole - elem,entare garini'ia di libertà nei rap'po"rti internazionali .- che i· popoli decidano della pro~ria s@rte; Ql!l,indi, qualu~q-u.e sia pér ess·e_re I'opi– nicifle •sù .1a guerra attuale ~. su le parti ·belligeranti, no:n p·uò· un :soeialista, in quan'to socialista ed appunto • I ' . · "Werchè~ocialista, au~picare mfia- pace di sop1·affazione,. nè può affettare <lis.interes:se o, peggio, djsprezzo per quelle· 1egittiruè aspirazioni nazi0nali, · chè non sono · se 'non ;ispirazioni verso la libertà. Ancora: -senza ·aver paura di passare -per-un convertito dell'ultima ora · (-dopo Caproretto!), come un qualsiasi .... c·orriere della-. , Sera;_ già apotogista -di Sonnino e del suo Libro verde, e tardi tocco dalla grazia del verbo m"llzziniano, può- ' . . e deve ogni socialista onesto e sincerò aderire a quella. mazziniana politica internazionale, che voleva esser~ • . • I arra' di gil\stizia · per tutti -e, , appunto perchè teneva. gelo"samente co.nto dei legittimi interessi lJ:azionali, era. la più ·acerba condanna di qualsivoglia nazionalismo. E se, per disgusto e -sdegno dei tardi.pentiti e dei tairdi. -converti'ti, un socia)ista vorrà continuare a rimanere- . riel fiero isolamento del proprio partito (pago, taluno, ·- di avere alle teoriche del Mazzini rivolto la sua devota atten.zione, quando qual-curio dei suoi freschissimi di– scepoli ancora ne scherniva o ne - diffamava, le impla– cabili cohsegÌrnJ?-ie!), potrà tu.Uavia auspicar~, col pi~ puro fa1;vore :<lei suo animò, un a\o/venirè po-st-bel1ico,. I'. iii' cù~'' ri~blu\& le più scottanti quegtioni nazio'nali. (6he,. irì rnoltiJ:iisi-, come. p. es. in Austria, sono sopra tutto quest1oni istituzionali), il libero gfoco della lotta. di classi prepari, oltre non contro le indlpendenze– nazionali, l'avvento di una migliore giustizia sociale. _ _-Tutte quèste · cose, semplicissìme e banalissime e· non nuove, io• vorrei, onorevole ainic0, che il -Con– gresso vedess.e e trattaiss-e - e ·non fingesse di -di– menticare ò non volesse: coprire con formale equivoche– e ,:f>OCO socialiste. Ed amerei. che Ella, éhe le sa dire– millalil.ta volte meglio di me, le imponesse non foss'al– tro al rispetto di ooloro che avessero altra opinione. ·. Di• guisa che la presenza hel Partito ·di quanti così pens·an<? - e sono· più assai che non si creda ......:.. fosse- 11on già semplicemente tollerata, ma· rispettata almeno, come quella idi una mino"raRza, che, ben lungi dall'usci– re d_alle·sue grandi d'irettive, ritiene che meglio ad essé si int'oniNo Je .proprie idee che non quelle degh altri,. che p~ssono trans1toriam-M.te essere maggioranza., Una tale minoranza, che ha sempre avuto e si augura. di continuare' ad avere in Lei il proprro capo più autorevole· 'ed arriato, se rispettata come ne ha il di– ri!to, ha il dovere di rimanere nel Partito, per. difen– derµe, •COil' gli altri compagni, la fiera unità di fronte- .ai comuni avversarii, per continuare, fra' i compagni,. la assidua e tenace propaganda· educativa delle pro-· prie idee. 21 ago.sto. 1- ( ALESSXNDRO LEVI. . ~ra. - Repubblica per. . ridere e I~ - Repubblicasul serio - (Esempì froebeliani circa il ,metodo) • In una poi-emica fra- Gi<wanhi Zibordi e· il « Nume- r@ 48 » dell 'A.variti! - il quale ultimo aveva a-ccusato il primo d_i aver confortato di argomentazioni .« profes– soi'ali p le tesi ·non catastrofiche di Turati sul trapasso, del Dopo-guerra ~ avendo lo Zibordi replicato che,. secondo lui, le 'rivolte che 'fossero per seguire alla. _ gue·:r:ra potrel;>bèrp forse- servire ai repub_blican_i · per· « tacitare il proletariato. col .gioc€lttolo· di una Repub-– blic.a_presieduta da E. Chiesa)); l'Avanti! (26 agosio) l<> Pimbeccava, chiedendogli se dun:q-ue anche la repub- , , . J

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