Critica Sociale - anno XXVI - n.16 - 16-31 agosto 1916
' 222 CRITICASOCIALE plice intesa dei letteratoidi ebbri di « poesia guer– resca », dei partiti d'or-dine educati al culto dello « Stato - forz.a », degli affaristi accanitamente intenti alla novella arte magica ed alchimica della trasmu– tazione del sangue in oro, degli illusi e poveri di spirito di tutti i ceti;· è invece prezzo dell'opera porre nel dovuto rilievo il singolare fenomeno .con– comitante e par.allelo, per il quale noi vediamo quel Partito socialista, posto all'indice e bersaglio di og-ni i?s~lto a causa <;leisuo 'preteso contegl!o ((ant1patr10tt1co», raoc.oghere nel tempo, stesso 111 misura ognora crescente un largo suffragio di con– sensi, <li simpatie, di rispetto, non pure nei ceti più di!'ettamente e unilateralmente danneggiati dalla guerr.a, cioè nel proletariato urbano e camp.a– gnuolo, ma proprio nel campo medesimo di coloro, che maggiormente mostrano di essergli contrari. La cosa ha maggior importanza che a prima vista non paia. Infatti nell'evento non lieto di questa guerra, il proletariato come tale. ha dimostrato a luce me– ridiana di essere quello che in realtà esso è ed è sempre ,stato; cioè una vera e J?ropria nullità e passività ideologica ,e politica,. pu,ra massa nel senso più vero e più brutal,e della paro fa. Per il trionfo del Partito socialista o,· se meglio piace, delle sue idee e delle sue chrettiv,e e mire pratiche, l 'app.og– gio delle masse non è perciò ancora tutto. Anzi è poca cosa. Più pre,c1samente, questo· appoggio ap– pare bensì nec·essario, ma non suffici,ente. La vera prossima fortuna del Partito socialista, di questo enfant terrible dei ceti dominanti,. di questo angelo della luce - ·inso·rto contro l'avito paradiso della coltura, della potenz.a, della ric,chezz.a, e oontro il sommo· Sire, che quivi impera, il Capitale, e in lotta .accanita e perpetua contro gli altri angeli, arcangeli, troni e dominazioni che, scrivendo, traf- · fkando, votando in Parlamento, inneggiano aUa gloria di quel loro Signor-e Idqio - assai più che sopr.a il consenso muto ed imbelle del proletariato, si edifica sovra le profonde insanabili crepe, in cui fin d'ora appare rotto e scisso il famos.o• blocco delle forze nazionali e patriottiche, cioè, in ultima analisi, borghesi e capitaliste. S.e, infatti, è innegabile che, forse più che altro per un malaugurato caso ed infortunio storico, le tre correnti e potenze borghesi - stampa, diplo– ·mazia ed affarismo - confluiscono irresistibilmente v•erso una mdeSima mèta e -congiurano con triste e ferrea solidarietà .a mantenere viva ed alta l'or– rida fiamma di guerra; la loro stessa immanente eterogeneità. fa poi che,- più d'una volta, essi en..: trino fra di loro in aperto conflitto. Or, quànte volte, ciò accade, il Partito socialista, appunto per– chè recisamente-e notoriamente avverso a tutto in– tiero il tragico sistema costituito dal'unione di quei tre fattori, appare ad ·essi, pr•esi uno per uno e dissidenti· fra loro, come il più naturale, più pre: zioso e più stimabile alleato. Infatti, per quanto dal punto di vista del socia– lismo, oramai criticamente scaltrito ed internamente scosso ,e reso s.ve -glio dal conflitto fra la realtà e la S\la fede·, il culto idolatra degli attuali reggitori _di popoli per i vari ben noti assiomi e capisaldi della cosidetta ((politica ,estera», un vero nido di ana-cronismi e di assur~le contraddizioni, faccia ri– suonare alla mente, con singolare ed ironica ins'i– slènza, il celebre motto del Cancelliere di Svezia: Miraberis, {ili mi, quam pq,rva sapientia regitur mund,us!, pure, tutto consider.ato, la mentalità e il procedere pratico di questi politici si rivela per cosa infinitamente più seria, più dignitosa, più me– ritev.olEj! di _fiducia, _che non l'insoppor.tahile ,e slo– machyvole _vuoto ciealeccio, e l'iperbolica impron– titudine ..dei cosidetti <( intellet~uali »,· professori e gazzettièri, impastatori ed