Critica Sociale - XXVIII - n. 13 - 1-15 luglio 1918

C_RITICA SOCIALE 155 sioni pennane_nti di contr9l10 ohe re1idano possibile e sicuro l'esercizio del supremo dovere di un Parla– .mento: CQ.ntrollare, sorvegliare, guida\·e il Governo (1). E con questo, -o signori, ·senza nessuna perorazione che l'ora non consente, e. che l'argomento esclude, io non ho che ..da pregare il Governo di rinunziare, nel rispondere, a ogni abilità, anche alla più lecita. - P_0ichè, se il capo del Géverno si mette_ a fare sfog- - _ gi0 di abilità. (e, ripeto, di ~ueNa in senso buono) io rinJ.mzio a difendermi, mi dò per Yinto. Il Governo rinunzii invece ad ogni abili~ polemica; senta il dovere e la necessità di risponqere precisa: mente e èategoricaJUente alle domande che ho fatte per. avere schiarimenti sulle dir~ttive della politica estera e di guerra. E non taccia il _suo pensiero sùlla riforma regolamentare p'reamtunziata. · -.. · Ed anche alla Camera io dom~ndo èhe vog-lia sentire la necessità di discutere subito, senz-a l'ingombro di tutti gli altri argòmenti che riguardano resercizio 9rovvisorio, concentrando la propri~ attenzione, il pro– prio '1'.0lere,'la prop_ria passi9ne, e· CQSÌil volere, l'at– tenzione ~- la passione del pubblico d'Italia, sul pro– blema fondamentale: come sia stata condotta la guer– ra, CQme si debba adoprarsi a preparare là pacè · (Ap- . pro_L•azioni e applausi a_ll'Estre.ma Sinistra). . ' Con molla gat'bal-ezza, co·me· è noto, il Presidei1te .del Consiglio declinò l'tn-( 1 ilo del collega Modigliani, .avverlerido come, anche _sulle più semplici <( Comu– nicazioni del GoYerno », . alt.ra volta la· discussione .avesse dilagalo, tale quale com e in tema cli esercizio pro.vvisorio; ciò attiene al costume del -nostro Pal'– lamento, su cui il Governo non deve recare giudizi. Per gli ai'gomenti precisi cli politica estera, sog– gi·ùns':é, che _avre~be _risposto il Ministro .c?mpetent,r - che, beninteso, s1 guardò b-ene da aprir bocca ; e. quanto alle Commissioni (li controllo, ne rinyiò la discussione a qu_anclo fosse .presentata la relativa proposta: Dopo <li c~1e la.. c:a~m:a ~ons~ntì ·c1i pas– sare a discutere clell ese~è1z10 provv1sono. Comè le noli:z:i.edell'orfensiva austriaca, che richia– mava il Governo al più stretto raccoglimento, ab– .biano poi improvvisamente interrotta questa cliscus– -~ione, è r-icordato ,dai lettori. II. Netl'urtima seduta (Tornata dj domenica 16 giugno). La dichiarazione Turati pel Gruppo socialista. PRESIDENTE.. - Segue l'or(Jine del giorno del– i'on. TuFali. « La Camera,,,; · -· non ravvi~aado nella "'politica :passata e ·presente .e negli avyenimenti_ della po{itica f!ttura alcu_n segno che il Governo voglia € sappw cogliere e coltware po– .sitive eventualità di convenienti trattative di pace ,iè preparare pel dopo-gue~·,·a audaci. e _doverose innova– zioni politiche, econom(cjze e sociali; . non approva la pol1t1ca del Governo». . . : Domando se quest'ordine del giorno sia appoggiato. {È appoggiato) . ... Essendo appoggiato, !'on. Turati ha facoltà di svoL- ;gerlo. .,, TURATI. - Signori! L'pr_dine dtil giorno, c.~e avevo, -presentato ~er ~ssicur~re anc_he ~ me,_ pel m1? ~Fup- -po; dritto d1 parola,-r1evoca m smtes1 le rag1?m 3:n- tiche é 'le nuove,_ -per le quali non potremo, .1101socia– .:iisti, oggi, eome ieri, vota~~--!30n l,a :n_:iag~1oranz!1 l_a fiducia al· G0vern.o e 1'eserc1z10 prov".1so.r10_.Non la · potremo ~otare neanche se, come ne cotr~ la voce ~ (1.) Della Jl:-ropostada~emo iL.te,11topreois_o nel prossi619 fasoicolo. '. · . · · . ('I,a e,. 