Critica Sociale - XXVIII - n. 12 - 16-30 giugno 1918

138 Cl\ITIGASOCIALE QUO VADJS? (Mire recondite e mire palesi) Il pu,bblicista, non di parte nostra, Giuseppe Bertolà, ci manda questa nota di sintesi degli ultimi obbiettivi della Germania, e dell'Inghilterra, che ci pare degna di considerazione:. Lasciando impregiudicato ogni e qualunque co·ncetto politico SlÙ divenire, più o meno razionale, delle folle, guardiamo ai fatti pre.senti. ~ . . Si è detto, ripetutamente, tanto che •molti sono rn– dotti a crederlo, che la· presente è la guerra delle na– zionalità. Basterebbe guardare com'essa si sta sviluppando per dedurne una conseguenza alquanto diversa. Per quanto si possa opporre che ciò dipende dal militarismo ger– manico, sta di fatto che va scomparendo la nazionalità russa per dar luogo ad una colonizzazione germanica dell'Oriente europeo. La Turchia agisce come satellite della politica tedesca che la sta assorbendo, e la for– maz\oné e trasformazione degli Stati Balcanici si coor– dina· sempre più alla colonizzazione tedesca. Che cosa uscirà, a parte il successo finale della guerra che non può radicalmente cambiare lo stato di fatto d'oggi, da questo nuovo aspetto della politica del Centro d'Europa? · Ecco, secondo il parere dei non estremis'ti, il vero problema d'oggi. L'Inghilterra ha, e mantiene, indubbiamente il do– minio dei mari, contro la Germania. La Germania sa che, ma.lgrado gli incontestati suc– cessi, per terra, è già battuta sul mare 1 senza com– battere. L'azione dei sottomarini non può avere solu,zion~ di continuità. È un danno grave, può anche diventare gravissimo per la navigazione, ma non può determinare una soluzione, n.è in terra nè in mare. . Che cosa può restare alla Germania,? La potenza continentale. Ora è appunto. da questo lato che si può guardare la futura politica inglese e nord-americana, che non ha nulla di comune con la sora voluta politica di assetto delle nazionalità, politica che si procla~a quotidianamente; ma che esula altrettanto quotidiana– mente dallo sviluppo della guerra. Quale può essere, data la posizione a ttuale de i _due. antagonisti più accentuati, la politica recondi.ta del- - l'Inghilterra? Quella di ridurre la Ger mania ad uri.a potenza puramente continentale. Quindi? Quindi lasciare, non potendolo impedire, che la Germania formi il suo immenso Impero del centro d'Europa, ma senza le vie d'acqua. ·Chiusa al sud dal Caspio e dal Mar Nero ed ,al nord dal Baltico e dal Mare del Nord, privata di tutte le colonie, ostacolata in tutti i modi nelle vie marittime commerciali, che ombra può dare all'Inghilterra, potenza eminentemente marit– tima e coloniale, ~l'espandersi, in Russia, della potenza tedesca? . Si è detto, fin dallo scoppiare della· guerra, che· questa sarebbe stata la guerra del marco contro la sterlina. Altri ha sintetizzato lo scopo germanie.o, non in un sogno-imperialistico tro_ppo arduo e •quasi fantastico :per imporsi _alle travolgenti idee proletarie d'oggi, ma m un tentativo di imporre con le armi i prodotti te– deschi alle colonie inglesi. Tutti questi scopi, se pure ·hanno balenato per- un istante fra i sogni del pangermanismo ad oltranza sono - andati sfumando con le vicende della gu.erra. ' RiD?-angonoperò fermi questi fatti: la conquista· delle colonie tedesche per parte dell'Inghilterra e del Giap– pone, l'annientamento di tutto il traffico commerciare g~rJ?~nico in tutti. i P?rt~ del mondo, l'espansione irre– sistibile della Germania m Russia e la incontrastabile supremazia dell'Inghilterra sul mare. Posto il fatto, ormai dimostrato, del non schiaccia– Il!