avvelenatori dell'opinione BibliotecaGino Bianco • pubblica, responsabili irresponsabili e veri e mag– giori untori della lue guerresca. Ora, fra i politici borghesi e i politici socialisti c'è questo di comune, che i loro pensieri e le loro azioni, pur nella loro profonda diversità, sono im– prontati fondamentalmente a un senso e a un cri– terio di responsabilità politi-ca e di preoccupazione per là salute pubbliea, che esula affatto dall'animo di coloro, i quali, già all'epoca della Riforma e della guerra dei _Trent'anni, in circostanze e per motivi non troppo dissimili, di-èevànsi e non a torto: ((miserabili scriba-echini». -Onde un.a c'erta segreta affinità e -concordanza di propositi, che da un momento all'altro potrebbe anche ,più vig-oro– samente affermarsi e dare luogo ad una vera e propria alleanz.a, se anche solo tr.ansitoria, diretta sovratutto a mettere una dig.a e 1m santissimo freno agli entusiasmi a freddo e ai voli lirici a un tanto la riga di tutti questi nuovi Omeri da strapazzo ·e da -conio, ognora intenti a versare nuovo olio Rei triste braciere de!Ia vanagloria aristocratica e della eterna stupidità popolare. . · Quando si pone mente al fatto, che l'alta finanza, e la grande industria reafazano, durante e mercè la guerra, benefizi più -che straordinari, e che, per diretta logi,ca conseg1,1enza, questa- inconsueta, ·im– prevista e per una parte mostruosa floridezz.a c:o– stituis.oe , oggi come- oggi, forse il maggiore, se · anche non unico intoppo· al prevalere di· più ragio– nevoli e più miti consigli nelle sf.ere uffi.ciali e nell',opinione pubblica degli Stati belligeranti, può sembrare abbastanza paradossale l'affermazione, che fra la borghesia capitalista e )1 nostro Partito possa esistere quakhe comune punto di contatto -e in– teresse politico. E pure è_ proprio cosl. Ciò che spaventa infatti nel momento .attuale l'alta borghe– sia capitalistica e le . fa a,llontanare. ,col de,siderio, e forse non col desid-erio soltanto, il momento delle trattative di pace, è senza dubbio, oltre la natu-. raie riluttanza a veder terminare ,così presto que– sta feliee fio.ritura di grassi e facili guadagni, an– che la legittima, voglio ·dire ben giustificata ap– prensione delle_difficoltà, che comporterà il ritorno d-ella vita economica dal· presente suo stato capo– volto allo stato no,rmale- Si pensi allll- !3norme e!;tensi:one; assoluta e 1·elativa, che oggigiorno ha preso l'industria cosidetta di guerra, aì giganteschi ··capitali circolanti e fissi in essa investiti,•alla bru~ sca -catastrofica immediatezza, -colla-quale-)a ces– sazione delle ostilità arresterebbe e paralizzerebbe tutto questo mon_do,ora brulicante e rigurgitante cli vita intensa e febbril-e. . Ma, se da -parte nostra, cioè nef campo· socialista, nessuno è tanto ingenuo da illudersi suUa en'or\:ne rabbiosa resistenza, non rifuggente eia alcun mezzo lecito ed illecito, che il capitale investito nell'indu– stria di guerra non mancherà di opporre ad ogni tentativo rivolto a far cessare Ia guerra e con essa il conseguente Paese di .Cuccagna, non è neppure credibile che,. anche nel eainpo opposto, alcµno. possa seriamente sognare un prolungarsi all'infi– nito <lei presente macello g,enerale dei ·popoli, Il -difficile e grave momento della paralisi dell'indu- stria di guerra può essere- allontanato, ma non eli– minato, così come un infermo può rimandare da un giorno all'altro una dolorosa operazione, ma ~ · non può illudersi di sfuggirle, Al lume di queste considerazioni si comprende agev-olmente, perchè ·gli alti circoli capitalistici, al– meno di -oert1::_ nazioni (dell'Austri~ pe~ esempio) non v,eclano d.1 troppo buon_ ooch10-gh · sforzi d1 sfaccendati gazzettieri e di certi innamorati ed esteti della politica, tendenti a trasformare la presente· fratellanza d'armi in una futura fratellanza econo– mica, ciò cn•e equivale, in lingua_ povera, ad aggra-
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