Critica Sociale - XXVI - n. 17 - 1-15 settembre 1916

CRITÌCA SOCIALE ora meglio organizz,ak1,,d•ell'lhghilterr.::1-per la-concor– r-enza sui mEm.'atimondiali; -e che una p,o.Jiticadi effet– tiva a.ssistènza del .Gov,er,no all'industria brita1rnioo esige unai ,e,ooperazi,on:etra i d"iversi traffi.ci, che fin qui è m-1\noota.Ma la guerra, se· da un lato, acui-sce J.e gelosie indivi_dualistiche, dall'a,Jtro· f.avorisce· l'unione deUe forre commerciali. E, nel còmpito dell'organiz– zazion~ che .sta p•er esserd imposto (which is being . forced upon us), sono convinto che questo, p,opolo, _malgrado tutto, gode di un ,enorme vantaggio . .sulla Germania: l'assenza- di quell'ostilità frai le clàssi so– ciali,. che è •p~r !,a &ermi.mia una de•bolezza; .. » (I), · ·Prescindiamo ora -da indagare se la vagheggiata coa,Jizi-0ne manl~rrà il ea,raÙere liberista ai r.appQrti commerdali ,o.se , ,come sembra-, gli adunati a Gla.scow tendessei-o sopratutto a: chiedere ai' Governo m'isure prçi,tettive more germanico-: -,certo è che la ,borghesia 'industriale inglese, come già la tedesca, ricono~ che, per aumentare lar pr.opria efficienza produtti-va,. ovviare ai danni delle crisi, riformar,e i pròprii mè– todi industri.ali, dev,e porre un freno alla co,n-0orrenza interna. Oggi :tale tendenza, comune ai due gruppi in ,cui si divide !;Europa, -sarà per comba-tter.si a vi– oenda: doi;noo-i la· stessa ne~ssità imporrà l'intesa tra i d\le •gruppi n:eH'iÌÌtere.sse premente e preminente dei ,consumatori. I quali poterono bensì, per un cerilo -:tempo, sperare •iJ ba.sso prezzo de'lle mer.ci -dalla oon– eorrenza fra produttori e fra commer'.cianti: ma,, dac– ehè tale coneorMnz.a: porta, colle eri-si, a:lla distru– zione deJ.le merci esuberanti, -o, per la conquista di nuov1, merooti, a una politica di armamenti e dkgue,rre cosi immens.amente co.stosa, i consumatori stess"i deb– bono· sentire· l'in'te,resse• a un sistema di pr-0duzi.one· ·più 1'.azi-0n.a.Jme1lte coo,rdinato, - ,a costo di sub'ire il danno dei ""'J)rezzi, di m-0nop-olio dei produttori co.aliz-· zati e de,JJè barri,ere .doganali. Il coo.rdinamento-, affer– matò e ,aittuato prima fra un gruppo di nazioni,.finirà pe11impor.si internazionalmente. ' La pr~prietà. Finirà per imporsi, perchè le. crisi periodi-che, oo,i loro ric~rsi sempre· più minaocio?i - come, p_revedeva il-Manifesto dei Comunisti~ e,, potremmo aggiungere oggi, colle formidabili confl.agr.azi-0ni cruente che li $-eguono - « mettono ·in f-0r-sel'esi-stenza della società borghese»; e perchè « Je f.orz:eproduttive, <li ,cui -la so-· cietà borghe.se dispone, non va.Jgono più a conserva-re i rapporti delLa soci-età borghese;· .al ,contrario, sono divenute troppo violenti. p:er questi r,~pporti -che le inceppano, e, quando •r-omp,ono le ,e.ate-ne·,scompi– gliano •tutta la società borghese e minac~ian-0, di morte la sua proprietà ». . Ed ecco che essa, ai due me2zi ·additati ,da Marx per super.are le orisi: di,struzione forzata di molte en,,er– gie, ,conquista di nuovi mer-cati e ,sfruttamento· più in– ·tenso degli antichi, .altri ne .aggiunge, quali il .coordi– namento delle· energie pr-0duttive-; il controHo sulla .Jil:ie,ra disponil:>i.Jità deJ.la proprietà priv.at.a,,' la con-' .oossione della pà,rtecipazione negli utili · al pr.oleta– ·riato, « a-I quale essa è eostre-tta a-fare appeno, a chi,e– .der.ne l'a·iuto, ,a trascinarlo nel moto po.Ji.tioo » nelle sue lotte « -contro le borghesie straniere». (Marx).. I Si è visto in questa crisi economi.ca sanguinosa ' '·:,~:. :.::: :,:::·:::.:~: ::'~:: Il li:d., 1916).Traduzione inirleae ~en,. edizione tedesc&- llltllil:Eiiro,Ìo,,. · · · · teca