Critica Sociale - anno XXVI - n.16 - 16-31 agosto 1916

GlUtICA SOCIALE 221 • cienti dell'unità ed a p-0larizzare intorno ad essi tutto lo spirito della rinascenza. Enrico Heine riconosceva nel 1834 che la Germania, disgraziata– mente, non era stata mai -cosi «prussiana», -come dopo l'esperimento energi,co <li sprussianificazione del decennio riapoloonico! La fÙnesta illusione, intorno alla quale -ora deli– rano i tede-scofobi, fu già accarezzata contro la Fran- · eia dai pangermanisti. D&po la umili.ante pace del 1871, il signor -ccmsigliere aulico Hugues scriveva che : « per varii_decennii la Francia non avrebbe più ripreso· la, par-0la in Europa». E la Francia era stata • vinta, impoverita, dis-0rganizzata dalla sconfitta e dalla guerra· ,civile. Bismarck .aveva dovuto persino curare egli stesso la composizione di un Governo di « marionette autorizzate » per averne la firm.a valida al trattato di pace da lui dettato. , P-0chi anni <lopo, la Francia era in piedi, non solo restaurata nei presidii materiali della sua vita na– zionale, ma ,corr una ,coscienza più rigida e più lu– minosa della sua individualità e -con·una energia di volontà più formidabile -or1entata verso la stia rin– novazione. La sconfitta,- lo « schiacciament9 » era servito .soltanto a liberare il suo orp;anismo .da molte -cose malsane - che si assommavano hel Secondo Impero - e ad accelerare il ritmo della sua vi– talità. Se la predicazione dello schiacciamento della Ger– mania non serve a .... schiacciarla, serve invece -ot– timamente ai ·governanti tedeschi per moltiplicare e ringagliardire - -occorrendo sino alla disperazione - le resistenze del popolo tedesco. Sino a ieri vi erano, in Germania, molle persone, le quali si ricusavano di accettare la v,ersione uffi– ciale - cinicamente .ipocrita - della· guerra, ver- . sionc che tendeva a rappresentare ,l'iniziativa guer– resca della Germania èome un atto ne,cessario di ,preventiva difesa, -come una legittima e sollecita ·pa– rata -contro « il pericolo ,çosacco ». E, ·come e dove potè manifestarsi-, questo scetticismo proruppe, in Germani.a, ,contro la versione uffi-ciale, e la massa del popolo, dapprima sicura cli combattere per la difesa della sua esistenza nazionale, -cominciava a capire -cheJa guerra ,era, invece, la guerra ~lei Frei– sinnige e dei -conservatori, la guerra della -conquista e della sopraffazione pangermanica. - Ma il _cfelendaGermania, intonato da Londra e ri– petuto da Parigi e da Roma, salderà questa falla nella ted-esca Union Sacrée. Fra poco - forse cli già! - i predica.tori della « guerra. di difesa », in Germani:a, non avranno più bisogno- cli parlare e cli sci:iyere, di percuotere con la lanci.a del Nibelungo lo sèudo di Armjnio per conv,ocare il popolo tede– sco alla « guerra santa ». Il gridìo degli « schiac– ciatori>> della Germani.a. basterà da solo alta biso– gna: i propagandisti più éfficaci, gli alimentatori più generosi della cosci(;)nza nazionale germanica sa~ r,anno i germanofobi d'Inghilterra, di Francia e d'I– talia. I quali, coltivando la singolare illusione di depri– mere e di spezzare la resistenza tedesca con la paura della loro v-endetta, la ringagliardir anno per ciò stesso. Noi. cerchi.amo di evitare, di para.re, di re– spingere - prima di tutto - ,ciò che ci spaventa: il pani-ca sopravviene solo dal momento della rivela– zione della nostra impotenza. E il giorno, nel quale un popolo vinto, preso dal pan.ico, getta le armi, il vincitore si separa dalla sua volontà cli « ,distrug– gerlo». Gli « schiacciatori » delui Germania sono invitati ,a degnare di un istante di riflessione queste banali verità .... F. C1ccoTT1. Gino Bianco 11 prete5o