Critica Sociale - XXVIII - n. 8 - 16-30 aprile 1918

'\ , J CllltICA SùC[ALE . · consolidare· -ccm :le, armi ad ori,ente e ~d ocddeEJte : la già quasi conquistata egemonia commerciale, ed offrendo alla tradizionale politica insulate e mondiale, per vitale necessità oppon~ntesi ad.-ogni egemonia continentale, la più nobile occasione al duello lungamente deprecato. Questo, principal– mente, ma non quest0 soltanto. Ch'è ad impin– guare lè co:r;renti nemiche concorsero altri ali– menti, sentimenti e risentimenti:· dall'una, parte la mal .sopita avversione contro, 1'Austria e gli irredentismi lasciati vivi e rigogliosi dalla sua costituzione e dalla sua trista politica; dall'altra - le non san.ate ferite del recente tr.attato di Buca– rest. Ed altro, ed altro ancora. Cosicchè questa 1 guerra, che non era scoppiata per un grido di · doloré di u~a nazion·alità minacciata - • • \ è divenuta anche una guerra per il · principio di nazionalità. Ed il .suo este_nilante tra– scinarsi, per gli sforzi sempre più gravi che costa, rende più difficile là pace, per la ~vidente irrìpos-' sibilità che tutti i c.ontendenti abbiano compensi adegua;ti ai sacrifici patiti. • I I presentasse agli azionisti un bilancio altrettanto rovinoso. quanto la --situazione, che le classi diri– genti presentalil.o ai popoli dopo 'il fatale luglio 1914, gLi azionisti,' gelosi dei loro interessi, spazzereb– bero via gli imp!udenti amministratori. Impru-· denti, più ancora che fraudolenti.Joichè, come già ho accennato q.ianzi; questa guerra non si può dire éoscientemente voluta, ma ·piuttosto in– consapevolmente provocata, dal capitalismo. Il capitalismo fa' meglio i suoi affari con la pace che con la guerra, anche se, con la duttilità cli.e· gli è propria - e quando pur non giunga ai cri– minosi estreml di trafficare con entrambe le parti in éo:nflitto ! ..,_ sappia adattarsi alla guerra, e spe• 01;1.laresu la -guerra. E, per poderosi. che siano gli interessi delle industrie; che vivono su la prepa– razio:ne della guerra, @! per mille vie, apertamente e nascostamente, influenti su la pubblica opinione e _su le istituzioni clegli Stati, io non so sottoscri- ,-v~re all ~opinio ~e., che mi pare troppo semplicista, dt quelli c.he dicono essere la c.onflagrazione mon– ·diale un prod otto diretto di cotesti interessi. La eziologia della guerra mi sembra assai, più com– plicata; ed H capitalismo internazionale, malgrado ta1i suoi tentacoli bellicosi, più agili e più ·rapaei degli altri suoi, :rp.ipare, nel suo immenso com– plesso, più interessato alla pace che non alla ·guerra. Ma, se. non proprio di dolo neUa produf zione del formidabil~evento, non v'ha dubbio che il capitali~mo è imputabile di colpa. Culpa in vi– gilando, direbbero i giuristi! Qhè son. pur sempre capitalistiche le classi dirigenti dei paesi in con– flitt~, e s~n 'desse le responsabili della politica deg-h stessi. Ora sono queste classi politiche, queste 1 , èosi dette élites, che, se pur non tutte volevano 1~ guerra, espressf3ro dal loro seno quella diplo– .tnazia imbelle che non la seppe prevenire, e quel ., .militarismo spavaldo, l'enfant- gdté, che, non con– trollato e non contenuto, s'impose alla politica e ruppe gli indugi, scatenando il conflitto; che tra- volge la pr~sente civiltà. · • , I La civiltà presente, che è' civiltà borghese, la quale n0n ba saputo ammazzare, il militarismo con una vigorosa politi-ca democratica, qua•U