Gino Bianco anteceden;te, ,a eoor.dinare, a sp·r-0-Iiar-e, ad alimentare là produzione di materi.al- e bellko, a c-ontr,ollare la pr-oduzione privata in un.a 11!.isuraehe, solo due anni· or sono•, sarebbe. parsa i,nconc-epibile, accelerando in fatto il ritmo del lavo110e, I.a copia dei suoi pr,0do!ti. Ma, quando il, Governo inglese p11etese,sosp,endere a,1- ,cune delle garanzie conqui.state dalle, Trade-Unions neUe J.o,ro lotte s-ecol.ari, gli operai fui'ono pr,onti a rispondere: e che -cosa -esigerete in e-ambio dagli i·n– dustri.ali? .li lascerete godere i lauti sopraprofitti del · nostro lavoro rinforzato? - E lo• Stato limitò anche gli utili di guerra. Non è detto che. tale limitazione, .a,lme-noper dati gruppi di industri-e, non d•e·bba alla guerra soprav– viv-ere, In fondo, è -il principio che regge le Coopera– tive, c-he limitano il saggio d'interesse alcapitale azio– nari-o, parte de-gli utili restituendo· ai eompratori e parte devolv;endone alla_ ri_serva per lo sviluppo della .azienda. Prineipi,o però che, unito al -controHo• sui metodi di produzi-0ne,. si risolve in un atta,ooo al· di– ritto di propi:ietà 'sui capitale e sui frutti, limitante l 'arriochim:en.to individuale in pro della, oollettiviti.1. ' ' . Il salario. Ma il Premier inglese, .a,ooennando alla « unione d,elle.navioni per assi-cur.a11ea milioni di lavor11tori un'esistenza pii) libera e piena ll, tocia an~he ~I tel'Zo elemento: al salario op-eraio, Gli industriali di G !a– &cow chiedono autonomia e pr,otezione doganale: ·mu in pari -tempo è ·SUI tappe-to· in Inghilterra 'la questi-011,e di limitare, in d,ate• industrie, i p'rofitti e .farvi par- tecipare gli operai. · Già gli :esempi inglesi e fr.an ,cesi di partecipazione operaia agli 'utilil per quanto sporadi,ci e insphati a eriterii di mantropia, dimostrano I.a ·possibÙità dèlla cosa, e -come l'industri.aie possa trov.a·rvi il. prhprio torn:foonto, pur riducendo, in sostanza, ,quella parte di giornata di lavoro, nella qua-le l'opera-io' lav,ora non più per riprodurre le proprie sussistenze, ma uni– camente pel lucro de:I capita-lista o dell'imprenditore. Qui è implieita un'autocorre;zione· nel senso della ne– gazione dell'i11imitato dirittò del proprietario• sui frutti del l.avor-o-: ·n,eg.azione che diventa tanto più conclamata. quando la J.egife ,ra.lo Stato. E, del rest~, lo Stat<? ingJ,e,se non· ha già vulnè!lito il prinCipi.o affid,alido a speciali Commissi-oni, s-ull'eseinpio <leH"Au– &trolià, la d-e¼rminazionie dei s.alari'i per alcune indu- s-tr'ie a domi.cilio? · · Si aggiunge il principio pwclamato dai sÒciiilisti fabiani, e adottato d,a-gii .arbitri ati'stral'ian.i, p,er cui il ·sala,rio dev,e almeno commisurarsi ai reàli ·bisogni dellà vita 'di un,a, famiglia. S.e un imprenditore ,- -s·i'ritiene - non. è in grado di p.ag ,are tal,è !ì3.)ario, meglio è .ch:e ,chiuda' l'.opifi.e,io.Anche per gli ,operai . non· qualifì-cati v'-è un -salario minimo, J:egalmente e moralmente intangi-bile (I). Un .sa.Jari-0,non rispon– dente .a.Jle ore&centi' esigenze della vita, importando il- peggi,or.amento ·nsi-co :e intellettuale delle ma,sse, è dannos,o ,anche eoonomicamente. Il fattore etico si in- • tr,e,ccia coll'e,conomi:co, de-terminando un'attenuazione - se~ non pr-oprio J',e:Jimin .a-zio.ne , ,cofuec-prè:tenqe il P-residente degli° industriali cli GJ.asòow .,....:. ·cli ,« ciò .che fu -ch'iama;tolotta di classi». · · Lo Stato, •che durante J.a guer,ra, si fuse anche eco- ' . ' (1) W1LBON CoM~TOR: Le teorie del so,lo,rionell'arbitralo industriale. In American Economie Revi.w, vol. VI, N, 2 1 Boston.

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