i5o'lamento del Pa-rtito 5ociali5ta Il Partito socialista, e particolarmente la frazione di esso rimasta fedele alle peculiari sue tradizioni marxiste e, ai grandi principi democratici, rappre– senta oggi la parte del reietto dal consorzio poli– tico -o, quanto meno, dell'isolato. Così va affer– mando .almeno la variopinta s·chiera degli avversari e, da parte nostra, l'epitteto- viene raccolto e ripe– tuto non senza una punta cli acre -compiacimento. Ma dietr:o siffatto compia-cimento -celasi in realtà l'intuizione abbastanza precisa, che il .diavolo non è poi tanto brutto come altri lo dipinge o, in di– verse parole, ,che l'attuale martirio del socialismo è c·osa più.apparente che sostanziale, e si avvia con st1fficiente sollecitudine verso un ricco premio di corone e di palme. Cercherò qui, per quanto mi è possibile, dare una forma çoncreta, cioè esplicita , e ragionata, a q1,1-estanostra socialistica refratta– rietà ed intima sicurezza 'd'animo e fiduciosa: ·at– tesa dell'indomani. · Chi scrive ha già ripetutamente dimostrato•, e su queste stesse -colonne, come la presente guerra si sostanzii e si nutra di un triplice trionfare della letteratur:a sopra la politi-ca, <lella politi-ca-sopra la .economia, del profitto capitalistico sopra il reddito privato. L'estetismo fa-cilone dei letterati e gazzet– tieri, il ,culto fetieistico della « Ragion di Sfato», proprio dei professionali dell'alta politica, e sovra– tutto l'incredibile rigoglio apportato dalla guerra al saggio generale e medio dei profitti, manna ,ce– leste caduta più -0 meno in,aspettatarnente in grembo ai vari -ceti capitalisti-ci, ecco la vera e maggiore sacra unione, una e .trina, ecco l'indissolubile fa– scio delle forie nazionali, ecco il nodo gordiano in -cui si rassoda e minaccia di perpetuarsi all'in– finito l'attuale orrenda conflagrazione europea .. Il proletariato, che .non sa di letteratura nè cli politica, il proletariato, che non spe-cula e non lu– cra nè sopra le forniture, nè sopra il rincaro delle derrate e del denaro, nè sopra l'alterno giuoco- cléllc vi.etate-importazioni ed esportazioni, è naturalmente contro ui guerra o, per meglio dire, lo sarebbe, se possedesse una sua qualsiasi propria coscienzà e volontà politica e di classe, il che peraltro non è. Tale coscienza e tale volontà, cli cui il proletariato, il quale non per nulla è appunt.o proletariato, in così alto grado difetta, ritrovasi. invece in quegli clementi socialisti-ci, che, in mezzo all'infuriare del ttirbine guerres·co e allo scatenarsi ,delle ire e delle passioni più torbide, rimasero imperterriti raccolti intorno alla vecchia gloriosa insegna clemo·cratica e ,cosmopolita. Il nerbo di questa esigua schiera è costituito anco-ra una volta dai transfugi idealisti del ceto dominante, i quali, in questo quarto d'-0ra di storia del mondo, ,come già ai tempi della ·pri– ma Internazionale e nel susseguente periodo éroi-co dei singoli movimenti proletari nazionali, -coscien– temente tra-dis-cono·e calp-estano gli interessi speci– fici della pròpria classe a favore di un più alto e più fulgido ideale umano, e massimamente per la gran pietà che li prende del maggior numer-0, eter– namente cieco, pavido, ingannato ed oppresso, . taillable et corvéable à merci. Ora, mentre appare naturale, tanto naturale -che neppure è il caso di insistervi, che il Partito socia– lista, in questa sua lotta aspra e -coraggiosa non tanto contro lo svolgersi effettivo e materi.alé dell~ vicende guerresche, quanto contro le stesse basi ideologiche, da -èui essa guerra trae perennemente origine ed· alimento, abbia ,contro cl~ sè la qtiaclru-

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