Critica Sociale - XXVII – n. 10 - 16-31 maggio 1917

/' I CRITICA SOCIALE 139 rano la nostra,mente come un· latnpo e ci fanno .consi– derare sotto una luce affatto nuova tutto il nostro unteri.orè cò.rredo gi nozi0ni, stupendo .Privilegio que~ sto aei grandissimi geni e dei sommi prenei del mondo intelléttuale.: ' Il metodo logic@-sperimentale in mani medio.cri dà ;-perciò spessQ frutti di cenere e tosco, in quanto le illazioni, pur. essendo'· formalmente corrette, ~estano terra terra e las.ciano il tempo ,che trovano, 'mentre il màteriale di fatti, pur essendo autentreo ed onesta: mente riportato, non cessa di essere- un materiale d.i seconda mano, tolto in imprestito, · fruttq dello zelo e.- della operosità· altrui, non a,ocresciuto per merito nostro nepp:ure df un minuto granello. Altra grave, anzi ,gravissima colpa del Pareto, è questa: 1 , Da tutta l'intonazione e dalla, stessa fo.Fma del suo j'avoro traspare chiaramente che l'Autore ha inteso ,ed ha creduto di fare un 'opera,,. che inizias,se, una no– ~ella era nel ,cb.rppo delle scienze' sociali. che battesse, per cos~ dire, il rec_ord attuale della verità. Assunto senza dubbio lodevole -e -non inopportuno per ,chi, còme il_ Pareto, viene, a torto o a ragione, ritenuto per un lumìnare della presente :repubbli,ca d~gli, studi. Se non ,che in ·siffatti casi l'usanza vuole, e credo ,anche giustamente, cfìe ~i combattano le tesi avversarie e avversate nella persona di coloro, .che in tal campo goddno il massimo credito. ' Così un atleta, che voglia essere' insignito· del ti– tolo di ,can:1pione· del mondo, eer,cherà logi,cament~ di misurarsi con quelli, c~e .finora godett~ro di si- · mile rinomanza. Ccisl, per_ non citare che un sol'o. fr'.3-· i tanti possibili esempi, agì •Emanuele Kant, allorchè, · volendo nella s,ua immortale « Critica della Ragio11e Purç, >> dare uri fiero ed irreparabile colpo ,aUa reli– gione (« decapitare Iddio )), scrisse· poi· il Carduoci), pole,mizzò quasi esdusivamente ,col \Yolff, nella cui filosofia. deriv,a,ta -dal sommo Leibnftz, e che andava in quel torno di tempo (1872) per la maggior~,- la scienza divina, la teologia, trovavà la sua formula– zione ed estrinsecazione, scientifi.camente più evo– luta e logicamente più irr~prensibile. ', ., OFa, peF tornare al easo n0stro, siccome non è un grande · mistero, ,che ciò éhe il Pareto designa -co,} nome di « Sociologia generale >> e .ohe, come ·ogni ,cosa d-i questo mondo, può anche chiamarsi differen– temente, appicoi,candovi, come direbbe il Pareto, un altro· cartellino {per ·es·. Filosofia della Storia, Filo– sofia dello Sp1rito, « S~ienza· Nuova» .e così via), è stato già, trattato egregiamente, a giudi.care almeno èlalla gr.andezza della loro fama, da altri autori, fra i quali ,ci_piace citare il Vico e- lo Hegel, parrebbe, pi,co, ,che il Pareto, per dimostrare a chiarissime note tutta la -novità e superiorità delle sue scoperte e ve~ dute in materia,· avesse 'dovuto .affrettarsi a 'scagliare , i suoi c0lpi principalmente ,contro tali, autori suoi rivali, demolendone le fame ingiustame'nte usurpate, ed innalzàndo di altrettando sulle loro r0v1ne sè e la propria opera, Che fa invece il nost,po· uomo? Agendo come u~ atleta, il quale per guadagnarsi la fama <li uomo fortissimo attendesse al varco i ra– gazzi ·di scuola per dare foro io sgamb~tto, il Pareto si arma <li lancia e sèudo e parte in terribile guerra contro -Sant'Agostino, ~- B.einach ed altri siffatti co– lossi e ti,tani del pensiero scientifi.co. Questo sì che si ~hiama farè· un giHsto o~or~ alla « legge !)el · mi– nim0 ·mezzQ >>. Ma bravo, l'economista Pareto I ·Bibliotec?Gino Bi 1 