Critica Sociale - XXVIII - n. 13 - 1-15 luglio 1918
j, ' ,, '\ . . .154 CRITICASOCIALE li~1eadi condotta precisa, da parte del Giappone? Che ne è stato del contrasto che agitava il Parlamento·giap– ponese, in cui il Governo sembrava ~afferm~r~ di, dover assicurarsi ìl dominio in Cina, e l 'Oppos1z1one sem– brava rispondere che bisognava prima di tutto inter– venire in Manciuria? Che significato ha quel t~attato cino-giappoF1ese, che ,sembra co~s_egnare _la Crna ~l Giappone, che è seguito dalla not!zrn che _s1P!epa1:a 1\ . prossimo in\erv~nto ~imultan_eo _d1forze C)ne~1 e giap– ponesi in Siberia e m Manciuria~ Che_ s1gmficato ha la scomparsa di resistenze reaz1onar1e r~sse nella estrema Siberia, le quali sembr'an·o cedere 11.passo al sopravvenire dello straniero? Che balen~ laggrn? Quale contraccolp_o porte_rà l~ st?ltament_e 1~vocato· rnt~r– vento gi'apponese m _Siberia? Sclua~cierà e sogg10- gherà esso il_Governo r_usso, o lo ,spmgerà a cercar.e •1iuto al nemico che lo mvade dall altro capo del -te1- ~·itorio? E se resisterà il Governo russo, non si sta~ bilirà una' confluenza di interessi fra i due occupanti la Russia dai due estremi lembi? Non potrà egli av– venire che nel· lontano Oriente, in seguito all'inter– vento giapponese, si determini un11 confl~enza di in– teressi tra i nemici europei dell'Intesa e 1I lontano e sonnolento suo alleato: l'lmpe1;0 del Sol •Levante? E, se l'interv.ento giappo~~se, in queste_ circostanze, · assumesse carattere di dec1s10ne; se corrispondesse a verità quello che dfoono alcuni uomini ~li Stato giap– ponesi, che il Giappone _non è entrato m guer!a pe_r venire in aiuto alla suicida Europa, ma per r1vend1- care a sè il proprio posto nel mondo: onde es~·o per il suo intervento ha diritto a compensi e a largln com– pensi ; e se questi compensi il Giappone vo\ess~ pren~ derli in Manciuria e in Siberia: vorranno gh Stati Uniti assistere indifferenti a questa fase imprevista . della guerra mondiale? E se 13"1( Stati ~Jni~i vo:r:ra~~o , lanciarsi alla çiifesa dei propri mteres~1 mm3:cc1~ti 111. riuei luoghi: quale il contraccolpo sm campi d1 bat– taglia di Europa? 1 . , ... , ... Signori del Gov~rno, sono questi degl~ mterro1;5at1v1 che voi forse dissiperete con le vostre rISpost~, •rnter~ ·rogativi che rispondono p_erò alla preoc_cupmnone le– gittima ,di •uno cli'.e cerca d1 sapere la ve~1tà delle co_se. Ma la vostra risposta è appunto perciò necessar13:: perchè, sino a quando il dubbio resta, le grandi spe– ranze di vittoria, che l'Intesa ripone nello intervento• americano, sono soggette a, un interrogativo che rende legittimo il consiglio di non lasciare sfugg~re l'ora, che, se non è certo l'ultima favorevole, è fortemènte suggestiva per' non respingere a priori delle tratta- tive di pace. . È questa la domanda che io· volevo porre al Go– verno. Fld essa giustifica a sufficier\.za ili rimprovero per le mancate comunicazioni del Governo. Ed io potrei a questo pm1to sedermi se non. sentìssi il dovere di prevenire una obiezione. Ma a questa io vi: risponderò con un fatto. Non vi spaventate: non un f<lttaccio, ma un fatto_ parlamentare che mi ri- sparmierà mol(e parole. : · · cherò colla proposta di .un Comitato segreto. Io sono stato uno dei più accaniti fau tor-i de l Comitato seg1ieto, ma debbo confessare che, se ere.do che il Comitato se– greto abbia dato qualche bu on risu ltato (per lo meno per certe verità su gli avvenimenti militari italiani del- 1'ottobre· scc;,rso, che ancora sui giornali non si pos– sono dirt:i, ma che abbiamò sentito enunciare d~ ban– co del G.overno'), debbo anche riconos·cere che 1I Cor mittÙo' segre'to 11òn può essere un organo normale del– ! 'attività della Camera. L'attività della Camera. noFl soffre del ,male ài Utl giorno' o ,di alcuni giorni saltuarii, ma di un male c_rçmico. E il. Gov~rno potrà ~hfendersi dalle mie ~ri– t1che denunciando 'le cause eh questo malore cromco e osservando che il Parlamento si è condannato da sè, per tre anni e più, a non es'istere, a non viveL'e altro che di una vita simbolica: così che compare ogqi due mesi a fai~ finta di fare una discussione che realmente non si fa, e che si risolve i,n una ·serie di conferenze di deputati, a cui il 6-overno risponGle quando gli pare, :;;e gli pare e dicendo quello che gli pare. Ma il male indica esso stesso il rimedio: il Parla- mento deve voler avere ujla funzione continua•! E deve, nel contempo, predisporre alla pr0p,ria fur)zione quegli organi di cuj ora difetta e che· possono ~ervire - ol– tre che a rendere 1 'Qpera della Camera meglio prepa~ rata e più feconda - anche a mantenere un nesso di· continuità fra l_evarie riprese ·de]!a sua attività ple– naria . .A.lh.1do a quelle Commissioni' parlamental).i, che 'fu'rono già p_roposte da varie parti poli.tiche e che ri.on autorizzano certo le diffitlenze interventiste, sol che si pl:}nsi alla loro marca d'origine. Le Commissioni parlamentari permanenti sono una istituzione fran– cese . Le Commissioni permanenti costituiscono una deJ,Je - ,ragioni dell'efficacia della funzione del Parlamento francese. Esse sono così indispe1Jsabili alla vita utile dei Parlamenti, che nel febbraio ultimo fu presentata .- alla Camera inglese una 'proposta e fu fatta una d!i– scussione per la creazione, a1iche in fog-hHterra, di· una Commissiòne permaqen'té sugli affari esteri e di• guerra. ·E là la proposta potè anche esser trascuL'ata, perchè quel Parlamento hst la dolce abitudine <ilichi_a, mare pane il pane e vino il vino, anche se il parie sia un generale che ha sbagliato, anche se il 1 ~iJ10 sia il ministro che ·ha amministrato male. Senza dire che in 'Inghilterra cento altre 'ragioni concorJJono a ren– dere l'open( del Parlamento tai;ito meno imperfetta e tanto più fe'conda che da noi. Le ,Commissioni permanenti', composte da delegati dei G'ruppi, sono in· Franc·ia - e si voleva che fossero in I'nghilterra - un9 strumento appropriatissimo èli>_vi-. gJlanza ininterrotta sull'opera ,del Governo, di eon– tatto permanf}n,te fra il Gove1'.no e la Rapp,resentanza Nazional•e; onde questa t:rae non occasi@Fle di asse.I'" .. vimento, ma 'qi maggi@l',•rob.1,1stezza, tèmpestiviltà ed eJiìcacia dell'opera, proprfa: · ', , · . : · ' Io so quello che potranno dire le solite pavide· co: scienze: non discutiamo; i Tedeschi ci stanno a sen– l.i1·c. M.a, ahimè, i Tedeschi hanno_ per ·sentire stru_- · menti bene altrimenti potenti di ·quelli che basU).no per avere notizia ·delle discussioni padamentari ! Quindi non sarà certo il nostro silenz'io che: li renderà meno· edotti della nostra capacità· e for~re anche dei Le <;ommissioni-parlam_entari di controllo. Perchè le sedu-te francesi noi:i soho quella· scuoh\ di accaàemia in cui' si risolvono spesso ·le I'JrOStre? ' Perchè le questioni arrivano in discussione~ più ma– ture?,, Perchè le C.ommissioni pe'rrnaneF1ti -studiano e preparano il terreno, assai meglio' di quelLo che dlli noi non ·si faccia tol sistema inconcepibiile degli T!J.f. fici; -perchè, i11 occasione d'elle grandi discussioni po– litiche, sono già pai?sate al gran, vaglio delle Commis- nostri propositi. ' . Jo non ho, del resto,. que$ti timori. Io credo an~i. che si debba avere· fede nella virtù della veri•tà, detta senza sottintesi. La verità, come la luoe, del sole con- ' Lro i microbi, è il miglior farmaco contr(i) le d~mc,eµzè materiali .e morali. Tanto· più, 'in un Paese :come il' no,, 1 sti·èi, .ove le panzane trovan'o eosì facile credìto. Ma' io' nòn posso ignorare che altri 'la pensa dive1·samente; che vi è poi anché chi teme l'effetto dell"a ,nostra· di– scussione _per l'interno! Questo è anzi il grande ar,go– mento, tanto ripetuto dall 'ori. Sonnino tutte ~e' v@lte che si è cercato .di parlare alla Camera di pdlitica estera. . ; · Io non· p·osso dunque· ·ignorar·e queste p~eoocupa– zioni e le rèsistenze che ne d~rivano. l\fa non repli 7 sioni parlamentari le p,iccole notizie, i pice0li dettagli e.clogni minuzia, ·abbandonati durante il dibattito, che si fa alla Camera, o,ve dura un giorno o due a:I mas– simo, acquistando una· seriétà ed una profondità tipi- ~he! .e, o;so dire, acquistando' ver~ bellezza m@rà~ ~ e, poht1ca. · · · , Orbene•, per.chè que·sto da noi lil.onsi po,tr~bbe lì~r'e, perèhè non si ·potrebber@ isli:tl!IÌJ!e ·C0Ji111Ìnìssioni iPa1·I-a- mentm\i. cpmp0stl=l 'di ra:p'F)res'entant-i €1iretini 'dei1 G:i-wl!lipi' pa!I'lamentari? lo non n!5 ve<ilo1a ragi@ne,: E cpnctudo, .annun;ziando a'lla Ca·m,era.che il. Gruppo panlamentare socialista·, per superaJJe.e1~minandoli certi argpmenti di • .BibliotecaGino Bianco - • ' ., , ' ) 1 \ r I I • .\ •• • J' , ' 1 1 ·,coloro che non vedono-con simpatia il pieno esercizio dei diritti. di eontrollo del _Parlamento, pres~nt~rà, sé non questa sera, d,omani o do'man. l'altro, un progetto di riforma a:l regolamento, inteso a creare, c@n quelle n0rme, ··con que11i accorgimenti, con quelle mod alità ch'e la .Camera cre,d.erà .p,iù opportune, le C0n ,im.is ;
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