Critica Sociale - XXVI - n. 17 - 1-15 settembre 1916

.CRITICA SOCIALE 239 Questo « quadruplic.e sentiero »,, non un viaggio in Utopia, ma è, se-condo Webb, la strada che il sociali– smo realmente:ici invita a seguire. II mutamento che per questa via si è verificato, in un secoJ.o, nella so,ci,età,' può, egli pensa, essere rias_sunto in una irase: « a quella che ,può chiamarsi una concezione « atomi– stica » della società umana - il pùnto di vista del /aisser {aire, della benefi.ca « guerra privata » incon– &ciamente creatrice del migliore possibile &tato so– ciale - è stata so~tituita una concezione organica 11. Ma quale potrà essere l'influenza che su questa persistentEl, corrente di tendenze, che va dal 1840 al. 1914, eserciterà fa. guerra mondiale - si ehi,ede il Webb nella prefazione, che è de;ll'a,prile 1916? In quanto i mutamenti degli ultimi ,tre quarti dello scorso secolo rappresentano un'evoluzione dall'indi– vidualismo economko e politi,co ad una organizza– zione sempre ,più ,oollettivista della sociétà, il movi– mento, secondo Webb, ,continuerà certamente da un estrem.o .i,II'al~fo del mondo,e pro•babilmente con moto , sempre più accelerato. Anche puramente come mezzo di sicurezza nazionale, la ventura generazi,one -vèdrà un rapido incremento de!La proprietà e gestione col– lettiva, del controllo collettivo sulle industrie, d,eHa tassazione collettiva e dell'assistenza collettiva. « Dobbiamo però ,chiederci da chi sarà cimtrollata la organizzazione collettiva rapidamente ·crewenté, a qual fine tenderà la sua opera e a profitto di chi sarà fatta funzionare.... Cosa avverrà, sotto la pressione della guerra, dell'evoluzione ~he si è andata com; piendo nella stess,a- democrazia?». Non è possibile, -pensa Webb, prevedere gli effetti antidemocratici del· «militarismo» a cui la guerra e il pericolo della guerra spingerà tutte le nazioni. Molti dei provvedimenti essenziali adot¼J,ti durante la guerra verranno abrogati. Ma sfortunatamente al-cune delle sue influen:re rimarranno. « Sarebbe stolido ignorare il proposito manifestato in alcuni gruppi delle « cias~i dirigenti» - specialmente tra gli in– dustriali metallurgici e altri « capitani di industria» e tra ak.urii uomini politici tipo Junker· - di « farla finita» con quelle co&cienti « usurpazioni democra– tiohe » a danno del loro potere personale e delle loro ricchezze, che si effe.ttuarono per opera del Tradunio– nismo, della legge sui salari minimi, e della gr.adua– zi,one pr-0gres.siva de·lle imposte sul reddito e sul– l'eredità ». Per contrastare a ,coteste influenze « milit.a· r.is, be », che certamente te:nteranno di affermarsi, e per ,assi– curarsi che il rapido sviluppo de.Jlo Stato colletti– vista sia ,neI:lo stesso tempo l'affermarsi di un vero Stato _democratico, è necessario, osserva Webb, uno sviluppo egualmente rapiclo della s-tessa democrazia, tanto politioa, quanto «industrialen. Ciò che è ·vitale per una democrazia in uno Stato moderno densamente popoLato ed economioamente complicato è che il Go– verno non sia unico ed è quindi necessario resistere a) coneentramento e all'accentramento, a cui pr,o– pende il «militarismo-n, sviluppando il più possibile !