Critica Sociale - anno XXVI - n.16 - 16-31 agosto 1916

CRITICA SOCIALE 219 pre elementi di contesa a tutti gli Im:peri.alismi. Al– lora si vedono accapigli.arsi tra di loro per la pre– pondera-nza, dato <:he.non si possono mai far coin– cidere appien-0, il confine linguistico, il confine geo– grafico,· ìl conwie strategico. Ognun contendente, per non lasciare mill,e <lei suoi dentro il confine · dell-0 Stato -vjcino,.è seinpr:e ilisposto a incorporare dello Stato vicino cento mila sudditi in se stesso. Per fare ciò, allora, non vanta più lo spirito di nazionalità, ma la dolc-ezza e la superiorità della propria coltura, i suoi ricordi storici, ·e infine, quan– do eiò non basta, i proprii int.éressi economici e militari, chè è sempre meglio ave.re la posizione dominante che non quella serviente. Non chiudiamo gli occhi volontariamente. Mentre l'armata del Cadorna entra trionfa1mente in Gorizia e già·, procedendo, respira• i venti più avanz.ati d.el. Carso, pregni di soffii del mare d'Istria, e l'Austria può, quandochessia, ehiedere· la pace, nulla può e&– s,ere più urgente che risolvere l'antagonismo- italo– slavo sull' Adriati,co.. La tesi ,cosidetla italiana - la Dalmazia tutta con le isole fino alla Varenta --+ ci, è éontestata, nonchè dai Serbi, da tutti, e le difese che oppongono i nostri sono troppo ìmpregnate dei vecchi motivi circa · la forza, la superiorità delle ,·azze, la tradizione di antiche signorie, come non fossero perenti i diritti delle signorie antiche e come se, argomentando da qudle, Guglielmo II non ci potrebbe ,chiedere Mii.ano per il nuovo Santo Im– pero! Tutto_ ciò costituisce certamente dei titoli, ma sono titoli fuori dell'ordine morale che la guerra pr,etende ristabilire o istituire tra le genti. Per noi, eh.e abbi.amo assistito ed assistiamo - angosciati - alla guerra éon l'animo volto al di là della mischia, jl termine di transazione tra eot~ti titoli di un ma– chiavellismo arcaico, rinverdito sotto specie impe– rialistica, e i titoli nuovi e veri a disporre dei ter– ritori d,eHegenti, è già da gran tempo trovato; e si chiama il plebiscito. Tra il metodo alemanno di Bismarck e quello italiano di Cavour,. noi, buoni internazionalisti, non esitiamo a dichiararci· per il metodo italiano. -Per noi la volontà manifesta dei popoli vale sempre più di ogni altro titolo - anehe se attinto alle carte demografiche dei Governi e alle loro sofisticate statistiche etnografiche. Il ple– b/scito jmpegna p~r le minora11;ze la pi_ù_J.atal\bertà eh ooscienza ·poht1ca, glott.olog1ca, relig10sa; impe– gna per tutta la cooperazione e per tutta .la libèrtà, i termini sacri, inseparabili della vita socialmente ed umanamente vissuta, contro tutti gli orgogli e le follie esclusiviste, persecutrici, --oppressive, cain,e. Ah! eoco il nostro dovere « democrati-co » in tanto· fallire di democrai,ie, in tanto trionfare di naziona– lismi: elaborare· gli elementi Bi quel saggio ed a.e- - corto umanesimo ehe, conservato, conserva la so– cietà, distrutto, la distrugge· alle radici. Ben fu pen– sato e detto ehe nulla ci è' estraneo nella -composi– zione finale della .tregenda in cui sembra disfarsi l'umanità; che ogni nostra influenza deve essere spie– gata per-chè la pace futura sia la meno iniqua e la più duratura possibile. E, in verità, solo i socia– listi, che si reclamano dal proletariato - la classe martire della guerra - hanno titoli e doveri per cac~ ciarsi .ancora tra gli sfrenati nazionalismi, ·a dire la parola più serena ed umana. Con tutte le nostre forze noi auspichiamo I.a-radunata internazionale dei socialisti -'-- rimàsti sul terreno del socialismo - ·perchè promulghino in faccia alla vecchia e f,eroce Europa l'elenco delle 11ivendicazion.isupreme della libertà e della giustizia, che, per sè, la Guerra e i Governi non