anco Verainente, SI:) non- di Vi,co, intorno• al quale egli mianti~ni un sinlomaticissimo silenzio, di, Hegel il Pa- ', r.e.to/wlàrt.a. si ed, in un certo senso, ahimè, anche fin troppo. Ma ne parla. in modo come se egli volesse fornire da sè la prova provata di quanto egli per conto suo, non si septa pe'~ niente impegnato a se- '·guire quel tale metodo logico-sperimentale, che egH va in tutto il suo 'libro raccom~ndando con tanto ca– love agli altri. Infatti ··un tal~ metodo fa· obbligo anzitutto a chi intenda seguirlo di . n.on parlare mai di fatti e di cose, èhe s[ ignorano e ,cp.e si sa di ignorare. Ora che dobbiamo dire del ·Pareto, allor,chè egli, -!)hepure se la pre,nde così calda con.tro « le teorie, che trascendoho l'esperienza » - sono parole sue -. trincia,· coa un tono fermo e de,ciso da non ammet-' tere repJi.ca,. giudizi int~mati ,alla più estrema· e più spietata severità sopra un autore, H eg,el, il quale poi non è il primo venuto, '·pur ignorandone manifesta– T)'lente quasi tutte le opere? L'a<:.cusa non· è Jieve, ma è però facile a doq1mentarsi. Hegel è l'autore delle .seguenti ,opere, formanti nella raecolta completa un .total·e di cir,ca venti grossi vo– lumi: La ·Penom.enologia deUo Spir.ito (1867), la. Lo– gica (1812), · r Enciclopedia delle Scienze· filosofiche (1817), la Filosofia del Diritto' (1830). A que.sti quattro lavori, ,che sono libri 'nel senso giusto del termine, in quanto scritti, :dall'Autore ,direttamente peT le stnrnp~, ed anzi da lui medesimo ,corretti •e·licenziati, sono da aggiungere diversi suoi corsi universitari, editi sol~ dopo la si.la improvvisa ed immatura morte, a cura di ,amici e diseepoli, sulla tr.accia dei suoi appunti perso– nali e di q1,1ellidi aJ.cuni suoi scolari. Son,o: La Storia della Filosofia, la Filosofia della Storia, l'Estetica e in– fine la ,cosidetta Grande Enciclopedia, ossi.a 'l'Enciclo– pedia-libro, ~a lui medesimo spiegato ed illustrato a voce in un apposito corso universitario-. Tutto ciò senza contare molti suoi ,scritti. minori, parte editi, parte inediti, come gli interessantissimi Saggi giovanili sulla religioRe, sulla morale e sulla politica. Di tanto ben di Dio, (rutto di ben trentacinque anni 'di in– tenso ed indef~ss0 lavoro cerèbra.le (ed er.a: ,il oer– 'Vello. di un. genio), il P::i,reto non conpsce che una parte minima ed insigni,fi,cànte. Quanto clire la tradu– zione in fr:ancese, fra altro assai meno che bnona, fatta dal· Vera, della « Filosofia della Natura», ,costi– tuente. ,come ben sanno gli studiosi cli fìlosofi~, una specie di magro intermezzo fra la prima e l'u-ltim::i parte dell' « Enicidopeclia >i. ' Ora che di questa hegeliana « Filosofia della Na– tura, I> il Pareto dica ,corna, passi. Da uno che,. come il Pareto, è le mille miglia lontano dal conoscere, ma ché di,co? dal sospettar.e, il contenuto mi;rabile •e la portata profonda di quell'indimenticabile movimento di pensiero, l',idealism9 soggettivo, la ·rivoluzione più sottile e nel tempo stesso più radi,cale del sapere, che si inizia col ·colpo di fulmine della « Critica della Ra– gion Pura» e segue il suo corso trionfale attraverso S·èhelling e Fichte, per attingere il suo più alto ver– tice e la· sua definitiva ultimazione nel grandioso ed affascinante sistema di Hegel, sarebbe ,certo sover– chia cosa pretendere, che egli si renda conto del pe– culiare punto di vista della « Filosofia della Natura)), del tutto diverso da quello in uso nelle scienze fiskhe correnti, non fo~se altro perchè a queste. appunto essa r~vede le bucce e le eritica nelle -loro più intime fon– damenta. -- \

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