Critica Sociale - XXVIII – n. 17 - 1-15 settembre 1918

• cmTICA SOCIALE ' . tfrncraria, ~a più_ provoc-:.:mtepr_opagan~Ia per la ~·i_vo- \uzi,w1e, per il « quatco.sa di grosso JJ çlopo la guerra, I,\ fn. il <inYoi·no, diret.tamente o ,indirettamente, .1, • '. CJ<:NSURA iu. qualunque.Pé_:lo:;e, .che 11011 fosse p_er l'app\mto .... il Paà;e delle parole. · . .Ma ~iborcli ha tÙtti:tvia deUe riser~r'e 1 da faro.,! , ~gli nota che la guerra attuale non è di. pura rivendica– zione nationale, fra: l'Itali_a' e· l'Austria, ·come .-erà,. o pareva, quella del 1848 : e teme perciò che l'incita– mento alla resistenza possa essere sfruttato -dai 0·1,ie1.;– l'~tfondai, p~r aggiungere _poi, in una fase su~c'es– Slva, alla .cl!fosa Ja conquista e alla lotta per 1'inidi– po!1denza. n;nionnl~_ la cupicfrgia irnperialjsta. E ci duede, c~mvin½o di metterci in grave imbarazzo (e .questa, dwe, è la p"arola cleHa sua sciarada): - E aJl~H·a_ che foresti ? "RitirDresti l'augurio? ,... _ì Sì, certo, lo ritirerei ! ·_ non mi par difficile risponiclérgli. E aggiungo che, 9-nzi, lo avevo"· bell'e · · rilrir-ato a,ll'aUo del formularlo. Non ricorda eg-lil1;1tta . -f~ ,f:;i-~e, , o..lasc~a ,fn:i;•e. · l'intvo:d-t!v.ionc di quel discol'so, · in cui era .recisa- 11 UoYerno di Orlando • • '' I Crede sia un modo di. t_acitar,e la gente,. di render. :1c- mente rrnfforrnata- tutta la nostra irreducibil e a vver– cel.ta la guerra, _e di tirare avanti. E buon pr_o-gli sionc e opposizione a què&t;i .guena, nel- s.uo com– fac.ci a. .. pl_esso .- ~ par;~e, cioè, gli episoclii, come la S er:biar E noi_ lavoreremmo aecarito a lui, perchè all'Italia, 11 B~lg101 ecc., o a p,u-Le: Lai.1toP,iù, la difesa della in- . ùopo -la strage della guer-ra, sia risparmiata la cala- lçgnlù clell'.ltn1iu.-.. ·pol suo énr.-itt(:)roorigim1r~al)1e.nte rnilù deHe stragi civili? e fondante11tùlme11lc irri1)el'ialista? O vorrà egli che ·E op~11a,anche questa, che dobbiamo fare, noi, con Tiz.io .lasci th'rnquillamento massacrare Semi)roniò\ per 1 j1potesi che . 'e1upronio, sa:lvat.-1 che- abbia la le nosti·è forze, con la no st ra cos-cienza di sociali st i: pelle, possa ineLtersi, in un ·secondo·111omenlo, a fare serbando alla nostra voce tutta la· forza eh 'essa possa O a rifare il bravaccio per conto suo'? . •were per far~~ udire ai lavoratori. ,Ma inso1rnna: la r~sistenza nosLra sul Piave s,i dove_va_incoraggiar-e,· sì o no'? L'amico Zibordi è– supplicato di. decidersi. E, se inçoraggi"are si doveva, ~oveva farsi· ,con parole che ir1fonclesser-o coragg·io. oppure con riserve e- reticeqze che smorzassero ogni areior di hattaglia ? Ecco il· punto ! · · - · . .'..gosl_o1918, .G. ZIB'ORDL .. · Lo scri-lto dell'amico Zibordi consta di duo _par'li, che vanno considerate clistihtamente. ·Nella prima egli ci <là, o 1e1~ta~ d;;ir,ci, la spiega– zione del logog;rifo, che noi gli avevamo chiesta al– lorquando, avendo eg·li tolta occasione, in _queste co– lonne, eia certi commenti al riostro d iscorso del 16 giugno }.1llaC.:p110ra, p er ,dimostra.re , eon 'una f'oll_a Ji corisiderazioni e -di ese m.pi veràm ente luminosi, tulla la slupidiHi co,n la qµale i n· It~li_a -_. i1 « Paese delle parole )) - dai vari partiti e dal nostro si ar– chitettano edifici polerniçi su,-una frase, su 1:ina pa– ro\;.~1sul_l'im_pressi9ne ,di \m J)arola 1 _o cli·una frase - snll 11npress10ne che agli avversari convenne osten– tarne - insomma, sull-e ombre, dimenticando le cos.e salde ecl'.i falli, ,dai quali solo dovrebbero esurgere i veri e sostanziali cofflrasti; subito poi, con una pic– cola not;-1. in calce, ,clava allegramente di frego a lut~a . h1 sua dirnosLrazione, affermando tuttavia, da·l discor– so ch'eg li avcn1 così fo rtemente dife;30, il proprio' dis- - senso, esseuzialrn.cn.to _pel motivo che· i riostri voti por In resi?tenza conl ro l'invasiolie. <<'sonò infirmati '<lall::i cohdi~ione di non libero ·athilrio in cui siamo -'p·o·sli )) '·Ma-il Too·Q'o'l'ifiè> Hriia1ie ù,d-è 11 I!ilrriétro'·1:,;,1,,.,. J'ldi 1 • t, b ' . VS ' a'ricne dopo lè spieg·azioni oneste- e cortesi ~. ..