i maestri del secolò scorso, che pure non furono socialìsti, . alilspicarono, ma anzi se l'è cresciuto in ~eno, rav"- . vi_sando ·in esso il tutore dei propri traffici inter– nàzioiiali' ·e dei pròpri privilegi di classe, muore .uccisa dagli spaventosi trascorsi dt questo suo figliuol prodigo. Di fronte a, cosi rovinoso crollò, 'se la Chiesa multisecolare ed· il movimento socia- .. lt~AA adol~scente_ - qµella. no,n _più, questo non ancora avente irr mani Ie redini deHa società -:– non seppero deprecare il flagello, le l0ro cblpe non sono singolarmente attenuate? Nè mai_ il Parti''to socialista fu colpevole di cosi scaridàlosa iattanza da van-tar-si tanto forte da impedire una conflagrazione eu,rope~r bensi invece col denµrì– ciarne il pericol0, inerente allo stesso manteni– mento di una pace armata, sempre più· costosa– mente e terribimente ·armata, ne :roo.deva edotte, in ogni paes·e le classi. dirigenti. Era piuttosto la borghesi-a'- e non è questa la minore delle ironie che s'intreo_eiano all'orrenda tragedia - che fidava nell:orgahizzazione internazionale del Partito so– cialista per impedire quella,· che era la naturale. .. .conseguenza della propria politica; era la bor– g1).esia, che attendeva : salutem e x injmti,c is, · ecl. ora rende responsabile il Partito socialis.ta , non gJ.à di avere scatenato, ma almeno di non avere impedito la guerra l Moi:itruosa contraddizione, che non è nelle parole , ma nelle viscere delle cose. Filippo Turati espri:rp.eva una volta - ·se non ,erro, t'u' un non r emoto Prim o Maggio - questo e~cetto: che, se. un C.onsiglio.-d'amministrazione Il baratro, infatti, la inghiotte e la liquida. È il più spaventoso -fallirb.e'nto diplomatico, militare, sociale, c'he la 'storia registri. Falliment0 diplomatico, PE\l'Chèsi svela 'il cu– mulo di finzioni, sulle quali ·si reggeva llequili– brio (oh, quanto instabile!) 'di questa vecchia Europa : l'alleanza franco-russa, innaturale al– leanza fra una demoerazi'a e u'n despotismo, invano combàttuta dal lungimirante Jaurès, porta anche ad Occidente. l'incendio 'che, senz'essa, forse .po– teva liirp.itarsi ad Oriente: 1~ Triplice, che non aveva saputo sopire l'irre.dentismo con l'imporre all'Austria una politica sagace e liberaler crolla; il .programma di Mazzini,, deriso come utopistico, · seduce, ma troppo tardi, e, temo, senza costru,tto, . fin .le ·calcolatrici anime di quelli, che elogiavano la sapienza infinita del Libro verde, tutto basato su quella pohticà. dei compensi per l'Italia a spese dei Paesi balcanici, " come s'e quelle terre - diceva i~ <3:enove~e 1 fustiga~do, in altra epoca 1 una con– s1m1le pohttca - non_ avessero gli stessi diritti. · eh'? noi abbiamo»· FaJlimento militare, perchè la stessa potenz~, più minuziosamente preparata all'assalto, la Germania, insegue vanamente quella vittoria clamorosa e pronta, che le è sfuggita per sempre alla Marna. Fallimento diplomatico. e militare ·il!sieme, perchè l'Intesa ha commesso il grave errore di non valorizzare sufficientemente la vittoria della Marna, diffondendo la p~rsuasione che queno storico fiume segna ·la sconfitta del ,pangermanismo aggressore, e continuò a ripètere che, per vincere,· bisognava mutare la, carta oolla. guerra; e, -d'altra parté, quella stessa Germania, che sa condurre con c9sì mostruosa efflca~ia;- l~ Brbliotec-a Gino Bianco, . I I. .., . \ '

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