-ento milita~istico 'tedes?o, quale altro grande disegno s~ può affa_cciare_ all'Ing~terra e ali' America per para– lizzar~ l'az10ne fu-tura di una Germania padrona del Centro d'Europa ? · Quello di chiuderla nella -grande zona europe_a n.ord: ovest, sud-est, ·senza _sb«;>cchi. . Siblioteca' Gino'~Bianco Ai tempi di Napoleone I già l'Inghilterra mirava ad uno scopo di imbottigliamento territoriale terrestre della minacciosa espansione napoleonica. Ma a Napoleone,. forma individuale di successo politico-militare che non ha più nulla di comune con lo sviluppo delle idee che accompagnano la guerra d'oggi, rimanevano due vie d'acqua: l'Egitto per le Indie e le Americhe. Oggi ad un immenso Impero germanico, anche se padrone di tutta la Russia 'fino ai confini asiatici, che. sfogo rimarrebbe per i suoi prodotti dell'industria, senza il mare? Rimarrebbe il soffocamento, la conge– stione pletorica._ Ed ecco perchè si può guardare, senza spavento al suo esparrdersi verso l'Oriente. L'imbotti– gliamentd si farà sempre più minaccioso, per essa, quanto più sarà portato oltre il limite della sua espan– sione di possesso terrestre. ;i.nRussia. E, quando si dovrà trattare sul serio di pace, al– l'Inghilterra, sempre padrona. del mare, la Germania dovrà c:ònced~re quello che nessuna preparazione ed ostinaz::.one d'armi le ha pòtuto salvare. GIUSEPPE BERTÒLA, Senza p,;etendere di approfondire il dibattito (chè , l'occasione nol' comporta), osserviamo che una. conferma delle vedute del nostro collaboratore straordinario po– trebbe alcuno trovare negli ardenti scongiuri del "Par– tito patriottico ,, e del suo eapo, l'ammiraglio Tirpliz, • che la guerra non cessi fino a che la Germania• non si sia assicurate le vie del ni.are. ' · _ Stranezza degli eventi! Il Belgio, che fu massacrato indegnamente dalla GermaIJJa nel principio della guerra semplicemente come un comodo passaggio. terrest,re per sboccare più rapidamente sul centro della Francia, e che poi, funto l'ufficio suo di v.:ittima, non pare-va · più in se stesso minacciato, tanto che pareva dover essere quando cli.e. sia restituito e restaurato con tutte 1~ scuse, ora in questa ultima (speriamo: ultima) fase di guerr~ torna ad essere diretto obbietto della' donquista · germanica, ~ome il punto più comodo di slancio sulle vie del mare per contrastare all'egemonia britannica. Ciò potrebbe significare che gli. urti di nazionalità; le rivendicazioni territoriali, l'indipendenza dei piccoli Stati,• ecc., formano, diremmo quasi, l'analisi E:lpisodica della guerra, la quale, all'ultima fase, sta per ricom– porsi, assorbita, nella sintesi ideativa - quale in verità.? - era stata sùbito intuita dai migliori osservatori - la lotta fondamentale, cioè, per l'imperiàle dominio dei mari.' · La C. S, LA' REGIONE Non sempre mi accàde, per ve.ro dire, che gli' autori, che vado leggendo o studiando, esercitino un 'influen– za, anche solo transitoria, -sul mio pensiero. A diffe– renza di moiti della mia, ... covata, io sono rimasto; • per - esempio,. fedele al .Carducci, nè le letture del - D'Annunzio mi hannq fatto diventaré, nemmeno 'hegli" anni della prima gioven~ù, quando il dannunzianesi– mo era la rosolìa di m0da, un dannùnziano., E se lo studio amoroso det Mazzini ini ha lasciato .... -attaccato un. po' - e forse· più che un po' - di- mazzinianismo, rinfo,rzanbe viat1eo morale, del l'est@, cli eu,i lil.OR m,i dolgo, ho lètto ·pareccliio Gioberti, ma non per_ questo sono diventato, nemmeno - transitoriamente, un gio· bertiano. Questo preambolo,. per fare una- confessione: lo stu• dio del pensiero politico di. Carlo· Cattaneo mi "Va fa• cendo divenire .... .{ederalista. Clie io- fossi.... predr· sposto a simpatizzar~ con l'intelletto di quell'insigne ·lombardo, i cui scri!ti sono. oggi cosl poco letti, n0n

RkJQdWJsaXNoZXIy