-'autonomia dei servizi eentrali e d-ell'ammini&trazione locale, l'azione delle organizzazioni volontarie, come le 'cooperative, il criticismo indipendente aperto ed onesto, _«dall'inl,erno », della «tecnica» e de-1 rmecca– ni&mo statale e della burocrazia, funzione quest'ulti: ma da e&ercitarsi solo d,a organizzazioni volontarie, di cui offrono esempi tipici, non le sole Trade Unions, ma anci)e altri organis'mi di funzionari e <li tecnici. ·oteca Gino Bianco La i.otta: decisiva tr~ clas si e m.assé, èi può 'esser sopra più •presto .di quJl:nlo n.on ci si imui.agini. Webb non crede che la prima min.aooia .alla democrazia ·possa in Inghilterra manifestarsi in un tentati'v0 di– retto <li utilizzare la gue-rra a fini di reazione pvlilk.a. Pens,a- però che subito dopo la -guena, per effello delle gravi con&eguen:re economiche, potranno ~cate– narsi gravi lotte indu&tri-ali, ,n-ell-equali, se non si sarà .provveduto in tempo oon vaste misure di rico– struzione social~, I.a ,classe lavoratrice dovrà· lottare in oorn:lizioni di grave inferiorità. Nello stesso tempo, p•er far fr-0nte alle -spese della guerra, anzi-chè ricor• r~re ad un forte aumento ·dell'imposta sul reddito, si tenterà for&e di scaricare I.a:maggio-r par-te d-èl costo suUe- spalle di milioni di ,consumatori, a.-mezz,o-di im-· poste sui consumi e fors'anche sui sai.ari. « A q-uesti tentativi le· Cooperative e le·Trade Unions, ed è a &pe– r.arsi .anche _ilmovimento operaio politico, opporranno un.a, tena,oe resistenza. Tr.a questi oonfl,i,tti socialii e industriali pare· vi s,ia· s-carsa probabilità di• un'e-vofu– zi_onedella democrazia politica, che vada di pari pa<;so col rapido crescere del coHe-ttivismo. E.ppure, tale evo- ·1uzione è imperiosamente necessari.a JJ. Se si chiede· cosa potrà avvenire durante il nostro secoJ.o, in mezzo ,a tutte qu•este influenze -perturba– trici, della libertà dell'individuo, La rispostà, conclude Webb, deve -essere ohe essa dipenderà essenzialmen_te da questa evoluzione de.li.a democrazia'. Siamo eerti d-i avere il ,c,ollettivi•smo. Nell',o:rganizzazi-one sociale e industri.al- e compl,essa di un grande Stato ·a popola-· zio-ne densa, il contare so-ltanto sul voto e sull'inden– nità .ai deputati ,non è però una garanzia suffi-ciente di libertà. Fino -al 1914, .Ja democrazia si è andata ev-olvendo nella democrazia sodale, in misura abpa– stanza rapida ,per accres,c,ere I.a libertà individuale.' Se per libertà personale intendiamo, osserva Webb, I-a -Opportunità pratica che abbiamo di esercitare le nostre fa-eoltà e soddisfare .ai nostri desid-eri,- i set– tantacinqùe .anni dal 1840 al 1914 fan,no testimonianza. di un progresso compJ.essivo- dell.1 libertà popolare, pr-0babilmente senza pre6edenti. Ed è a tale continua estensione di questo collettivismo sotto controllo de– mocrati-co che' "dobbiamo- guardar-e per un ulteriore aumento di libertà. « Gli atta-echi di cui ora è sfortunatamente oggetto I.a democr.a-zia sono inspir.a,ti dal deside-rio di limi– tare e possibilmente di abo-lire parte di quella li– bertà che fu asf;i-cur,i}tap,er que-sta via .al_l-a vita del comun popolo-, in -mod-o ,che non vengano ulterior– mente intaccati la richezz.a e il dominio dei landlords · e dei capitalisti. Noi saremo meglio preparati a fron– te,ggiare questi attacchi' se riconosooremo in qual modo l'-org.anizzazion-e de-lla so,cietà sia sta-ta in fatto modifi.cata durante le• ultime due o tr,e gener,azioni ». F. PAGLIARI. CARLO KAUTSKY \ IL PROGRAMMA SOCIALISTA · Principi fondamen~li del Socialismo Seconda edizione italiana con correzioni, aggiunte e un nuovo proemio dell'Autore. Lire 3 Inviare ordinazioni, accompagnate dall'importo, .alla Libreria Editrice Avanti!, 'via S. Damiano, 16, Milano.

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