atLing,er.annomai.... - CL{\UDIO TREVES. .Ai prossimi Numeri: Qe_r,maneslmoe Futurismo di :MAESTRO SIMONE e Socialisti armati di NUMERO, IL PERICOLOSO DELIRIO Quest'ora è fra le più gravi, le più buje çli quante ne .abbiamo vissute •e oltr.epassate dal fatal,e agosto 1914. Coloro, i qua.Ii si adoperano con disperata. te– na,cia .a contendere alle fo;,che projezioni di odio . della guerra I.embi dell'anima popolare, c1evonocon– statare in questi giorni, con profonda afflizi-one,l'ac– crescersi e l'inasprirsi deU~ foMnidabili difficoltà del · loro apostolato di chiaroveggen:ia e di oorenità. E devono altresì riconoscere che, .ancora una. volta, è la. gross-olana bestialità del militarismo tedesco che p.,·ovvede ad esasperare il furore degli odii .... L'assassinio - eh,e non fu neppure « un assassimo lega\.e », ali.a -stregua delle convenzioni internazio– nali -- del -capitano della marina mercantile inglese, Fryat.t; e sopratutto la deportazione di vecchi, di donne e di bambini di taluni Dipartimenti s.etten- · trionali della Francia, hanno ,conferito un sapore di attualità e un -contenuto documentario alla non nuo– va aceusa di « barbari,e >>, suggellata. -sulle gesta del militarismo tedesco. Contro il qqale, naturalmente, I.a proclamazione della guerra di es.teMninio.assume, · nella stampa della, Quaclru1-ìlice,il significato mistico di una cro,ciata in difesa delle ·ragioni ,elementari cieli.a-civiltà umana. Si possono avere ~ eomè li abbiamo noi - dei dubbii abbastanza grav.i sulla idoneità ideali?tìèa dei banditori della crociata -contro i·l militarismo tede– sco, e si può, tuttavia, augurarsi che esso - ma ... anche esso - procomb.a, schianfato e distrµtto p,er sempre. Siamo, poi, sincerissimamente entusiasti del nuo– vo obiettivo .assegnato dall'Inghilterra alla -riscossa dei suoi alleati: Io spod.estarhento e la punizione ·della famiglia Hohenzo.Jlern. Gugli~lmo internato fra una tribù di Cafri e conclann.ato·a m.accin.are il loro orzo· fra due grosse pi-etre; e· il Krònprinz relegato a giuocare con i soldatini di -piombo in un'isoletta del Nilo... - ecco, in. v,erità, un risulta.Lo straordi– nariamente f.elice della guerra europ.ea. Ed ahehe .... pacifista .. Si stabilirebbe, infatti, · con un « prece– dente» memora'bile e da.moroso, una giurisprudenza ammonitrice sulle r.esponsabiliUt- della guerra, le . . quali sarebbero tr-OSferitedalla -collettività nazionale dei vin'ti sulle persone dei loro re e, possibilmente, dei loro ministri. Naturalmente, una volta accolta ·e fissata una si– mil,e giurisprudenza, i popoli, .a guerra finita, s'in– ·Càricherebb,ero di estenderne l'applicazione secondo i loro criterii, ciò che consentirebbe all'Imperatore Guglielmo. la speranza cli subire una punizione du– rissima, sì, ma non solitaria .... La .storia. insegna che, nel ,conchiudersi dei grandi rivolgimenti umani, ,e quando la sovranità _pratica– mente si trasferisce dal trono alla piazz.a, qu,esla si volge di istinto .a dei criterii e a delle affermazioni di ,comphciUt che supernno le frontiere del proprio pa,ese e oercano realizzare qualche foMnula di jm– parzjalità intevnazionale. Oncl'è ehe noi rivoluziona– rii .ci affretti.amo a pr.endere atto di questo avveni– mento considerevole: il Primo Mirustro della potente Inghi!Ler:ra, della libera Inghilterra di Giacomo I, ha proclamato l~gittima e attuabile la responsabilità for– male di un monarca per i fatti e i misfatti del suo Governo. Qtµ1ndo, in unà sera del 1787, in un ritrovo quasi occasionale, il povero Condoreet motivava la respon– sabilità ·regale della care~tia, come avrebbe mai po– tuto immaginare che, sei anni dopo, il fer.oce Lébon .avrebbe affilato su guella teoria il taglio deUa man– naia per l'ultimo dei Gapeti?

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