·,· · lnfalti, c1ie cosa sostiene l'urnico Zibordi? Fors~ ·c~lOnon-.~i dovesse a~1spic~re. e,_ incoragp;iar:e .la, rè– s1slonza ? 1\l conlr nr10 ! .l.1.,gh mvero cltcluara che gli stati psicologi.ci collettivi, non meno .delle circo– stanze mili lari, pos sopo determinare _dei roves·ci,- la r11i·inf'l'uenza non si lirnilil alla nazione che .diretta– mente ne è è_olpita, rnn .si ri 1)crcuote 'su tutto il frontè 1111icq delle nazioni alleale. Anche ammette,che quello. dei Paési nlfoati ,. che ·soffre direttamente il rovescio o lù ;invasione, sente più viva la f ei·ita e-d è più stret– ta,mente inH~ressato a· ripa'rarla.~.La r·e·sistenza è d.lun– què· buona. ·e bisognava ·incitarla!. Ed è ciò eh.e., mo-;- 1.l<-1starn~ntc, l'oratore :del Gruppo so~ialista ha fatt.o nel_ suo cli$cor:=;o_: ed è ciò, d'altroncl~, che J;lessuno, :'l!)<:he d!3i pi~ 0,:,tremi, _ha sostem1to n~ttamente che _s1 ,dovesse o s1 potesse non fare; oppure che - tanto meno - si ,dovessé fare il èòntra.rio. t ciò, infine, i-:he, sècondo Zibordi, la -clichiarazione P:rarnpolini d_àpo_. QapòreU.o di cùi egli, pel Gruppo, fu- il priF1- c1pale estensore-, ave,ra già fatto ! ·. . · · · -('011 'chr,· 11r sr11i1wn, ogni ·rlisJiJ1ln snrebbe .chittsa"' BiblioteG·a Gi-110 Biar1co /.. Forse (ci ingegnianio di capire, ma co11fessiarno• · c;he non è facile) 'l'amico Zii.bof!dicrede di trarsi d'irn– piccio, molto sottiJmeaie ,di-stinguendo poi fra ·vera e< resisLenza >) e «:passività discipli.natà ». Ciò che si doveva raccomandare -=-- egli. sembra clir·e - è ln ·<(pas-sivilù. .c/isciplinata », e .npJla di più. . . Il g':la_.iò è-. pi~~olo guajo! -· che, colla sempJice « 1pass1v1tù ,çhsc1phnata ~>, le battaglie ·non si vin– cono; é_ g\ii Austriaci p·iombano a 1 ddosso a galoppo. Per.ciò i nostti soldati, 'rriiglioriJoici - anche per– chè Cap~n·eLtù a~re\ra qu~lche co_saip.segn_ato e p-èrclrè ora_ se11t1vano d1 battersi propr10 pro aris et focis - anz1chè rimanere « passivamente disciplinati » e bu~ -P> carlo ,preferirono faré. impeto, pestarle, e così. re– sis ~e.re sul sè.ruo. .In .qt~el :r,nornento essi esulavano dal << P aèse delle parole.», per attingere, · anzi per es- sae, il Paese dei fatti. 1 ..: • In ·sostanza, quel nostro povero di~corso, che Sil– rehbe stato --se mai le cose v-9lgeyano al peggi.o - l'_d'lp.~rel}'o ~p1:9~e1itor:e 1 ~_qttQ Cl1!- .~J §_ar,ebQe_'.fìer~r :rrnp.te n_f).1grn,tn la r:esppns'.ab1!11tà ·de[ P;-art11:9; ,pol ohe ite' .J,·o'i– smo dei 11os{h soldati - ùnimato anche, per qt1el poc,o che valgono+ dalle nostre: parole - disperse, -pel moment9, l.a tempesta minacciosa e lasciò filtrare un-ra·ggio .di s-ole, diventò il bastone con cui ur.i'orcla . ,clienergumeni ci legno di ·santa ragione. -E gli amici ebbero_ la « passivilà .disciplinata» di lasciilrc:i al-. quanto legnai·0. · · · Pol n0stro discor so? - Neanche pér sogno ! Per..– chè la-Camera 'vib.rò 'n-11\miso"no -- in un'·momenbo e ql~ un -argo mento nel quale l'unisono ~ra naturale .e pe-eessario -. ossia perchè il <;)_iscor-so semb.rava ' a-Veli'. r~1ggi,111m1tl-o i suo scop@; e :pe1:~ch.è, ~ii gitaFJ.tati~,l 1 1a derrata, ci toccò l'abbtaccio (oh! abbraccio inconsa– pevolmente. sotfo~atoré!) ,çl,i Leonida Bissolati",. eh~ sopragg·iunpe, a dire' il vero, q:uando. già l'oratore~ tace,, a. Una· « ·nota in calée » - e non nostra. Che .pe.ro ci guar'damm_o bene c~·alrespingere e dal 'tipu~· cliare -, per Ulléi' f ol'la ,di motivi, ~he q,falunque uomo, che non sià mi_pel'fetto batrace te no_11 lo è certo Zi- hol'di), sente _al pa11f di 1111Di.. · (;-}ix.i cloma.1\.cla .11wora -di. parlare .su èiò - :nel Paese rlelle par·ple?.L .. , · .' . .....,

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