Critica Sociale - XXVIII - n. 13 - 1-15 luglio 1918
CRITICASO.CIALE 1ol , . frena),'si cfa ,sè per la preocoup11-zione vivissima in tutti Hoi, e accentua't.i:si, se ce ne I fosse stato il bisogno, . dopo le parole del nostro Presidente e del Presidente del Consiglio: la preoccupazione che, nemmeno invo– lontaria1?3eqte,_ ui:ia. parola ·superflua o inadatta vada oltre le mtenz10m dell'oratore, oltre il dovère che egli ha d~ còmpiere in questo momento. _Dico dovere, per– chè 10 ho domanda,to di parlare proprio esclusivn– r.nçnt~ per rivei:i0icare, nei limtti dellC:mie, forze pe:rc sonah, la funz10ne del ];>aJl'lamento m un momento di ,tanta gravità. , Il Presidente del Consiglio ha detto cose non lievi, e le ha dette èon una passione contenuta, che· non h'a ,potuto ·nop .colpire voi• come ha colpito me .. Ma io mi domando se ·un Parlamento può· in quest'ora ubbidire ad un consiglio di prudenza e di riserbo assoluto, che d&,ventaun consiglio. di silenzio assoluto. Mi domando se il Parlamento non possa, e non debba anzi, subito, appena siede,. rivolgere al Govern@ nella sua· qÙalità di leader clella maggioranza, una ptima domanda: Era proprio cosi che l'ordine dei lavori di quest'Assemblea, doveva _es.sere predisposto? <;ontro I' " accademia " parlamentare.,. I , Io so benissimo 'che la domanda' non deve essere rivolta soltanto al Governo. L'ordine dei lavori del– l'Assemblea dipende anche dall'Assembleà; ma sareb– be un disconoscere una realtà, oltrechè una necessità politica ed in certo senso giuridica, sarebbe discono- . scer.e questa realtà non domandarne conto prima di tutto ;:i.IGoverno. Se non ,ufficialmente, se non formai- . mente, il Governo è sostanzialmente il disciplinatore dei lavori di questa Assemblea. ' · E allora dica il Governo se 'proprio la ripresa della attività del Parlamento italiano dovev~ avvenire, in questo. momento, avendosi, come primo numero del- 1 'ordine del giorno, la discussione sulle armi e nìuni- ' zioni, che pot.eva essere utile,· feconda, promettitrice di risultati solo se fatta subito quando la quest.i,one fu· sollevata. ·Allora la 'discussione avrebbe fatto concor– rere anche. il Parlamento alla correzione .di errori, ai quali il' Governo ha voluto pro·vvedere da solo con la crisi 'di cui ci ha dato notizia ,testè. Ma oggi non poteva, non doveva essere questo il ' primo numero dell'ordine del giorno, perchè l'argo– mento, è troppo al disotto della aspettazione degli ani– mi e delle necessità dell'ora. E a questo primo spunto di « cascami » deI!e armi e munizioni, ecco sèguire, nei lavori del! 'Assemblea, quella· discussione- che rìon so se debba chiamarsi co– mizio od accademia, e che costituisce il -secondo nu– mero dei nostri lavori: la discussione dell'esercizio provvisorio. Non mi si fraintenda. So perfet.tamente che la discus– sionè sull'esercizio provvisorio è la più squi~itamente politica che si possa immaginare; ma qui dav:vero gli insegnamenti del ,ifrritto costituzionale debbcnio essere trascurati di ·fronte agli insegnamenti della pratica. Un .Parlamento che si raduna di rado, per brevi tor– nate, deve necessariamente sull'esercizio pr ovviso rio discutere de omnibus rebus et de quibusdam afi.is ; ne , deriva che la discussione sul! 'esercizio prov visori o è la più tipicamente adatta a sotiocare ed a sommergere le discussioni s.ulle direttive politiche essenziali, che debbono formare il primo, .se non l'unico, numero· del– l'ordine dei lavori di questa Assemblea, o.ggi. Ed io sento di aver diritto di muovere rimprovero fll Governo, 'nella sua qualità di leade,· dell~ maggio- 1'anza, parlamentare, pe·r non aver esso sentito la ne– cessità, che, in$ieme alla notizia ·schematica, e mi si consenta I'aggettivo, burocratica, della solt,1,zi?n~della crisi, si ofirisse ali 'Assemblea qualche cosa d1 più che non l'espressione di, sentimenti, sia p1ne, profonda– mente s~ntiti, cp,e oi ha ammannito testè !'on. Pr~st- clente del Consiglio. · , . · Proprio l'offensiva di Fra~d~, prop1:io _ilm-o~o C?me– si delinea l'intervento. americano, propno\ tutti gh al– tri fatti e 'fattori della politica estera non debbono oggi subito forJUare oggetto delle comuµicazi_oni del G?ve1;– no in modo da pe11me.tterealla Camera d1 pronunziarsi, ca! offiendo à ciascun@ di noi l'occasione :4i provv13- f,1)eve al ,1h-imo dei prop,ri èloveri, 1 di