Critica Sociale - XXVIII - n. 10 - 16-31 maggio 1918

ri.ti.ca • oc1a·e . r 'RJVIST.R QUJN1JJOJN.HLE .J)EL StJCJ.llLISMéJ Nel Regno: Anno L. 1.0 - Semestre. L. 5 - All'Estero: Anno L, 1.1.,50 - Semestre L. -6,75 •01REZIONE°:Milano·:-Portici Galleria,23 - AMMINISTRAZIONE: Via 'Omenoni,4 - Mjlan~ . I Anno XXVIII- N. 1.0 Il Numero separato. Cent. 40 Il Milano,16-31 maggio1918- SOMMARIO Po I itica ed Attua I ità. Marx•e Vultima polemica di casa (CLAUDIO TREVES). Carlo Marx: Il pensier-o-azione (ARTURO· LABR,IOLA). Cat·lo·Marx: 5 maggio f81lf- 5 maggio 1918 (Prof .. U~o Gumo MONDOLFO). . . Marx "pangermanista" I (LuL e Nor). Carlo Marx nel suo primo Centenario (UN soc1AL;STA).· Cristo e Marx: J:'iote ed Appunti (VERY-WELL), Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. JJiagnosi onesta (R. LipFEBVR-E). fii _ritard~tari p.~rvicaci.... Sgno r,idotti ormai a poche diecine; ma appunto per_ciò potrebbero, dòvr_eb'bàoridursi a zero. . ~e difficoltà in yui si dibatte oggi la stampa di j)ropapanda sono tali e tante, che essi non vor– -ranno - lo speriamo ..:_· aggravar?e e. ci evite- 1·anno la spesa e il perditempo '.delle · riscossioni postali. . · stacchino un vaglia e .e~ lo 1nanaino senz'altro -ìndugio. È il loro dovere· ed· è insteme un atto di cortesia ài cui li ringraziamo. L' AM-MINISTRAZI ONE. IAHXE L'ULTIMA POLEMI CA D I CA.SA . ' •Non interroghiamo coi picchi del tavolino fatato lo spirito di Marx perchè ci dia il suo responso circa l'ultima polemica scoppiata nel seno del Par– :tito socialista; ma il fresco rivedere delle dottrine del .Maestro in cotesto procelloso CenLenario non può a meno di suggerirci ·qualche richiamo ·non dis– .Qtile alle presenti circostanze. Il succo del suo in– -segnamento è il contrario dello stare contente le umane genti al quia. Egli non ci ha pòrto un astratto· programma dii bontà e di dovere ,da realizzare. Anzi, ,egli ci ha insegnato a ridere delle !Yelleeffusioni d:e– ·mocratiche, delle leggi d_i « eterna giustizia». Egli ci ha ditrffistrato che l'idea, la coscienza e tutte le mirifiche astrazioni non fanno la storia; la società e l'io; ma l'io, la società e la storia sono fatti dagli svolgimenti dei rapporti economici, cbe si tr.atta di -conoscere e di' approfondire. Dottrina dinamica, se ·mai ne fu una, perch~ implica, in fondo, l°unicò e -sempre insoddisfatto dovere di conoscere le concli- 2ioni obbiettive in cui,- rispetto al rapporto di pro– duzione, si trovano 1e classi nella successione degli accadimenti, perchè è nelle forzé produt,tive svilup~ pantiRi nel seno della società che si formano le con- ino Bianco • dizioni rp.ateriali per superare l'antag·oµismo; è la trasformazione del1e basi economiche che rivoluzio– nerà la mostruosa soprastruttura della società. Per– ciò egli, prima che:·un profeta, un dittatore, un as– serfore di futuri regni di Utopia, fu· un critico, un analista che mi~e la gloria del suo apostolato nel dare fondo alla più ·meravigliosa documentazione del processo c~pitalisticb per· comunicarla al pro– letariato a m,itricarne la coscienza di classe. In un certo senso, il marx..ismo e l'inchiesta permanente suf funzionamento intrinseco della economia ed il Capitale, nel suo contenuto di osservazi:one, non è altro che la somma di ·tutte le inclilieste del Parla– mento inglese, · Chi avverte, chi respira Io spirito essenziale del metodo che dovrel;>be governare un partito che ·si richiami da Marx non può non rimanere sconcer– tato dal fatto che l'ultima polemica scoppiata nelle sue file_ abbia preso app,iglio dalla decisione del Gruppo parlamentare di essere r--appresentafo, me– diante uno scambio di voti CO!J. altri partiti, in quella Commissione di indagim.e sulla. politica di esporta– zione, che, determinata dallo scanda.Jo dei cascami, aiutando l'energia e l'intuito dei rappresentanti so– cialisti, può diventare il più munito osservatorio, aperto sulla economia borgh~se di guerr_a, così in– teressante per tanti rispetti ! Nulla -infatti si può immaginare di più antimarxistico per la· classe l~– voratrice che lasciarsi mettere alla porta. là dove era per essa un'occasione senza ritorno per istruirsi,'per documentarsi, proprio su quella midolla -dell'eco-: nomia di guerra che dà il vero· essere alla politica delle classi dirigenti in questo tempo. · La p·reven- · zio ne del metodo intransigente. diventa pregiudizio, se r iesce proprio àl polo opposto di quello che, per Ma rx 1 è la via al potere: il sapere. La formola etica « sap·ere è potere», essenzialmente proletaria, ha bandito, per la nostra ,mente e per la nostra batta– glia, la formala dell'etica borghese: v·olere è potere, così cara a tutti, i moralisti del- banditismo divora– profitti. E questa riflessione - il bisogno ed il do– vere di sapere - che ci ha spinto su queste co– lonne e nelle' assemblee del partito a sostenere' ripe– tutamenle la partecipazione dei socialisti a tutte le Commissioni parlamentari che hanno carattere in– formativo e di controllo; e l'indHferenza e . quasi l'ostilità incontrata ci ~ solo spie-gata aana incli– nazione tutta latina al culto della genialifa intuitiva, della scienza miracolosamente infusa e non. mai se– riamente acquistata, in cui si pavoneggia il faciJo– nismQ verboso e fanfarone di tutta la politica ita– liana. Nell'Indirizzo-. inaugurale del'l'Associazione inter– naz.ionale dei Lavorai.ori (1864), Marx richiamava, dalla invasione russa in Occidente e dalla fine della Polonia, « il dovere delle classi operaie di impa– dronirsi anch'esse dei misteri della politica interna– zionale, di vigilare i tiri .diplomatici dei loro Go– verni, di lavorare, all'occòrrenza, in controsenso ·di essi con ogni loro poi.ere, e, ove siano messe nella

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