8,). •· . I (anticipo questo accenno per esimermi da lurn even– tuale dièhiarazione di voto frft poco), questo"concetto di fiducia venisse. conglobato e reso implicito in altra forrn.i.f.la . ' · . , Si. dice che i-I Governo domand·erà che la Cam.era si_affermi sopra un ordine .del giorno, nel quale ver– rebbe proclamata principalmente la solidarietà di nòi tutti - solidarietà che sarebbe puerile -supporre che· qualcuno di noi potes~e lesinarè o negarè - con I 'eser– cito che combatte in questo momento per la é:lifesa del Paese. Noi ci sentiamo tutti rappresentanti in ugual mì– sura della nazione in armi;· se fossero possibili, in quest'ora, meschin_e competizioni, potremmo aggiun– gere di sentil'ci noi, anche più· cli altFi, i rappresen– tanti cli .questo popolo che oggi soffre,. combatte e.· muore! (Approvazioni). ' Ma noi siamo un'assemblea politica, ed è necessa– rio che il. voto sia politico,· ossia esprima l'adesione . o-la opposizione ad un indirizzo di G0verno. Una ma~ nifestazione di unità puramente sentimentale e coreo-· grafica l,arebbe fondata su l'equivoco, ttn equivoco, poi, che non ingannerebbe nessuno, ma non giove– rebbe al presente e nuocerebbe ali 'avvenire. Non è nè onesto· nè urne che alcun di, noi dissimuli l'intimo suo pensie ro intorno al le grandi visioni pol-i- tiche · e sociali che differenzio.no i _partiti. . . · Domandate a no i, come noi d omanderemmo a voi, solo q-uello che sinceramente, onestamente vi pos– siamo dare, ciò che d'altronde è l'essenziale in questo momento, e l'avr~te. Non si speculi, nè da noi nè da voi,. sull'eccezionalità del momento; non facciamo a ricattarci a vicenda ! Se altra, dunque, fosse l'ora, l'ordine del gionw da me presentato mi darebbe facile appiglio a rispon– dere, di .passata, a quei .colleghi, che più particolar– mente si occuparono di noi, e del nostro atteggia– mento, e così, per esempio, a saggiare le iride.scenti e versatili, se non forse altrettanto salde, nuove co– struzioni i·deologi~he di Arturo Labriola, .e i rpolte– plici adescamenti contenuti nel suo discorso, come pure - ~ ribattere le rampogne, intessute ai equivoci, di personalismi e di verbalismi, che non penetrano oltre la scorza delle cose, di Napoleone Colajanni. E forse non sareobe stata inutile; in ,aU·ro momento, que- . sta analisi pacata, agli effetti della sinèerità, della consapevolezza reciproca, della ·piena ed aperta re– sponsabilità di ciascuno e di tutti. Signori, altri già l'ha detto, nQn è questa J 'oya delle discussioni teoretiche, delle· reèriminazioni - e delle .. polemiche. Dirò di più: dèHe molte e vane parole. Non è l'ora, e tutti lo avvertiamo ugualmente; e que– . sta eguale sensazione di'tutti dice più che qualun– que lungo discorso a __ proposito di ç.erti pr·etesi mono– .poli i di patriottismo e contro certì sofismi. Non è 'l'ora delle parole, mentre lassù si combatte, si re~ siste, si muore, per così- vasto e profondo arco dt confine italiano, e le nostre anime sono- tutte egual– mente protese nell'angoscia, nella speranza, nello scongjuro, ne!J'augurio (Applaiz~i). Quando 'parlano i fattj,- quand~ ·il sa~gue c~la a fiotti dalle vene aperte d1 una nazione, dl µna s_tirpe, quando tutte le responsabilità più formidabili si ad.: densano-su uomini, sù partiti, su classi, su istituzioni; quando, s~i. popoli ·e sui Govern_i, un ~ran « $"iudici<? di Di0 » sr mstaura, tanto qi.agg10:re dei nostri umam giudizi i che così spesso errano: signori, che- vi chia– maste il· Fascio, l'Unione, ·il Gruppo, il· Gruppetto, deputati e ministri, aspiranti e delusi, ritraetevi. Gron– dante di sangue e di -lacrime, onusta'di fato, si affacèia e passa la Storia! ' . _ Allorchè fa Morte batte l'ala lugubre Qiù rasente a-Ila nostra casa, pulsa al nostro usci@, si° asside al nostro desco d0mestico - ahimè, tutti lo abbiar:µo spe– rimentato! - improvvise rivelazioni si fanno. Affetti si ridestano che parevano sopiti: i-re si smorzanoi i gerghi. consuet:ii, la smorfia abituale del vo!to; sorr.i~o. compiacente o sogghi~no amaro, :3otto c~_1celammo, e invano credemmo d1 spegnere, 1 pudori e le pene inlerne dell''animo, tutto ciò si modifica (Vivissimi ap- pt-ausi). · . . · . Tutto ciò cl}e è convenzione, inaschera, difesa della . ' .,.

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