parteci;pare cioè, ·suggerendo e cr~ticando secondo i t'emperamenti indi-· vidual.i ~ le sing0le direttive politiche, alla discussione del modo con cui la vita politica del ·nostro Paese in quest'ora debba essere guidata? So bene che il Governo risponderà assai facilmente a questi rilievi con tutte ~ ragioni di opportunità e di consuetudine che si intuiscono e che mi posso rispar– miare di enumerare. Ma nemmeno questi argomenti varranno contro l'invito che io insi.5to ad indirizzare al Govèrno. Voi dovete oggi offrire il modo, al P,arla– mento della Nazione in guerra, di discutere n fondo preliminarmente, quasi direi esclusivamente, i fonda– mentali argomenti relativi ali 'attuale condotta della guerra e alle vie e ai mezzi con cui la fine della guerra deve essere preparata. . 1 Nè. si dica che l'argomento è da evitarsi per tutti i pericoli ehe esso contiene, perchè la conclusione di unn simile afferro.azione sarebbe, che nessun argomento potrebbe trattarsi, ,da nessuno, in nessun luogo, finchè dura la guerra; perchè, se il~primo consesso del Paese dovesse inibirsi sistematicamente la discussione di questi problemi solo per la 1 difficoltà del trattarli, ben dovrebbe questo consesso dichiararsi incapace di esples tare-il proprio mandat,o. E, tacendo il Parlamento, ogni altra voce do-vrebbe tacere a· più forte ragione. · Volgete gli occhi della rpente oltre i confini e mi ri– sparmier,ete mo!te parole ! Volgete gli occhi al Parla– mento fl'.ancese. Signori, la situazione in Francia è ben più altamente tragica di quello che sia in Italia. I fatti odierni, se possono concorrere a decidere le sorti di ambedue i Paesi, calcano, pesano più dura– mente, e fanno sentire più profondo il dolore e l'an– goscia nel Paese di Francia, che non da noi.· Ebbene, .nonostante q uesto, n onostante che le sorti possano sembrare punto lie.te, il Parlamento francese non ha rinunziato al di ritto d i discutere. La discus– sione è stata appassi,onata, violentl! - i timorosi di– cono: eccessiva, ma non lo dirò io - ma il Parlamento francese ha discusso ·non su temi generali, non su que– stioni diplomatiche, ma sul diritto di muovere critiche a'lla stessa condotta delle armate. in guerra. Ne ha di– scusso, come p·oteva, rimettendosi alle decisioni degli organi che ivi esistono e che qui mancano (e che è tempo di creare), ma ne ha discusso con affermazioni, che, per essere venute dalla bocca di· quel Presidente del Consiglio_, non sono state, per questo meno ~splicite e meno gravi. La primavera 1917 e il momento present~. E allora perchè noi, o signori, non metteremmo co– me primo argomento all'ordine del giorno una discus– sion~ analoga? Perchè" non potrò io sperare di tra– scinare colleghi di altri banchi in questa che deve es– sere la fondamentale discussione di questa ripresa .dei lavori parlamentari? Tanto p iù che, o io m'inganno · (ed è molto possibile, perc.hè l'argomento è difficile, le .notizie sono scarse, e specialm ente da gente di questa parte diffìciltnente acquisibili), o la situazione interna– zionale si delinea per il prossimo futuro con caratteri, che la rendono sensibilmente uguale a quella, che ab– biamo superato poco più di un an'no fa. Ond'è che vien fatto di. chiederci se questo riapparire di una situa– zione quasi eguale, che consenta di far tesoro di espe– rienze recenti, sul modo infelice con cui l'altra fu su– perata, non aumenti'.il dovere di trattare questo argo– mento, mentre poi diminuis'ce le diffiçoltà della discus- sione stessa. . Diceva l'on. Sonnino in un discorso del 23 febbraio cli quest'anno, che, la crisi, a cui si affacciava allora l'Intesa (e che è -poi quella che l'Intesa a,ttraversa ora), derivava dal trovarsi « nella fase intermedia tra il subitaneo crollo di ogni resistenza russa àlla fron– tiera· occidentale e il momento in cui l'America potrà esplicare tutta intera la formidabile efficien_zadel suo intervento ii.' Questa affermazione, che è vera oggi, co– me era vera allora, autorizza il raffronto, il parallelo cui accennavo e che non può non colpire e che, per lo meno, ha colpito me, onde sento la necessità di esporlo. · Verso la primavera del 1917 era scoppiata la rivolu– zione russa, che allora parve - Jo ricorderete ---=- es– sere stata fatta per intensificare la guerra: onde in- , .
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